Un piccolo borgo tra due laghi artificiali e tanta natura: alla scoperta di Collegiove con ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina GrillottiOggi andiamo alla scoperta di uno dei più piccoli paesi della Provincia reatina: Collegiove, tra storia, natura e tradizione.

DOVE SI TROVA? – Collegiove è un comune di 189 abitanti che si estende su un’area di 10 km quadrati e a 1000 metri di altitudine sul livello del mare a ridosso del quale si trova il Monte Cervia e il Monte Navegna. A presentarci il comune è il sindaco di Collegiove, Domenico Manzocchi: “Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire al periodo della dominazione romana. Secondo alcuni studiosi, il primo nucleo fu edificato in una zona in cui anticamente sorgeva un tempio romano dedicato a Giove Rotondo, divinità pagana da cui probabilmente il paese prende il nome. Il paese, un angolo di paradiso della Riserva Naturale dei monti Cervia e Navegna, molto grazioso e ben messo dal punto di vista infrastrutturale è ubicato a 1.001 metri di altitudine, si trova alle pendici del Monte Cervia la cui altitudine è di circa 1.500 metri ed è situato tra i due laghi artificiali: lago del Turano e lago del Salto, è raggiungibile dalla capitale con una sola ora di macchina. Il paese è stato costruito immerso in una vegetazione surreale, tra boschi di castagni secolari e querce dove al calar del sole le stelle sembrano scendere dal cielo, natura che ancora oggi è completamente incontaminata.

È conosciuto come il paese delle castagne, dei funghi e del tartufo. Per gli amanti delle stelle è possibile oltre che ammirarle ad occhio nudo o con una strumentazione amatoriale, effettuare delle stupende fotografie, in una vallata, con assenza quasi completa di inquinamento luminoso, denominata ‘Le Rocche’. Collegiove è uno dei tremila piccoli comuni che in Italia, sono a rischio desertificazione, ormai a presidiare il territorio rimangono solo gli anziani. È il fenomeno dello spopolamento che, accompagnato dall’invecchiamento, interessa i piccoli centri, così purtroppo si perdono tradizioni e identità locali, e portano alla morte dei luoghi. L’Amministrazione che rappresento, da qualche anno, sta lavorando al fine di invertire questa tendenza, insieme alla Associazione Proloco e al Centro Sociale Anziani, si organizzano sagre con piatti tipici e manifestazioni che stanno raccogliendo molti consensi sui network (l’Infiorata di Corpus Domini e la Festa degli Spaventapasseri), al fine di contrastare lo spopolamento, il depauperamento e di incentivare l’afflusso turistico. Queste piccole realtà sono ‘i guardiani del territorio’ e devono costituire una risorsa a presidio dello stesso al fine di poter contrastare il dissesto idrogeologico mediante la manutenzione del bene naturalistico per lo sviluppo delle piccole imprese e del turismo.

Finalmente l’approvazione della legge riguardante i piccoli comuni dovrà essere la ‘salva borghi’, mediante la valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico favorendo così la riqualificazione e il recupero dei centri storici di paesi come Collegiove, questo anche perché l’appetibilità turistica dei borghi è aumentata anche a causa della diffusione della pandemia, quindi è necessario lavorare, con la massima urgenza, alla realizzazione di progetti mirati. Ad esempio, tra i progetti il potenziamento di infrastrutturale delle reti stradali di collegamento (ridurre le distanze tra paesi limitrofi); lo sviluppo della tecnologia delle reti di comunicazione (accelerazione dei lavori per portare la fibra ottica); la distribuzione del gas metano anche sui territori montani; la sistemazione e destinazione di siti ad alberghi diffusi per la ricezione; sulla riorganizzazione dei presidi sanitari.

Queste iniziative sono indispensabili per poter riportare la vita rurale in queste realtà rendendo ai giovani la possibilità di poter progettare il loro futuro anche fuori dai grandi centri urbani e agli anziani di poter rimanere presso i loro paesi nativi anche nei periodi invernali. E a Collegiove ‘si può fare’, in quanto ci sono tutti gli elementi e le basi di miglioramento ma è indispensabile che le strutture sopra-comunali facciano la loro parte investendo in aiuti finanziari per poter permettere la sistemazione delle infrastrutture essenziali per dare un servizio consono ai cittadini e per poter ultimare la sistemazione delle strutture ricettive in coerenza al contesto montano e in linea alle direttive regionali”.

