Ato3, passa il nuovo piano tariffario. Ridotti gli aumenti inizialmente previsti da Aps, ma serve fare ancora molto di più

Nota dei sindaci di Cittaducale, Petrella Salto, Castel di Tora, Castel Sant’Angelo, Mompeo, Cantalice, Rocca Sinibalda,  Magliano in Sabina, Ascrea, Forano, Antrodoco, Labro, Montenero Sabino, Pescorocchiano, Colli sul Velino, Collalto, Poggio Nativo, Greccio, Leonessa, Nespolo, Frasso Sabino, Poggio Mirteto, Micigliano,

Borgovelino, Belmonte in Sabina,  Collevecchio, Marcetelli, Posta e Borbona. 
Una battaglia che è solo al suo inizio e che ci porterà ad analizzare passo dopo passo l’operato di Aps nel territorio: è questo lo stato dell’arte dopo la giornata di ieri che ci ha portato a votare, tra le altre cose, il nuovo piano tariffario per il prossimo triennio. Dopo l’ultima Conferenza dei Sindaci di Ato3 e il blocco del “no” dei Primi Cittadini a uno strumento programmatorio considerato sperequato e non in linea con i desiderata dei cittadini, il Comitato Analogo, in rappresentanza dei Comuni, ha battuto i pugni sul tavolo e qualche passo in avanti è stato fatto al punto di passare dalla quasi totalità dei contrari della prima fase con 11 “no” su 84 aventi diritto. Per questo abbiamo deciso di riconoscere una proposta di accoglimento delle richieste in un percorso che dovrà però portare a migliorare un sistema gestionale ancora troppo articolato e problematico. Per quanto riguarda le tariffe siamo riusciti ad ottenere un incremento a conguaglio per il 2020 che passerà dal già deliberato 7.6% al 2%; per il 2021 dal 4 al 4.9; per il 2022 dal 7% al 4% e per il 2023 lasciare un invariato 4%. Il tutto a fronte di investimenti che saranno effettuati nei comuni che non beneficiano dell’interferenza d’ambito e degli interventi che non avrebbero dunque avuto copertura. Un gesto di responsabilità, questo, che tende a riprendere un percorso tortuoso e che potrà portare a medio e lungo termine Aps a diventare una società efficiente e strumentale ai crescenti bisogni dei cittadini e di un servizio andato a scadere negli anni. Ora serve una svolta e gli investimenti sono un passaggio cardine per fare una battaglia che dovrà essere seguita da quella del riconoscimento di nuove fasce di esenzione per le famiglie, tariffe minori per le seconde case, nuovi rapporti e riconoscimenti economici nei confronti del Cam e della vicina Umbria che sfrutta l’acqua di parte del Montepiano e di Greccio gratuitamente, così come nei confronti della Regione Lazio e di Acea che non danno al territorio ristori di alcun tipo per i profitti ricavati dall’idroelettrico. Dobbiamo ripristinare poi gli equilibri all’interno del Comitato Analogo e dare maggiore funzionalità alla società con squadre di pronto intervento ben dislocate nella provincia e capaci di intervenire a chiamata con tempi rapidi. Serve poi intervenire sugli acquedotti colabrodo e su quel sottobosco di evasione che ammonta a percentuali di rilievo investendo sul telecontrollo e l’autolettura. Sulle tariffe bisognerà poi tornarci per mitigarle e rilanciare la necessità di implementare, allargare e integrare, come deliberato ieri in conferenza all’unanimità, altri comuni che sono serviti esclusivamente dall’acqua del Peschiera delle Capore (come ad esempio i comuni dell’ex consorzio Peschiera Bassa Sabina di Forano, Cantalupo, Collevecchio, Taranto e Stimigliano o come quelli di Longone e Concerviano) e che sono rimasti fuori da ogni copertura e investimento previsto dall’attuale convenzione di interferenza. Le cose da fare non mancano e ribadiamo al managment di Aps che anche la struttura dovrà essere caricata di funzioni realmente essenziali. Noi ci abbiamo messo la faccia e la credibilità, ora serve dar seguito agli impegni presi, a cominciare dalla riduzione che abbiamo ottenuto di quasi 8 punti percentuali rispetto a quanto inizialmente prospettato.Foto: RietiLife ©

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