Amatrice, il processo per i crolli di piazza Sagnotti si sposta nel Palazzo della Provincia. Si riprende stamattina

Foto: Francesco PATACCHIOLA ©

(dal Corriere di Rieti) Terremoto, primo ritardo sulla tabella di marcia del processo sul crollo delle palazzine gemelle dell’ex Iacp di piazza Sagnotti, ad Amatrice, che si è riaperto ieri mattina, 3 settembre, nella sala consiliare di Palazzo d’Oltre Velino. Chi pensava che nel tardo pomeriggio si sarebbe conclusa la lunga requisitoria del pm Rocco Gustavo Mariotti, con la richiesta di condanna per i cinque imputati, ha dovuto ricredersi. Alcune questioni a inizio udienza hanno fatto slittare i tempi, coi lavori che riprenderanno stamattina per concludersi all’ora di pranzo quando, al termine della requisitoria della pubblica accusa, si aprirà la discussione delle parti civili (49 di cui 40 assistite dall’avvocato Wania Della Vigna) e dei due responsabili civili: Ater (rappresentato da David Brunelli del foro di Perugia) e Comune di Amatrice (con l’avvocato reatino Mario Cicchetti). Tra le questioni di inizio udienza l’accoglimento da parte del giudice Carlo Sabatini della memoria presentata da Cicchetti, contenente aggiornate conoscenze tecniche in ambito geologico, sismologico, geofisiche e geotecniche acquisite presso l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Dalle quali si evince “che il centro storico di Amatrice è/era posizionato su di un terrazzo alluvionale costituito da depositi per lo più incoerenti, spessi alcune decine di metri, sovrastanti la formazione della Laga, costituita da arenarie e peliti consolidate. Conseguentemente, durante gli eventi sismici del 24 agosto 2016 e 30 ottobre successivo, l’area del centro della cittadina è stata soggetta a rilevanti fenomeni di amplificazione sismica”.

Inoltre, a seguito dell’evento del 24 agosto, “l’Ingv ha posizionato una rete sismica con 7 stazioni, che ha permesso di valutare in dettaglio il livello di amplificazione del terrazzo di Amatrice, in particolare in occasione dell’evento del 30 ottobre 2016, convalidando gli importanti effetti di incremento della sollecitazione sismica”. Il giudice ha rigettato però la richiesta dell’avvocato del Comune di Amatrice di escutere il professor Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv. Nella sua requisitoria, il pm è tornato sulla fragilità delle strutture delle due palazzine realizzate a metà degli anni Settanta, che subirono un cedimento a strati (effetto “pancake”), mentre dall’altro lato di piazza Sagnotti c’erano palazzine, costruite negli stessi anni con stesso know how, senza una crepa. E un’unica differenza: i fabbricati in piedi sono privati, quelli crollati (18 morti sotto le macerie) erano pubblici. Sul banco degli imputati Ottaviano Boni, all’epoca direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap, Luigi Serafini, amministratore unico della stessa azienda, Franco Aleandri presidente all’epoca dell’Iacp, Maurizio Scacchi, geometra della Regione-Genio Civile, Corrado Tilesi, ex assessore di Amatrice, accusati di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni.

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