Tra silenzio e natura, arte e feste: scopriamo Nespolo con ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Nespolo, un comune immerso nella natura, il luogo perfetto per una vacanza rigenerante.

DOVE SI TROVA? – Nespolo si trova a 886 metri sul livello del mare nella parte meridionale della Provincia e si estende per una superficie di 8.65 km quadrati. A presentarci il comune è il sindaco, Luigino Cavallari: “Oggi Nespolo conta 200 residenti. Il Comune fa parte della riserva Naturale Monti Navegna e Cervia, qui si possono praticare sport come Trekking e Mountain Bike, sui numerosi sentieri del territorio, la Riserva ha formato delle guide che dietro prenotazione possono accompagnare i turisti sui percorsi del territorio. All’“ara del Monte”, località sulla montagna che sovrasta il borgo, è disponibile un’area di picnic dove sostare; il territorio di Nespolo, inoltre è sul il Cammino di San Pietro l’Eremita. L’amministrazione Comunale è impegnata con grandi difficolta, ad invertire il fenomeno di spopolamento che dagli anni Settanta inesorabilmente ha portato la popolazione di circa 600 abitanti agli attuali 200. Pertanto, ha ricostituito le associazioni “Pro-Loco” e “Centro Anziani” coinvolgendole nell’organizzazione di eventi di intrattenimento socioculturali e promozionali, e relazionali per gli abitanti con feste e gite. Purtroppo, il Covid-19 ci ha limitato nell’organizzazione di tanti eventi, ma abbiamo riscontrato una rinascita nella riscoperta di questi luoghi e la rivalutazione della vacanza ‘povera’ alla riscoperta del verde dei castagni secolari, dei sentieri e dell’aria aperta a piedi o in mountain bike. Sono convinto che chi sa ascoltare e vivere la natura troverà in questo luogo la serenità e la risposta al bisogno di una vacanza rigenerante”.

QUANDO NASCE? – Sull’origine del toponimo non ci sono certezze. Tuttavia, l’ipotesi etimologica più accreditata lo farebbe risalire allo stesso nome latino delle piante del nespolo comune. Stando ad una supposizione deriverebbe invece dalla locuzione greca “Nea Poli”. Di Nespolo non si hanno prima del 1024 quando l’abate di Farfa, Ugo I, locò a terza generazione a Crescenzio, figlio di Rattone, i beni posseduti dal monastero nel luogo detto “Acqua di Nespolo”, ovvero due appezzamenti dell’estensione di quasi un ettaro per venti soldi e per un censo annuo di due denari. Gli interessi di Farfa nella zona gravitarono intorno alla chiesa di S. Sebastiano a Nespolo, della quale mantenne il posses­so almeno fino al 1252. Difficile individuare il momento nel quale l’insediamento sparso fu accentrato in un “castrum” fortificato; è probabile che anche in questo caso i signori di Collalto siano stati i riorganizzatori del popolamento della zona al momento della piena affermazione della loro egemo­nia nell’area, avvenuta tra XII e XIII secolo. Ogni riferimento storico a Nespolo è comunque indissociabile dalla storia della baronia di Collalto, di fondazione imperiale, istituita nel sec. XIII. La baronia appartenne ai Marsi fino ai primi del XVI secolo, quando fu ceduta ai Savelli: il testamento di Antimo Savelli del 1513 menziona come formanti la baronia di Collalto i castelli di Collegiove, Paganico, Ricetto, Nespolo, S. Lorenzo. Il passaggio dai Marsi ai Savelli comportò anche per tutta la baronia l’abbandono dell’area di influenza politico-amministrativa del Regno di Napoli, a favore di quella pontificia. A partire dal 1698 ne divenne signore Urbano Barberini ed alla sua famiglia appartenne fino ad epoca francese. Con l’istituzione della Prima Repubblica Romana la baronia venne smembrata in tre distinti comuni con amministrazione autonoma: Collalto, Nespolo e Collegiove; Nespolo fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Castelvecchio, per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone Canemorto (Orvinio) con gli appodiati Ricetto e S. Lorenzo.
Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Nespolo tornò alla ricostituita baronia di Collalto, rientrando nella provincia di Sabina, delegazione di Rieti, governo distrettuale di Rieti. Nel dicembre 1817, in seguito alla rinuncia del principe Francesco Barberini ai diritti feudali divenne comunità appodiata a Collalto; nel riparto territoriale del 1831 risulta comune autonomo dipendente dal governo di Canemorto, ma successivamente dovette essere nuovamente appodiato a Collalto. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1860, Nespolo ottenne definitivamente la propria autonomia, fu compreso nella provincia di Perugia, dal 1923 passò alla provincia di Roma sino al 1927, anno in cui fu annesso alla neo-istituita provincia di Rieti.

COSA VEDERE? – Oltre alle meravigliose passeggiate nella natura, di cui ci parlava il sindaco, una volta a Nespolo è imperdibile una visita a San Sebastiano martire: una chiesa edificata tra il XIII e il XIV secolo e che fu restaurata nel 1521. La chiesa ebbe il ruolo storico e sociale di unificare i due colli che contraddistinguono il territorio nespolese. A cominciare dal 1915, successivamente al terremoto di Avezzano, furono effettuati dei lavori di adeguamento statico del tetto e del piano interno. All’interno della stessa si può ammirare la tela di scuola fiamminga del XVI secolo rappresentante il martirio di San Sebastiano e il meraviglioso giardino antistante la chiesa con lo scorcio imponente e caratteristico del Monte Cervia. Nespolo ospita inoltre un meraviglioso mulino ad acqua, da poco restaurato, che è possibile visitare: il piccolo edificio in pietra si trova al termine di un breve tratto da fare a piedi e compare, nascosto fra la vegetazione, sulle sponde di un torrente poche centinaia di metri a valle dell’abitato di Nespolo. All’interno ospita una mola in legno “a ruota orizzontale” che un tempo serviva a macinare i cereali destinati al consumo delle famiglie contadine: grano, segale e farro coltivati su piccoli fazzoletti di terra e frutto di pratiche agricole a malapena ripagate dai raccolti. Attaccato al fabbricato, un grande vascone in pietra era utilizzato per accumulare l’acqua nei periodi asciutti o comunque quando le portate del torrente erano scarse. Merita certamente un visita anche la chiesetta di Sant’Antonio che si trova all’ingresso del paese e la meravigliosa piccola cappella in pietra dedicata a San Rocco.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Tanti sono gli eventi del comune: La festa del Santo Patrono San Sebastiano si svolge la prima domenica dopo il 20 gennaio. Altre feste caratteristiche sono la festa dello “Spirito Santo” domenica secondo calendario liturgico, la Festa della “Madonna della Neve”; in questi giorni si portano in processione delle piccole statuine che ogni anno sono ospitate da una famiglia. Tradizionali feste sono quelle di San Rocco il 16 Agosto e della “Madonna delle Grazie” e San “Vincenzo Ferrer” il secondo sabato e domenica di settembre, durante le quali ai festeggiamenti religiosi con le tipiche processioni con i Santi, si associano manifestazioni canore, giochi in piazza, altre iniziative e i fuochi artificiali alla fine della festa. Tutto il periodo estivo la pro-loco organizza sagre con prodotti tipici, la più importante la sagra dei “Ceca Mariti”, pasta fatta in casa tipo strigliozzi con sugo di pomodoro ed aglio.

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