Piano Quadro Porrara, Pd Rieti: “Smentite ricostruzioni fantasiose di Emili”

Di seguito la nota  del PD Rieti in risposta all’assessore Antonio Emili sul Piano Quadro Porrara

Dopo la delega alla scuola fantasma di Campoloniano, che tutti attendiamo con trepidazione ma della quale giustamente l’Assessore Antonio Emili sembra vergognarsi, il giovane e prolisso rampollo della destra reatina si concede divagazioni romanzesche in tema di Urbanistica, peccato che le date e i fatti smentiscano le sue fantasiose ricostruzioni.

Riguardo al ruolo del PD nella passata consiliatura, pur senza voler assolvere disattenzioni che sicuramente ci sono state, forse è il caso di rammentare che gran parte della stessa è stata impegnata ad impedire la dichiarazione di dissesto per la scellerata gestione economica del ventennio precedente. A parare ad esempio, le azioni giudiziarie della Coop Quadrifoglio, tornata pesantemente di attualità con l’imponente pignoramento di tutto il patrimonio municipale ovvero a far quadrare i conti dell’Asm con la quale l’amministrazione comunale antecedente si era pesantemente indebitata.

L’assessore parla di criterio che ispira la loro azione amministrativa anche in termini di urbanistica ma facciamo fatica a definirne i contorni. Alcuni e solo alcuni tecnici da tantissimo tempo si occupano del “Piano Quadro” avendo una linea diretta con  l’assessorato e il tecnico incaricato. Mentre ai meno fortunati si chiede di presentare le proposte entro il 04 di settembre. Vogliamo parlare di trasparenza? Ci dica l’assessore  quali proprietà rappresentano i tecnici con i quali si è incontrato più volte. Forse alcuni hanno partecipato anche alla Commissione Consiliare, quant’anche in video conferenza e non accessibile ai più, ma chiaro segnale di democrazia e partecipazione.

Sarebbe interessante conoscere le reali intenzioni dei proprietari di terreni liberi nelle Porrara, atteso che i tecnici redattori del P.R.G. hanno ipotizzato sostanzialmente la realizzazione di una cinquantina di appartamenti circa che se non inseriti in un contesto di funzioni e spazi qualificati, produrrebbero l’effetto di sparpagliare qua e là casette e relativi giardini in sostituzione degli storici orti che svolgono ancora un importante ruolo (vedi ritorno agli orti urbani), senza contare che di nuova edilizia residenziale non si sente alcun bisogno, stante anche l’orientamento mirato al recupero dell’esistente.

All’immaginifico assessore che forse si troverebbe più a suo agio negli incantati mondi descritti da Tolkien e che invece è costretto a confrontarsi con la difficile realtà della città di Rieti di cui la sua coalizione, e anche qualche suo parente stretto, è colpevolmente responsabile, siamo costretti ricordare che fu la sua stessa compagine politica ad iniziare a “occuparsi” del P.R.G. da subito, a far data dal 1993 impiegando quindi ben 27 anni a concludere una progettazione naturalmente superata.

Il mandato riconducibile al Centrosinistra, non immune da pecche ma che rispetto ai lunghi 21 anni di governo di destra ha amministrato soltanto 5, ha scontato il tempo necessario a metabolizzare il nuovo incompleto strumento urbanistico e dirimere le incertezze normative, molte ancora dubbie, nonché definire la vicenda dei Programmi Integrati, voluti sempre, in maniera sbagliata, dal suo predecessore, che rappresentavano la negazione del nuovo P.R.G. e sono risultati un pasticcio inaccettabile, in assenza di un’adeguata regia.

Tuttavia la Giunta di Centro-Sinistra non ha mancato di predisporre il P.P.A. per non impedire eventuali attività da parte di privati cittadini.

