La lettera: “Conte, Azzolina: non sarebbe meglio la didattica a distanza per tutti?”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una mamma reatina che si rivolge al Premier e al Ministro Azzolina. 

 

Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe conte

Alla Sig.ra Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Sig.ra Lucia Azzolina

Cara Ministra Azzolina

Le scrivo come madre di due figli frequentanti rispettivamente la classe prima della scuola secondaria di primo grado e la classe seconda della scuola primaria nella provincia di Rieti ma soprattutto le scrivo come cittadina italiana.

Premetto che sono consapevole che si tratti di un periodo difficile e particolare di grande emergenza sanitaria a livello mondiale ma non mi è chiaro cosa avete finora fatto per contenere questa situazione di criticità e ahimè come intendete muovervi.

Consapevole dell’importanza della socializzazione e del contatto tra alunni e alunni e docenti proprio per lo sviluppo dei ragazzi, sono altrettanto conscia che a nulla serve isolare i ragazzi delle scuole superiori adottando la DAD perché il COVID 19 entra anche nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.

I ragazzi frequentanti le scuole tornano a casa dai genitori, dai fratelli, dalle sorelle, dai nonni ed è così che aumentano i contagi.

Durante la scorsa estate avete provveduto ai banchi con le rotelle e ai monopattini elettrici, ma non era forse meglio provvedere ad esempio ad acquistare e consegnare tablet o computer alle famiglie che non possono disporre in previsione della riapertura delle scuole? E si, perché era già tutto previsto.

Da mamma, e per di più lavoratrice autonoma, le confesso che è una condizione pesante tenere i figli a casa e seguirli con la DAD ma credo che questo sia il male minore rispetto alla trasmissibilità del virus all’interno delle famiglie composte anche da ultra settantenni. Ma la soluzione non è mettere in isolamento i settantenni o gli anziani perché hanno bisogno di fare sport all’aria aperta anche loro.

In questi mesi e soprattutto in questi ultimi giorni mi sono confrontata con genitori, nonni, insegnanti e personale che lavora nelle scuole e tutti convengono con il mio pensiero. Le famiglie e gli insegnanti, che tra l’altro stanno svolgendo un lavoro che neanche gli compete non possono vivere con l’ansia che ogni giorno si possa essere contagiati all’interno del luogo più sicuro a cui affidiamo i nostri figli.

Rimanendo così le cose, i ragazzi non svolgono regolarmente i programmi ministeriali ma non per incuranza degli insegnanti. Le classi sono dimezzate degli alunni a causa dei raffreddori autunnali o perché gli insegnanti sono isolati in attesa degli esiti dei tamponi. Tempi di attesa non più di 48 ore ma molto più lunghi. Tempi di attesa per riammettere i ragazzi a scuola perché per la riammissione è previsto giustamente il certificato medico in seguito ad esito negativo di tampone nasofaringeo. Questo stesso tampone fatto in seguito a quattro ore di media di fila nei drive in pubblici preposti dalle ASL oppure nei centri privati a pagamento e non facilmente fruibili per non dire introvabili.

Non sono presuntuosa nell’entrare in merito alle Vostre competenze ma non sarebbe meglio adottare la DAD per tutte le scuole di ogni ordine e grado? Credo si ridurrebbe di molto il diffondersi del virus. Mi sembra che questo sia stato consigliato e proposto da molti esperti, in primis dal Prof. Ricciardi, consigliere del Ministro Speranza. Riconosco che per noi genitori sarebbe un terzo lavoro, per gli alunni sarebbe un depauperarli del contatto sociale e per gli insegnanti svolgere un lavoro diverso, ma credo ne valga la pena per difendere la salute di tutti.

State adottando un decreto ogni quattro giorni che non porta a nulla. Non si possono fare prove e tentativi per chi riveste incarichi come i Vostri. Occorre prendersi le responsabilità e non rimbalzare la palla ai Comuni o alle Regioni, occorre, inoltre, programmazione e decisione.

I cittadini rinfacciano i Vostri privilegi e li comparano con le loro necessità disattese.

C’è malcontento nel nostro Paese, al di là di come si dice di diverse frange politiche, un malcontento sociale ed economico che assolutamente non giustifica nessun atto di violenza finora accaduto ma che purtroppo esiste perché gli italiani sono stanchi.

Gli unici ad aver fatto sacrifici da marzo ad oggi, a volte anche privi di rischio, sono gli italiani.

Da una parte abbiamo una classe di governo che non ha una programmazione lungimirante e non curante delle vere necessità dell’Italia e dall’altro abbiamo lavoratori, donne e uomini, bambini, anziani, attività commerciali, imprese artigiane ed industriali che non sono tutelai in nessun modo.

Sperando che questa mia lettera venga da Lei letta e restando a disposizione qualora volesse ricevermi concludo dicendo che uno Stato progredisce quando funziona il sistema scolastico e il servizio Sanità e purtroppo il nostro sistema fa acqua da tutte le parti nonostante i grandi sacrifici fatti da parte del personale scolastico e del personale sanitario.

Ad maiora!

Monia

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email