Tariffe Aps, i consiglieri Sebastiani, Casanica e Calabrese scrivono ai sindaci reatini

Lettera aperta dei consiglieri Andrea Sebastiani, Giosuè Calabrese, Roberto Casanica sulla questione Aps ai sindaci del territorio.

Preg.mo Sindaco/Gent,ma Sindaca,
alla luce delle recenti e numerose lamentele mosse da Cittadini e Sindaci in merito alle tariffe idriche e gestione del servizio da parte della “in house” Acqua Pubblica Sabina S.p.A., lo scorso 30 giugno si è riunita presso il comune di Rieti la competente commissione consiliare bilancio con l’intento di avviare un percorso partecipato utile a fare chiarezza ed analizzare in maniera puntuale le criticità riscontrate e tutto ciò che, con ogni evidenzia, potrebbe essere migliorato nella gestione del servizio idrico integrato dell’ATO3.

Considerata la trasversalità delle questioni esposte inerenti ad un servizio di pubblica utilità, certamente avulse da qualsivoglia logica di appartenenza politica, i sottoscritti consiglieri Comunali hanno inteso promuovere un’azione allargata per favorire il coinvolgimento di tuti i sindaci dei Comuni interessati nell’auspicio di riuscire a portare avanti strategie condivise.

Nell’assoluta consapevolezza di quanto sia oggi più che mai difficile per gli amministratori locali trovare il giusto equilibrio tra lo sviluppo dei servizi al cittadino ed il contenimento dei costi, è ancor più necessario un appello al senso di responsabilità dei Sindaci, che rappresentano, prima ancora di Aps, il senso di prossimità con i cittadini al fine di ricondurre, laddove possibile, il servizio idrico ad una tariffa equa e sostenibile in un tessuto sociale fortemente indebolito dalla crisi economico/sanitaria.

Entrando nel merito della commissione consiliare, le tematiche affrontate e che hanno acceso il dibattito con il Presidente del CDA di A.P.S., dott. Maurizio Turina (presente in commissione), hanno interessato principalmente la questione delle tariffe del servizio, le modalità di reclutamento del personale e il conferimento di consulenze, l’insufficiente trasparenza ed evidenza pubblica di affidamenti di servizi esterni e l’analisi generale sugli organi tecnico/amministrativi coinvolti nella gestione.

Procedendo con ordine, di seguito una traccia di quanto dibattuto:

Soggetti coinvolti nella gestione:

In ordine, al di sopra delle parti c’è l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che ha il compito di regolare il servizio idrico in tutta Italia attraverso delle deliberazioni che devono essere messe in pratica dai gestori e che riguardano tutte le sfaccettature del servizio idrico, bollettazione, modalità di presentazione delle bollette, coefficienti di qualità, tempi di attivazione dei servizi, penalità. Accanto all’attività regolatoria Arera svolge anche quella di verifica che i gestori operino secondo le deliberazioni emanate.

Tutte le deliberazioni di Arera vengono calate dagli Ato (Ambiti Territoriali Ottimali), il soggetto regolatore locale, costituiti principalmente dalla Provincia che ha come braccio operativo la Segreteria Tecnico Operativa deputata a applicare le deliberazioni dell’Arera sul territorio, mettendo sostanzialmente in pratica le indicazioni valide a livello nazionale sul territorio.

A chiudere c’è il gestore unico “in house” Acqua Pubblica Sabina S.p.A. che è il soggetto pubblico tenuto a mettere in atto tutto quello che è previsto dall’ente di regolazione e deve gestire il pacchetto dei servizi del servizio idrico integrato, rispettando comunque, stante la natura totalmente pubblica, i principii di trasparenza e imparzialità anche oltre le esigenze minime di legalità.

Approvazione Tariffe:

La tariffa viene costruita dal soggetto regolatore locale sulla base delle indicazioni di Arera per la copertura dei costi operativi, come i costi personale, energia, smaltimento rifiuti, interventi, e dei costi di investimento come la sistemazione degli impianti. Commisurati agli anni di ammortamento, per quota a parte i costi di investimento vengono fatti confluire nelle tariffe, l’Ato rileva tutti i costi di gestione dell’intero sistema idrico integrato, raccoglie, mappa e verifica e li declina nella tariffa.

E’ del tutto evidente come il rimpallo di responsabilità sulle tariffe idriche approvate secondo il metodo tariffario MIT-2 abbia evidenziato una sorta di cortocircuito tra chi è deputato a proporre all’approvazione della conferenza dei sindaci il piano tariffario, il soggetto gestore obbligato ad applicarlo e l’ARERA tenuta a deliberarne l’approvazione finale.

