La lettera di Alessia: “Io, aspirante ballerina, per mancanza di aule dovrò rinunciare alla danza o all’istruzione, è giusto?”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una studentessa reatina che frequenta il liceo linguistico. 

Mi chiamo Alessia faccio danza da quando avevo 4 anni. Ho iniziato la frequenza di un’importante accademia romana di danza. Ho provato a chiedere, a vari livelli, al mio Istituto di poter frequentare in orario mattutino, ma mi è stato risposto che questo non è possibile. Da quando c’è stato il sisma nel 2016, la mia classe del liceo linguistico è stata sbattuta a destra e sinistra, in aule rimediate di fortuna, sempre con grande disagio per noi studenti e le nostre famiglie.

Almeno per quest’anno, che è il 5°, il più importante di tutto il percorso scolastico, non potremmo avere un po’ di dignità e rispetto, potendo avere un’aula o la frequenza a distanza, ma comunque sempre di mattina? Perché non può sacrificarsi un’altra classe (magari una classe 2° e 3°) dell’Istituto Magistrale “Elena Principessa di Napoli” per un anno soltanto? Perché sempre e soltanto noi dobbiamo essere penalizzati? Inoltre io dovrò rinunciare ad un’occasione che passa soltanto una volta nella vita, cioè all’Accademia di danza oppure perdere un anno scolastico. I miei genitori (mamma infermiera e papà carabiniere) hanno investito moltissimo in questo mio sogno (economicamente e privandosi di tanto tempo libero) per accompagnarmi tutti i pomeriggi a Roma all’Accademia di danza.

Io che mi sono sempre impegnata molto a scuola (con media scolastica superiore a 9) sono profondamente avvilita. Le persone meritevoli non hanno mai vita facile in questa società. Sembra quasi che chi non si impegni troppo nella vita, abbia sempre la meglio. L’istituzione della scuola dovrebbe premiare, invece che penalizzare.

Sono profondamente delusa.
ALESSIA

Foto: RietiLife ©

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