QUANDO NASCE? – È probabile che in una prima fase l’insediamento sia stato caratterizzato da forme poco accentrate e che solo in un secondo tempo, probabilmente tra il XII ed il XIII secolo, con l’espandersi della signoria dei Collalto sulla zona, i nuovi signori abbiano provveduto ad accentrare la popolazione in un unico centro fortificato. Come altri paesi limitrofi, anche Collegiove fece per lungo tempo parte della baronia di Collalto, di cui divenne feudo dipendente seguendone le vicende storiche nel corso dei secoli. Il nome “Collis Iovis” compare per la prima volta nel 1252 nel registro delle chiese presenti nel territorio della diocesi di Rieti. A ridosso del paese il Monte Cervia ed il Monte Navegna, da cui prende il nome la splendida riserva naturale che, oltre Collegiove, comprende anche i comuni di Marcetelli, Varco, Paganico, Ascrea, Nespolo, Collalto, Castel di Tora e Roccasinibalda, per un totale di 3.624 ettari.

Raggiungibile in un’ora di cammino, tutta la riserva è caratterizzata da folti boschi di faggi, castagni, olmi, querce, noccioli e aceri nei quali vivono aquile reali, lupi (riavvistati di recente) e gatti selvatici. Sul monte Cervia c’è un sistema di grotte carsiche noto come “Grotte di Paganico”, ancora da esplorare. Il Navegna non è da meno: la parete che guarda verso Est, cioè verso Varco e Marcetelli, ha un aspetto impressionante, molto ripido, per cui viene utilizzato come palestra di roccia molto singolare. La Riserva Monte Cervia e Navegna si raggiunge da Rieti tramite la Turanense o la Cicolana. Da Roma con l’autostrada per l’Aquila, uscita a Carsoli. Chi ama l’archeologia può trovare qui un sito interessante: i ruderi di Mirandella, nucleo fortificato di epoca medievale.

COSA VEDERE? – A Collegiove, essendo questo un borgo immerso nella natura incontaminata, si potrà godere di meravigliose passeggiate. Particolarmente interessante è visitare la riserva naturale dei Monti Cervia e Navegna che si estende per circa 3600 ettari all’interno dei bacini idrografici del fiume Salto e Turano, interessando il territorio di ben 9 Comuni: Ascrea, Castel di Tora, Collalto Sabino, Collegiove, Marcetelli, Nespolo; Paganico Sabino, Rocca Sinibalda e Varco Sabino. La riserva si caratterizza per la presenza di paesaggi eterogenei, frutto delle peculiarità climatiche, geomorfologiche e vegetazionali ma anche della presenza dell’uomo di cui sono peculiarità i bacini idrici artificiali del Salto e del Turano.

Sicuramente di grande importanza è la chiesa di S. Maria: l’antica chiesa parrocchiale che conserva al suo interno numerose opere di artisti locali e due splendidi campanili del XVI secolo. Nella chiesa è conservata inoltre una grande tazza marmorea di età romana trovata a Colle Santo e usata come acquasantiera.
Nel territorio comunale è stato poi creato anche un Museo della Civiltà Contadina, che merita una visita, questo è sito in Via Umberto I (Locale Ex Biblioteca adiacente alla Chiesa). Il museo nasce con il fine di rivalutare e ridare la giusta importanza alla memoria storica della vita contadina per ristabilire gli antichi legami con il proprio passato e testimoniare gli aspetti materiali di una civiltà che, attraverso la fatica del lavoro dell’uomo, ha tramandato per secoli i riti della società contadina: si tratta di un museo fatto con la collaborazione dei cittadini che abitano questo splendido borgo.

Per questo gli stessi organizzatori del museo chiedono sempre di donare qualsiasi oggetto ci si trovi in casa che faccia parte della civiltà collegiovese. Di Collegiove si ameranno le silenziose passeggiate nel centro storico ma anche la cortesia e la disponibilità dei suoi abitanti che aprono volentieri le porte del proprio paese pronti a raccontare di storie, tradizioni e leggende che si tramandano di generazione in generazione.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Due sono gli eventi che in particolare amano gli abitanti e che richiamano in paese amici, parenti e turisti: l’infiorata in occasione della celebrazione del Corpus Domini che si conclude con un pranzo in compagnia organizzato dalla Pro Loco del posto; e anche la giornata degli “Spaventapasseri in Festa”, una splendida occasione, che vede la partecipazione di tutti gli abitanti, nella creazione tra le vie comunali di tanti spaventapasseri tra stand gastronomici e di artigianato. Un’occasione, questa per, riscoprire il valore dei sapori della tradizione ma anche per far divertire i più piccoli.

Print Friendly, PDF & Email