Quando si parla di esempi del passato intanto, non si può giocare con date e fraintendimenti poiché la sua compagine da quasi un quarto di secolo amministra questo territorio distinguendo neri, bianchi, rossi e oggi, quando si afferma che ci sia un comportamento democratico, quindi condiviso, può solo lasciare il dubbio che si riferisca ad altro. Infatti relegare la partecipazione degli interessati in pieno periodo ferragostano con tutte le difficoltà che la pandemia ha ingenerato nella vita dell’intero mondo, sa tanto, questo sì, di foglia di fico per i malcapitati, estranei alle dinamiche delle truppe di retroguardia, già tempestivamente allertate e quindi ben pronte all’occorrenza.

L’assessore non dimentichi che nel mondo reale e nella città che dovrebbe amministrare sono passati già tre anni dal suo insediamento caratterizzato da tante parole e pochi fatti e che in questi 36 mesi avrebbe potuto disporre, tra l’altro, il “Piano Quadro” che pare stia così a cuore, tanto da trascurare l’importanza di una rilettura generale del territorio.

La storia è lunga come lungo è l’elenco dei danni di cui la destra reatina si è resa responsabile nei confronti della nostra città e dei reatini.

Per ricostruire le vicende, i fatti e le circostanze che hanno determinato le attuali condizioni socio-economiche della nostra città, l’assessore potrebbe intanto farsi aiutare dal parente prossimo che prima di lui insieme alla stessa compagine politica che governa oggi ha determinato scelte e dinamiche.

L’assessore finge di non sapere che la redazione del P.R.G. è stata gestita interamente dalla sua compagine che ha giocato con adozioni, riadozioni, fino all’approvazione, per venti lunghi anni, fra un’elezione e l’altra, fra una promessa e l’altra, partorendo un P.R.G. superato già in origine, approssimativo, incompleto, senza un minimo di prospettiva.

Il P.R.G. in maniera vergognosa, da ogni punto di vista, carente di elaborati, pareri ed altro è stato adottato nel 2002; da allora i cittadini sono costretti a pagare l’Imu inutilmente, atteso che l’approvazione è avvenuta, per successive approssimazioni, dieci anni dopo. Si sono tenuti “appesi” centinaia di cittadini che facevano la fila davanti l’ufficio dell’allora assessore all’urbanistica. Le sole osservazioni formali superarono all’epoca il numero di cinquecento. Con assoluta “limpidezza” intanto si concedevano permessi a costruire sulla base del vecchio P.R.G. ricorrendo a discutibili interpretazioni.

Con assoluta “limpidezza” sempre si sono assegnate aree nel Piano di Zona “167” richiedendo alle imprese un anticipo del 30% del costo. Gli introiti sono serviti al Sindaco parente per far quadrare il bilancio comunale. Questa operazione ha devastato i meccanismi della “167”, ha creato una crisi fra le imprese che rispetto alla domanda, disponevano di troppa area edificabile al punto da creare concorrenza a sé stesse, fra edilizia pubblica e edilizia privata. Le imprese non hanno tardato a rinunciare ai programmi costruttivi e richiedere la restituzione delle somme versate; la patata bollente è caduta in altre mani, ma il mandato, felicemente ultimato.

Non va trascurato il fatto che il P. di Z. “167” relativo ad un intero decennio è stato dichiarato illegittimo e annullato insieme a tutti gli atti prodotti, ma l’assessore con assoluta trasparenza fa finta di niente.

L’annullamento, ha gravato sulle casse comunali, così come l’assegnazione di un’area all’interno della zona di esondazione, che si sta pagando senza utilizzarla.

Ma non basta, se è pur vero che l’idea non troppo felice di far pagare l’IMU sulle aree  astrattamente edificabili  fu di un ministro di centro sinistra è altrettanto vero che fu l’amministrazione del parente stretto dell’attuale assessore a determinare il valore a mq  dei terreni  sui quali veniva calcolata ( se non si erra circa 116 € – il 25%) e quando tale valutazione è scesa ( forse lo scorso anno) ci si è ben guardati dall’informare la cittadinanza. Forse qualche cittadino inizierà azioni per il recupero dell’indebito in buona fede versato.

Sarebbe anche il caso di rivedere i criteri con cui si sono stabilite le quantità di aree all’interno della “167” assegnate in diritto di superficie e quelle assegnate in diritto di proprietà.

