Montasola, una terrazza all’orizzonte tra i colli della Sabina con ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina GrillottiUna scoperta affascinante quella di Montasola, un comune da sempre raccontato, citato e rappresentato nella storia, con una vista mozzafiato a 360 gradi ma anche con eventi e feste che ne raccontano i sapori di una volta.

DOVE SI TROVA? – A 604 m s.l.m. si trova Montasola, detta anche “la Città dei Lauri”, un borgo incantevole arroccato su Monte San Pietro, tra i colli della Sabina, che conta circa 400 abitanti. Nelle giornate limpide è possibile la vista di Roma. L’assessore alla Cultura, Fabio Quintili, lo presenta così: “La promozione turistica del nostro splendido borgo non può prescindere dalla valorizzazione del suo territorio. Oltre al continuo miglioramento del nostro parco naturale ‘Il Monte’ con il suo teatro ed il belvedere che è una vera e propria terrazza sull’orizzonte, sono in atto iniziative e progetti a 360° come la riscoperta e l’implementazione dei sentieri collinari e montani, la ristrutturazione dei palazzi e dell’oratorio, vero e proprio gioiello architettonico, facenti parte dell’Opera Pia Cimini; la creazione all’interno del centro storico di un vero e proprio giardino botanico con piante storicamente presenti nella flora del territorio. In rampa di lancio ci sono il progetto per la costruzione di un campo polivalente per la cittadinanza e per gli atleti disabili e la valorizzazione dei nostri beni archeologici e della nostra area museale”.

QUANDO NASCE? – Il nome originariamente era Curtis de Lauri, che vuol dire Città dei Lauri, mentre quello odierno deriva dalla vecchia nomenclatura del monte che occupa, ovvero il Monte Asola. È proprio la sua posizione isolata che, se da un lato ne ha impedito lo sviluppo economico, dall’altro lo ha conservato nella sua antica bellezza. Le tracce di occupazione del territorio risalgono all’età romana, e sembra che gli antichi imperatori preferissero l’alloro di queste zone per cingersi il capo in onore delle proprie vittorie. Si dice che Mecenate abbia invitato il poeta Orazio da queste parti. Secondo le ultime ricognizioni, nel territorio di Montasola, lungo il corso dell’Aia (citata come Imella da Virgilio nell’Eneide) tra la fine dell’età Repubblicana e i primi decenni dell’Impero Romano, la vallata fu costellata dalla costruzione di imponenti monumenti funerari lungo una rete viaria di percorrenza, che avrebbe dovuto far parte di un sistema molto più ampio ed articolato. Si è rilevata la presenza di diverse tipologie di edifici funerari, anche di considerevoli dimensioni, di una piazza e di un tempio, forse dedicato alla dea Vacuna, divinità molto importante per il popolo sabino. Nell’alto medioevo il territorio (all’epoca centro agrario gestito da padroni con case coloniche) fu riorganizzato, localizzato nel luogo detto “Cità”, e amministrato dall’Abbazia di Farfa. Sottratta all’Abbazia di Farfa prima del 936, il territorio entrò a far parte dei domini della Chiesa, che accentrò la popolazione nel Castrum di Montasola; Celestino III l’11 agosto 1191 con una bolla papale lo rese parte dei castra specialia della Chiesa, cioè uno dei castelli strategici governati dai pontefici, in virtù della posizione dominante sulla valle che collega Roma e Terni. Il nome di Montasola apparve nei documenti solo dal 1253. Nel 1368, il castello fu infeudato a Francesco e Buccio Orsini, figli del defunto rettore del patrimonio Giordano, morto nel 1365, da parte di papa Urbano V, a seconda generazione mascolina con la possibilità di successione delle donne a determinate condizioni. Nel 1404 Papa Innocenzo VII confermò il possesso di Montasola agli Orsini. Sorse un processo tra Battista Savelli, Giovanni e Porcello di Francesco Orsini. Giovanni XXIII (1410) si impegnò a riconoscere Montasola a Battista Savelli, se il processo si fosse risolto in favore del primo; e così fu. Confiscata a Giacomo Savelli, Montasola fu venduta nel 1463 da Papa Pio II a Monsignor Giorgio Cesarini, associato ai fratelli Della Valle e a Marcello Rustici. I Savelli la riscattarono cinque anni dopo, nel 1468. Montasola fu nuovamente sequestrata alla famiglia baronale romana il 15 novembre del 1501 da Papa Alessandro VI e concessa in vicariato a Giovanni Paolo Orsini. Recuperata dai Savelli dopo la morte del Papa (1503), venne nuovamente confiscata a Troilo Savelli ob delicta nel 1592 ed acquisita definitivamente dalla Camera Apostolica. Tra il XVII e il XVIII sec. visse Francesco Cimini, benefattore di Montasola, cui è dedicata anche una via del paese: divenuto ricco all’improvviso per la fortuita scoperta di verghe d’oro nella bottega in cui lavorava come falegname a Roma, fece costruire un ospedale per la cura dei malati del suo paese, ma alla lettura del testamento, in seguito alla sua morte nel 1712, si scoprì che aveva lasciato in eredità gran parte dei suoi averi al Comune di Montasola. Ha reso possibile l’esistenza dell’Opera Pia Cimini l’Ospedale, la Chiesa dell’Oratorio e la Chiesetta del Monte. Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Mirteto (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone di Calvi (1810-1814), come appodiato di Aspra (attuale Casperia). Dopo l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1860, il comune entrò a far parte della provincia di Perugia fino al 1927 (con una parentesi nella provincia di Roma dal 1923), quando entra a far parte della neoistituita provincia di Rieti. L’anno seguente, il comune subì una soppressione che lo vide annettersi al vicino Cottanello, ma nel 1946 tornò indipendente.

