Come e quando visitare l’opera del Maestro Artese sotto il Palazzo Papale

Ha preso il via in un’atmosfera di calore e gioia la quarta edizione della “Valle del Primo Presepe”, con l’apertura sotto gli archi di Palazzo Papale dell’opera “Dal dolore alla festa: il miracolo della fraternità”, realizzata dal maestro materano Francesco Artese.

Questo punto d’inizio darà il via a un susseguirsi di appuntamenti che vedranno la manifestazione proseguire oltre il limite consueto del giorno dell’Epifania, sempre condividendo idee ed eventi tra Rieti e Greccio, borgo del primo presepe al mondo, dove la Pro Loco e l’amministrazione comunale stanno lavorando in queste ore per far sì che anche questo Natale così atipico possa essere degnamente festeggiato, sull’onda della visita strordinaria di papa Francesco che lo scorso anno firmò la sua Admirabile Signum proprio nella grotta della prima Natività.

Il progetto La Valle del Primo Presepe è promosso dalla Diocesi di Rieti in collaborazione con i Comuni di Greccio e Rieti, i Frati Minori Francescani della Provincia di San Bonaventura, il sostegno della Fondazione Varrone, la Regione Lazio e la partecipazione dell’Associazione Italiana Amici del Presepio e della Scuola Interforze NBC di Rieti.

L’opera del maestro Artese completa un’ideale trilogia dedicata all’esperienza di san Francesco nella Valle Santa reatina. Completamente riallestiti per l’occasione, i suoi presepi monumentali propongono un cammino spirituale che parte dal “Presepe di Francesco” (2018). Nel presepe è rappresentato il Natale del 1223 nella grotta di Greccio con alle spalle una scenografia che riprende elementi architettonici del paese e della città di Rieti. Segue l’opera “Dal perdono alla non violenza”, realizzata lo scorso anno per raccontare l’esperienza di san Francesco a Poggio Bustone collegandola idealmente all’incontro con il sultano Malek al-K?mil, a 800 anni esatti dall’evento.

L’opera di quest’anno unisce invece Fonte Colombo e La Foresta, gli altri due luoghi per antonomasia della Valle Santa reatina. Nella scena il maestro Artese è riuscito ad intrecciare la biografia e l’agiografia del Poverello, dalla dettatura della Regola alla temibile operazione agli occhi, fino al miracolo dell’uva. Il messaggio è che dove c’è fede in Dio, il Vangelo diviene vita possibile. E in questo tempo di pandemia, quando sperimentiamo il timore dello stare vicini, costretti ad un isolamento innaturale, possiamo riscoprire la bellezza di un Dio che non ci lascia in balìa della paura e che nei momenti più drammatici non ci abbandona, donandoci la gioia della fede.

I cancelli di Palazzo Papale per visitare le opere monumentali del maestro Artese saranno aperti al pubblico a partire dalle ore 10 alle 20 inclusi festivi. L’accesso agli archi sarà opportunamente regolato in modo da evitare assembramenti.

Per ovvi motivi legati alla situazione pandemica, quest’anno l’idea è quella di valorizzare con maggior cura gli spazi all’aperto. Ne è un bell’esempio la novità del Giardino della “Valle del Primo Presepe”: un’espansione dell’orto medievale inaugurato lo scorso mese di settembre nelle aree verdi del Palazzo Papale.

All’impianto originario si è aggiunto uno stagno popolato da carpe e piante palustri, contornato da specie erbacee con fioritura tardo autunnale. Un pergolato di vite conduce a un piccolo laboratorio per la ricerca e la salvaguardia della biodiversità.

L’esposizione di antiche pagine di erbari rinascimentali è ovviamente arricchita da opere di arte presepiale: il Giardino sarà aperto dalle ore 10 alle 19, inclusi festivi, senza bisogno di prenotazione preventiva e sempre nel rispetto delle regole sanitarie per la prevenzione del contagio da Covid.