In tutto questo contesto, in cui il gestore ha forse supplito in competenze non prettamente allo stesso spettanti sostituendosi troppo spesso all’ATO, è risultato evidente come i Sindaci si siano trovati in difficoltà, rispondendo tra l’altro con una partecipazione minima alla conferenza tenutasi in data 25 ottobre 2018, che ha addirittura registrato la mancanza del Sindaco del Comune capoluogo, nella stessa assise chiamati ad una votazione non pienamente informati, nel merito, di cosa avrebbe realmente comportato in termini di incrementi tariffari.

Considerato che a breve ci si appresterà all’approvazione del nuovo piano tariffario definito da ARERA per il terzo periodo regolatorio (MTI-3) di cui alla deliberazione dell’Autorità 518/2018/R/idr, l’auspicio è che i Sindaci siano da subito messi nelle condizioni di poter arrivare al nuovo appuntamento per l’eventuale approvazione, perfettamente consci e preparati su tutti gli aspetti tecnici e possibili riflessi sulla cittadinanza (conguagli, effetti retroattivi, etc..).

Doveroso evidenziare come purtroppo il potere decisionale dei Sindaci sulla tariffa sia molto marginale, non potendo più agire su quest’ultima se non influendo in maniera determinante, attraverso il comitato di controllo analogo congiunto ed il C.d.A. di Acqua Pubblica Sabina, sul controllo effettivo dell’operato del management della società indirizzato al contenimento delle spese concorrenti a determinare la tariffa dei servizi.

Un altro aspetto che sta emergendo in maniera diffusa, già segnalato da diversi Amministratori comunali, attiene alle sovrafatturazioni scaturenti da consumi stimati in maniera esagerata e comunque non ancorati a quelli effettivi anche nei casi ricogniti con letture effettive al momento del trasferimento del servizio in capo ad Aps; e’ di immediata percezione che una stima dei consumi completamente svincolata dalla realtà, oltre a gravare in maniera significativa sui cittadini sotto forma di “finanziamenti anticipati alla società”, crea anche presupposti di utili aziendali non realistici e quindi di valori del patrimonio netto aziendale parzialmente evanescenti.

Modalità di reclutamento del personale e consulenze:

Gli avvisi di selezione del personale pubblicati sul sito istituzionale di Acqua Pubblica Sabina, hanno portato alla luce alcune criticità in merito ai criteri selettivi adottati.

Il D.Lgs. 175/16 (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica), in ordine al reclutamento del personale delle società pubbliche, prevede che «le società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica adottino, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di cui al comma 3 dell’articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165», ovvero deve essere applicata la disposizione che prevede il reclutamento del personale della pubblica amministrazione con i criteri del concorso nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità.

E’ del tutto evidente il rischio che una società “in house” possa diventare la longa manus per il perseguimento di obiettivi estranei al pubblico interesse da parte di chicchessia e pertanto in relazione alle procedure di reclutamento delle società pubbliche e/o “in house”, l’unico elemento di garanzia per superare qualsivoglia rischio di illegittimità resti l’obbligatorietà del concorso e/o l’adozione di selezioni trasparenti.

E’ emerso, e nel corso dell’’audizione il Presidente Turina non ha smentito, che la società Aps non si è dotata di un documento inerente la programmazione del fabbisogno di personale dandone, altresì, comunicazione ai Comuni che debbono comunque condividere la pianificazione delle attività in quanto chiamati teoricamente, in maniera diretta e indiretta, a sostenerne gli oneri, né di un regolamento che disciplini la qualificazione e la quantificazione delle preferenzialità, al fine di garantire i richiamati principii di trasparenza e imparzialità.

In sede di commissione si è osservato, inoltre, come nonostante la natura giuridica privatistica di società per azioni, Acqua Pubblica Sabina resti soggetto monopolista nella gestione di un servizio pubblico, interamente costituita con capitale pubblico che ne vede gli enti locali unici soci/proprietari e controllori e come pertanto il buon senso dovrebbe imporre la massima cautela in ambito di reclutamento del personale, disciplinato da una giurisprudenza in materia molto controversa che arriva addirittura ad esporre al rischio nullità i contratti di lavoro che dovessero ad essere ritenuti illegittimi.

Quanto sopra riportato rappresenta un primo approccio alle problematiche sinora riscontrate e vedrà i sottoscritti consiglieri impegnati anche in futuro per focalizzare le criticità che possono inficiare una efficace ed efficiente operatività della società Aps, con negativi riverberi a carico dei cittadini, sia in termini di costi, sia in termini di qualità del servizio fornito, e, pertanto, vi saremmo grati se poteste, in un clima di interscambio, aggiornarci sulle evoluzioni sull’andamento del servizio e sulle iniziative che fossero intraprese.

I consiglieri comunali di Rieti

Foto: RietiLife ©

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