COSA VEDERE? – Entrando dalla Porta principale del borgo si può ammirare l’imponente torre, unica sopravvissuta delle 16 che circondavano l’abitato. Appena entrati, si può godere di una vista mozzafiato sulla vallata. Salendo le scale, si può accedere ai caratteristici vicoli che salgono in maniera concentrica fino alla Rocca (il punto più alto) e che si aprono qua e là su scorci suggestivi. Il centro storico è completamente pedonale, dunque si può arrivare in cima in completo relax. Un classico esempio di architettura medievale. Il centro storico è uno dei meglio conservati, nel rispetto dei canoni storici-architettonici, ed è elemento centrale del sistema territoriale, in quanto racchiude le esperienze materiali ed immateriali, nonché l’essenza culturale della comunità. Al suo interno trovano sede diversi luoghi simbolo della comunità locale tra cui la sede comunale che affianca la Chiesa Parrocchiale, dedicata ai SS Pietro e Tommaso che presenta l’epigrafe che dà l’informazione sulla data di fondazione del comune e che presenta all’interno diverse opere d’arte sacra, e i diversi palazzi nobiliari che conservano ancora tratti distintivi (come gli splendidi portali con chiave di volta). Ci sono i palazzi settecenteschi appartenuti all’ex Opera Pia Francesco Cimini che comprende l’ospedale, l’antica farmacia e l’ambulatorio. Inoltre dentro il borgo sono situati il forno e il pozzo comunale di recente restauro, il monumento ai caduti delle due guerre mondiali, le tre mostre permanenti dedicate al patrimonio immateriale delle vite degli uomini e della comunità che in essi vivono o hanno vissuto; completano il quadro due alberi monumentali di Leccio Quercus ilex, vere meraviglie botaniche che mantengono uno stretto rapporto ambientale e paesaggistico con il territorio circostante insieme alle due aree verdi pubbliche della Rocca e della passeggiata “Francesco Cimini”, rari esempi di spazi verdi all’interno di un centro storico. La chiesa dell’Oratorio SS Crocifisso fa parte del sopracitato complesso denominato dell’Opera Pia Cimini, insieme a un Ospedale, adiacente all’Oratorio, alla chiesetta del Monte e a diverse proprietà in Sabina e a Roma. Unica nel suo genere in tutto il circondario, la cappella è ricca di straordinari gruppi marmorei e di splendidi dipinti tra cui spicca, sul meraviglioso altare in stile barocco, la tela della SS. Concezione, attributo se non al pittore Antonio Ghepardi, ad un suo allievo molto vicino al maestro. Questa tela è interscambiabile con un crocifisso ligneo mediante un argano ancora funzionate, caratteristica che rende ancora oggi l’altare unico nel suo genere. Il Santissimo Crocifisso era il simbolo dell’Oratorio dell’Opera Pia (come emerge dalle carte che riguardano il complesso). La tradizione popolare attribuisce ai putti marmorei alla scuola del Bernini. L’Oratorio segue perfettamente i canoni dello stile barocco, come era nelle volontà del mittente Francesco Cimini, ispirato dalle chiese che frequentava a Roma in quel periodo. L’Oratorio condivide con l’adiacente chiesa di S. Michele Arcangelo il campanile e due delle quattro campane. La Chiesa di San Michele Arcangelo, sempre all’interno dell’abitato è probabilmente la più antica all’interno delle mura, risalente alle origini stesse del paese. Fino al 1950 Montasola condivise due chiese parrocchiali contemporaneamente, poiché la comunità è particolarmente legata alla figura dell’Arcangelo. All’interno presenta la tipica struttura romanica