Olio di ottima qualità, ma la produzione nazionale cala. Il Lazio tiene

Crolla del 30 per cento la produzione dell’olio extravergine d’oliva a livello nazionale, ma il Lazio registra, in controtendenza, una raccolta in crescita dell’8 per cento rispetto allo scorso anno, che potrebbe anche aumentare nel corso delle prossime settimane, quando si andrà delineando uno scenario definito. La raccolta, infatti, è ancora in corso e proseguirà almeno fino alla metà di dicembre.

A livello nazionale bisognerà, invece, dire addio ad una bottiglia di olio su tre con il calo del 30 per cento della nuova produzione, che in tutta Italia dovrebbe attestarsi intorno a 255 milioni di chili. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dell’aggiornamento previsionale elaborato dall’Ismea e Unaprol per la campagna 2020/21.

Una situazione produttiva preoccupante a fronte dell’aumento del 9,5% degli acquisti delle famiglie italiane che con l’emergenza Covid sono tornate a fare scorte in cucina con i prodotti base della dieta mediterranea,

I dati del Lazio vanno analizzati sempre alla luce della gelata che nel 2018 ha quasi dimezzato la produzione di olio nella regione. Una produzione, che stando ai dati forniti da Ismea, lo scorso anno è stata del 24 per cento, pari a circa 11 mila tonnellate.

 

“Un recupero in crescita – spiega il presidente di Coldiretti Lazio e di Unaprol, David Granieri– anche se per tornare alla normale produzione ci vorranno ancora un paio di anni. Numerose aziende olivicole sono state costrette a procedere con il reimpianto degli oliveti, resi improduttivi dalle gelate del 2018, che hanno danneggiato il sistema olivicolo regionale. Costi che devono sostenere in un momento già delicato come è quello attuale per le aziende costrette a fare i conti anche con le conseguenze della pandemia. E’ quindi essenziale accompagnare le imprese in queste attività, attivando i fondi del Psr”. Ed è quanto è stato espressamente chiesto da Coldiretti Lazio alla Regione.

 

Nel Lazio sono attivi oltre 300 frantoi con una produzione di olio pari a circa 20 mila tonnellate annuali. Olio laziale che rappresenta senza dubbio una vera eccellenza in un territorio in cui l’olivicoltura è caratterizzata da una elevata diversificazione varietale di specie autoctone, localizzate all’interno di estese aree vocate.Quattro le Dop riconosciute nel Lazio: si tratta dell’olio extravergine d’oliva “Canino”, “Sabina”, “Tuscia” e “Colline Pontine”.

 

“Registriamo un calo nella ra?ccolta soprattutto a Latina e Frosinone – conclude Granieri– anche se il dato varia a seconda della provincia interessata, dal momento che realtà come quella di Frosinone hanno una produzione molto diversificata in base al territorio. Discreta, invece, la produzione a Viterbo, Rieti, Roma e le relative province, così come in tutta la Sabina. Ottima la qualità. L’invito è sempre quello di prediligere il Made in Lazio di qualità nettamente superiore e maggiormente sicuro, grazie ai controlli continui che vengono effettuati per garantire la salubrità e sicurezza del prodotto. I consumatori devono quindi diffidare dei prodotti low cost di importazione”.

Fortunatamente si registra un 82% di italiani che con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio, il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove  è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.

Foto: Coldiretti ©

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