Quelle in diritto di superficie sono costate il 60% di quelle in proprietà; quante erano quelle in diritto di proprietà e di chi erano.

L’assessore parla di criterio che ispira la loro azione amministrativa anche in termini di urbanistica; facciamo fatica a definirne i contorni.

Alcuni e solo alcuni tecnici da tantissimo tempo si occupano del “Piano Quadro” avendo una linea diretta con  l’assessorato  e il tecnico incaricato. Mentre ai meno fortunati si chiede di presentare le proposte entro il 04 di settembre. Vogliamo parlare di trasparenza? Ci dica l’assessore  quali proprietà rappresentano i tecnici con i quali si è incontrato più volte. Forse alcuni hanno partecipato anche alla Commissione Consiliare, quant’anche in video conferenza e non accessibile ai più, ma chiaro segnale di democrazia e partecipazione.

Sarebbe interessante conoscere le reali intenzioni dei proprietari di terreni liberi nelle Porrara, atteso che i tecnici redattori del P.R.G. hanno ipotizzato sostanzialmente la realizzazione di una cinquantina di appartamenti circa che se non inseriti in un contesto di funzioni e spazi qualificati, produrrebbero l’effetto di sparpagliare qua e là casette e relativi giardini in sostituzione degli storici orti che svolgono ancora un importante ruolo (vedi ritorno agli orti urbani), senza contare che di nuova edilizia residenziale non si sente alcun bisogno, stante anche l’orientamento mirato al recupero dell’esistente.

Prendiamo atto che questa amministrazione dopo tre anni di consiliatura intende  portare a termine l’ascensore di via San Pietro Martire e la metanizzazione della piana reatina, farebbe bene a rammentare chi ha iniziato quelle opere.

L’assunto (tutto da verificare) che non fosse tenuta a pubblicare il Piano quadro e lo abbia fatto in piena calura estiva, dimostra che lo stesso è funzionale solo ad alcuni  con una ingerenza amministrativa in un ambito che la legge non gli riserva. Sbandierare la limpidezza di un percorso celando all’intera cittadinanza il destino delle aree contigue ex industriali, in particolare dell’ex zuccherificio sulle quali sembra esserci una proposta dei privati, tenuta evidentemente riservata, segna, l’assenza totale di un’idea di città o, peggio, una visione parziale asservita agli interessi dei pochi.

A proposito di recupero e immobilismo, l’assessore ignora che in città ci sono edifici e interventi bloccati da tanti anni che con la loro fatiscenza e incompiutezza accompagnano il quotidiano ambiente con cui i reatini sono costretti a convivere e i forestieri a valutarne l’impatto.

Se vuole notizie più dettagliate, l’assessore può sempre rivolgersi al parente firmatario di strani protocolli che ad esempio riguardano l’ex caserma vigili del fuoco, edificio destinato ad attrezzature collettive quale standard di piano, a Piazza Tevere e molto altro in via di degrado avanzato fra città e Terminillo.

Per rilanciare la politica e gli investimenti in materia di edilizia ed urbanistica nel terzo millennio c’è bisogno di una visione, di un’idea proiettata al futuro nel rispetto dell’ambiente con coordinamento e raccordo tra l’esistente e il futuribile, coniugando vocazione territoriale e modernità. Investire anche negli edifici della cultura ed essere attraenti per gli interessi e per le vocazioni dei giovani. Un piano urbanistico deve essere in grado di proiettare la città nei prossimi 50 anni.

Sono discorsi complessi e faticosi da elaborare. Certo è più facile far credere (mistificando) che un’area è finalmente divenuta edificabile e pensare esclusivamente ai prossimi due anni.

Non esiti l’assessore a prendere iniziative di maggior respiro, in fondo è stata proprio la sua compagine a dichiarare che il Piano Regolatore andava rifatto e l’allora assessore all’urbanistica lo dichiarò alla stampa, pur continuando ad insistere sulla approvazione di quello in itinere per agitare una bandierina che però sta costando e costerà tanto al territorio e alla cittadinanza.

Foto: RietiLife ©

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