a navata unica e conserva il pavimento originale, su cui si osservano i chiusini di due tombe e la pietra di un ossario nella sacrestia. All’interno ci sono tre altari con diverse tele. All’interno è rimasto l’antico passaggio che collegava la chiesa agli appartamenti nobiliari senza passare per la strada pubblica. La Chiesa di Santa Maria delle Murelle è invece sicuramente costruita sui resti del primo insediamento, e presenta sulla facciata dei bassorilievi fitomorfi, zoomorfi e antropomorfi. Al centro della facciata si apre una bella monofora, intorno alla quale sono disposte tre sculture molto interessanti: in alto un uccello, forse un’aquila, lateralmente, su due colonne con capitelli, due leoni. Questa Chiesa, che oggi conserva solo funzioni funerarie, si trova all’interno della principale attrazione di Montasola: il parco comunale “Il Monte”. Situato alle spalle del centro storico, rappresenta un unicum, grazie alla sua posizione alta e panoramica. Al suo interno dimorano centinaia di cipressi, diverse qualità di pino e da diversi anni l’ambiente è stato impreziosito dalla coltivazione di lavande e salvie che accompagnano il visitatore lungo il sentiero che costeggia l’area. Palcoscenico di tutte le manifestazioni, ha ospitato spettacoli di molti artisti come I Camaleonti, i Dick dick, i Cugini di campagna, Formula 3, oltre alle mostre e sagre tipiche di Montasola. Al suo interno troviamo una piccola chiesetta di antiche origini, un’area attrezzata per bambini, un bar e una cucina, servizi, una terrazza panoramica, un teatro greco (costruito in epoca recente) e una sala multifunzionale. La sua posizione permette di avere una vista panoramica di buona parte della Sabina Tiberina, del viterbese e dell’area ternana. Un versante ha come cornice i monti sabini tra cui la montagna di Montasola con i suoi 1258 m. Inoltre è luogo adatto per ammirare il tramonto al calar della sera. Nei dintorni si trova la fontana di Fonte Vecchia, notevole per la sua architettura che si snoda da località Forcella fino alla Madonna di Cottanello.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Durante l’anno il borgo di Montasola funge da scenografia alle manifestazioni tradizionali enogastronomiche più rilevanti della zona come il “Mercato dei Sapori… Come una Volta… Dalle Cantine alle Piazze”(ultimo sabato di luglio), con la riapertura delle vecchie cantine dentro le quali vengono servite le pietanze locali, e la “Sagra del Polentone e delle Polente Tradizionali” (periodo natalizio) piatto tipico d’eccellenza della trazione Sabina, eventi che hanno tra le loro principali finalità la riscoperta, da parte di un sempre più numeroso pubblico nazionale ed internazionale, del territorio sabino, di cui Montasola si erge a esempio per incontaminata bellezza e salvaguardia del territorio. Al parco comunale da oltre 30 anni ogni fine settimana di maggio viene organizzata la Sagra della Fregnaccia, una sorta di crespella composta di farina e acqua, uova, sale e la mentuccia, piatto tipico per eccellenza di Montasola. A settembre ha luogo il Made in Sabina, un mercato a cui partecipano tutti i produttori agricoli e artigiani della Provincia di Rieti e oltre. Inoltre spesso ci sono rappresentazioni teatrali e musicali al teatro greco, oltre ad altri eventi mangerecci e goliardici allietati dal servizio cordiale e impareggiabile del bar del monte, “Il Canto del Gallo”.

Foto: Ilaria Alleva ©

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