Lunedì i ristoratori e la filiera dell’ospitalità protestano a Roma

“È arrivato il momento di riunire tutta la filiera dell’ospitalità sotto un’unica sigla, quella del Mio Italia, che in dieci mesi di lotta, partendo dal nulla, ha ottenuto risultati straordinari. Per questo, Mio Italia ha indetto una manifestazione nazionale, per lunedì 25 gennaio a Piazza del Popolo, a Roma, alla quale sono invitati i rappresentanti di tutte le componenti del comparto”: sono le parole di Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia.
“Mio Rieti aderisce e porta la sua testimonianza a Roma con una rappresentanza nutrita di ristoratori e produttori della filiera Ho.Re.Ca, reatini e della provincia – queste le parole di Raniero Albanesi referente Mio per la provincia di Rieti, che continua – il lavoro fatto nei mesi passati ha ripagato gli sforzi, siamo riusciti a coinvolgere ‘the dark side of the moon’, la faccia nascosta della ristorazione, quella che insieme a noi ha subito e continua a subire i drammatici effetti dovuti alle chiusure dei ristoranti e alle limitazioni indotte nell’intero comparto”.
“Oggi più che mai si rende necessaria un’unità di intenti da parte di tutti i componenti la filiera, che porti verso un’obiettivo comune, che deve essere quello di avere tempi e modalità certe per le riaperture, condizioni indispensabili per rimettere in moto un sistema che vede nella programmazione gestionale ed economica una base imprescindibile. Le aperture a singhiozzo, triste testimonianza dell’incapacità politica di far fronte ad un problema, anche se di portata enorme, danno la misura della fantasiosa visione della realtà che il decisore politico ha del sistema ristorazione. Questo modus operandi è divenuto insopportabile, e se fino ad ora ha rappresentato un piccolissimo appiglio per la sopravvivenza, si rileva oggi come una delle cause del maggior indebitamento economico che aziende del settore continuano a subire. La crescita del l’indebitamento economico delle aziende di ristorazione, pone un problema enorme per il settore.
Al fianco di una programmata e certa calendarizzazione delle aperture, risulterà necessario mettere a punto una serie di provvedimenti tendenti alla riduzione dei costi di gestione, intensi nel senso più ampio possibile, per far fronte a quella inevitabile riduzione di fatturato che riscontreremo una volta riaperti. La riduzione dei posti a sedere, punto fermo delle disposizioni per la limitazione dei contagi, il crollo della capacità di spese delle famiglie, sono due dei principali fattori che renderanno impossibile l’incremento di fatturato, rispetto al periodo pre-crisi, necessario a far fronte alle maggiori esposizione contratte a causa delle continue chiusure. Se i preposti organi di governo avessero almeno cercato di capire le dinamiche organizzative ed economiche che sono alla base della gestione di un’attività di ristorazione, sicuramente non avrebbero preso queste assurde decisioni. L’acquisto di materie prime deperibili, il richiamo dalla cassa integrazione, la preparazioni delle basi, le visite degli agenti, il ripristino delle forniture, gli acquisti dai produttori, non sono cose che si improvvisano da un giorno all’altro, ne si programmano da un giorno all’altro. In queste ultime righe, che riassumono rapidamente solo alcuni punti del sistema organizzativo della ristorazione, risulta e risalta limpido il perché Mio è riuscito a coinvolgere l’intera filiera. Non per una magia o per qualche strano gioco, semplicemente perché era la naturale conseguenza delle cose, che solo una dirigenza miope, anzi orba, poteva non vedere.
E la dimostrazione che il decisore politico sia ancora oggi orbo nei confronti della filiera è dimostrato dal fatto che si è dimenticato completamente della “the dark side of the moon”, non avendoli mai considerati nei vari decreti. Un merito questo Governo ce l’ha, è riuscito a compattare un’intera filiera, è riuscito a far sentire uniti ristoratori, collaboratori, produttori, distributori, e se li ritroverà tutti a Piazza del Popolo lunedì 25 gennaio, per la nostra #rivoluzioneromantica” conclude Raniero Albanesi di Mio Rieti – Mio Italia.
Foto: RietiLife ©
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