Tra le altre sedi finora aperte al pubblico vanno ricordate la Cattedrale di Santa Maria che con la collaborazione del parroco don Paolo Blasetti espone il suo suggestivo presepe Staffa, mentre la Basilica di Sant’Agostino in piazza Mazzini a partire da domenica 20 dicembre svelerà un’opera davvero particolare, l’Icona della Santa Madre di Dio Galactotrofusa realizzata dal parroco don Marco Tarquini.

A Rieti città un simbolo del Natale resta il Presepe della pace situato e sempre visibile proprio all’ingresso cittadino, scultura imponente pensata dall’artista reatino Renato Buccioni, presidente del Comitato Cittadino Reatino della “Festa del Sole”, e realizzata da tanti cittadini volontari che trasportarono a spalla centinaia di blocchi di pietra e di cemento fino alla grotta: l’inaugurazione avvenne il 6 gennaio del 1980 in concomitanza della Giornata Mondiale della Pace

Rientrano inoltre nella manifestazione i presepi o le semplici Natività esposte nelle vetrine di alcuni esercizi commerciali della zona di Porta Romana e piazza Cavour.

Gli esercenti hanno voluto rimarcare come questo periodo difficile ci porti ad affrontare un Natale diverso, che ci invita però a riscoprire le nostre tradizioni con umiltà e semplicità: «Il nostro inserimento in questo anno difficile e pieno di incertezze sarà molto essenziale, con la sicurezza di riuscire a potenziare ed abbellire il percorso nei prossimi anni e arrivare con gioia e organizzazione alla ricorrenza del 2023, gli ottocento anni dal primo presepe».

Inoltre, è stata allestita la scena della Natività con statue in resina alte 60 cm circa in piazza Cavour, sotto l’ulivo che si trova vicino al Ponte Romano. Nelle vie adiacenti saranno collocate altre piante di ulivo, simbolo di pace, che richiameranno la grande pianta della piazza.

Sono inoltre vicine alla manifestazione le realizzazioni di diversi comuni della Valle Santa. Come Rivodutri, con il particolarissimo presepe subacqueo delle Sorgenti di Santa Susanna che quest’anno festeggia con una nuova affascinante illuminazione i suoi venticinque anni, o Cantalice con i giochi di luce del Presepio tra i Platani realizzato nei pressi del Santuario di San Felice all’Acqua, proprio dove il santo cappuccino fece sgorgare i fiotti cristallini di una sorgente miracolosa.

Rientra inoltre nel percorso della Valle il presepe a grandezza naturale del santuario di Poggio Bustone, aperto dalle ore 9 alle 12.45 e dalle ore 15 alle ore 18, con entrata contingentata di quattro persone alla volta, e sempre nel Montepiano reatino sarà possibile ammirare le idee presepiali per il Natale 2020 ideate dall’amministrazione e la comunità di Colli sul Velino.

Non manca di partecipare anche quest’anno il comune di Leonessa, con il suo antico Presepe fittile installato nella chiesa di San Francesco, nel pieno centro storico del paese, e Borbona, che realizzerà il suo Presepe virtuale attraverso un gioco di luci e colori e tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Il “Natale insieme” di Amatrice prevede una serie di eventi online, musica e luci e i presepi della parrocchia di Sant’Agostino e dei centri commerciali, mentre ad Accumoli si potrà ammirare il Presepe in piazza.

Il periodo non è dei migliori, ma la Valle è appena iniziata, e se non potremo stare insieme fisicamente potremo però farci illuminare dalla stessa stella. La sua luce è lì per ciascuno di noi, a ricordarci che la vera festa è quella che alberga nei cuori e ci porta a tendere la mano al prossimo, senza orpelli o eccessivi scintillii: la sua abbagliante luce era lì a Greccio, in una fredda notte d’inverno riscaldata dal solo tepore della paglia e del respiro degli animali, e anche quest’anno sarà con noi, invariata, ad illuminare il nostro cammino ed indicarci la via giusta.

Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sulla manifestazione verranno resi noti attraverso il sito valledelprimopresepe.it, i social collegati e i media diocesani.

Foto: Francesco PATACCHIOLA ©

 

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