Trasferimenti a domanda e d’autorità: il punto del Nuovo Sindacato Carabinieri

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Nuovo Sindacato Carabinieri. 

Il Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) si è più volte interessato dei trasferimenti “d’autorità” e a “domanda”, in quanto la movimentazione del personale è uno dei temi più sentiti dai militari. Trasferimenti che avvengono spesso con ripercussioni a volte insanabili all’interno dell’equilibrio familiare ed economico, oltre che sulla vita del militare e sul suo benessere morale e mentale. Ricordiamo la lettera del 7 aprile 2020, che la Segreteria Nazionale del NSC ha inviato al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, volta a richiedere i dati di tutti i trasferimenti operati nell’ultimo quadriennio a qualsiasi ragione dal Reparto Anticrimine di Roma. Tale richiesta, alla quale ad oggi non è stata fornita alcuna risposta, recependo alcune incongruenze segnalate a questo Sindacato, era tesa a ricevere chiarimenti sulla ratio dei trasferimenti d’autorità, soprattutto circa la consuetudine nell’invitare il militare a presentare istanza di trasferimento, con oneri a suo carico.

In un esempio specifico, abbiamo appreso che un Ufficiale superiore del Raggruppamento Operativo Speciale di Roma, già comandante del Reparto Anticrimine, dal mese di luglio 2020 sarebbe stato avvicendato al Comando e posto a disposizione del ROS. Lo stesso Ufficiale infatti emergerebbe indirettamente in alcune intercettazioni sul caso dell’ex Presidente dell’ANM Luca Palamara, riportate anche dal quotidiano “Il Riformista”, in quanto marito di un magistrato in servizio nella Capitale. Per completezza di informazioni riportiamo le frasi estrapolate dall’articolo “Le trame di Palamara sfuggite ai Trojan, la controinchiesta sull’Anm” del 12 dicembre 2019: “[….] Prestipino è consapevole che non ha possibilità di succedere a Pignatone però, dice Palamara “il ‘pensierino’ in testa ce l’ha grosso, e glielo hanno messo in testa quei due cazzoni (verosimilmente due magistrati non identificati dalla Guardia di Finanza, ndr). Un tenente colonnello del Ros di Roma, sposato con un magistrato in servizio nella Capitale, potrebbe agevolare Palamara in questa missione. [….].

Dobbiamo comunque precisare che si tratta dello stesso Colonnello che nel tempo avrebbe utilizzato lo strumento del trasferimento d’autorità per altri militari, secondo le segnalazioni pervenute alla nostra Segreteria Regionale, ma che oggi viene diversamente tenuto al sicuro tra le ali protettive di mamma Arma, rimanendo presso il Comando ROS senza essere trasferito (azione preclusa a tutti i suoi sottoposti che invece hanno subito un trasferimento senza aver avuto alcuna possibilità di replica o spiegazione).

La domanda che sorge spontanea è a quale titolo l’Ufficiale sarebbe rimasto presso la sede del Comando ROS, a “disposizione” da luglio 2020, preservandolo così da un trasferimento che sarebbe dovuto esistere quantomeno per motivi di opportunità, costituendo un anomalo caso in cui il proverbio “chi di spada ferisce di spada perisce” non trova riscontro. Tra l’altro andrebbe posta la giusta attenzione anche circa l’utilizzo di risorse pubbliche nel mantenere un ufficiale superiore senza incarico e senza mansioni.

Come Nuovo Sindacato Carabinieri, abbiamo sempre evidenziato come il benessere morale e mentale dei Carabinieri e dei loro familiari sia un dovere principale della scala gerarchica, e ribadiamo con forza che il valore principale a cui dedichiamo ogni impegno sarà sempre la tutela dei diritti singoli e collettivi dei nostri Colleghi, per non consentire che venga calpestata la dignità di ogni Carabiniere e per migliorare la nostra Istituzione, anche nutrendo quello Spirito di Corpo necessario al morale e alla credibilità della stessa.

Foto: RietiLife ©

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