Medici Medicina Generale. “Pronti ad azioni eclatanti se Asl non ci ascolta”

Riceviamo e pubblichiamo la nota del direttivo dei medici di medicina generale di Rieti, presieduto da Renzo Broccoletti.

Colleghi, il Direttivo FIMMG DI Rieti, a seguito di numerosi colloqui intercorsi dall’inizio della pandemia SARS-COVID 19 con la Direzione Aziendale, le comunicazioni loro inviate, denuncia il completo abbandono del Territorio in modo particolare dei MMG.

  • Chiusura degli ambulatori specialisti ASL/Ospedale, chiusura degli ambulatori Ambu-Fest MMG e PLS senza vera programmazione per le patologie croniche, solo urgenze, anche per le analisi.
  • Nonostante fossero stati nominati dal Direttore Sanitario i due Colleghi (Dr. A. Ippoliti e la Dr.sa E. Migliacci, membro della CAPI) come membri della commissione di emergenza COVID 19, NON sono mai stati convocati e nemmeno hanno ricevuto comunicazioni dalla stessa;
  • L’assenza completa dei D.P.I.. Ridicolo la distribuzione di un unico D.P.I. per UCP come se i MMG non svolgessero la loro attività lavorativa sia ambulatoriale che domiciliare;
  • La mancanza di un Coordinatore della Medicina Generale, ha creato l’assenza di una linea comportamentale e di un metodo di lavoro unico, di protocolli terapeutici da adottare;
  • Nessun contatto con il SISP (secondo il DPCM era obbligatorio da parte del SISP informare il MMG tramite email delle condizioni del paziente che aveva effettuato il tampone, anche per effettuare la certificazione per il lavoro);
  • Unico contributo è stato ed è tutt’ora la chat ideata dal Direttivo della FIMMG dapprima con il Dr G. Coppa (allora responsabile delle pubbliche relazioni della ASL ore trasferitosi in altra ASL) e tutt’ora attiva con il Dr. M. Bustini, attraverso la quale riceviamo notifiche da parte del SISP riguardo pazienti COVID 19 positivi, richiedere tamponi attraverso l’email siero-prevalenza ai pazienti siero positivi. Inoltre attraverso tale chat abbiamo cercato di darci un unico metodo di lavoro, di evidenziare criticità operative e preoccupazioni, di attuare protocolli terapeutici anche grazie attraverso la collaborazione di qualche specialista per conoscenza personale;
  • I MMG, gli operatori del Territorio NON sono stati presi in nessuna considerazione neanche dal punto di vista della prevenzione (assenza di tamponi), abbiamo continuato la nostra attività lavorativa domiciliare/ambulatoriale con tutte le precauzioni possibili;
  • Le USCA e le USCAR che fino hanno fatto? Ci sono state delle riunioni, ma senza seguito.

PROPOSTA (se l’AZIENDA ASL DI RIETI VUOLE VERAMENTE LA FAMOSA CENTRALITA’ DEL TERRITORIO, COME PREDICATO DA TUTTI):

  • l’istituzione di una Commissione Territoriale con la partecipazione del D.S., dei Direttori dei due Distretti, dei rappresentati dei MMG delle varie organizzazioni sindacali, delle varie branche specialistiche (infettivologo, pneumologo, ecc.) con lo scopo di formulare dei protocolli operativi, delle line guide uniche per tutta l’Azienda da seguire in caso di risveglio della pandemia, di eseguire uno studio epidemiologico monitorando la popolazione attraverso test sierologici per verificare e controllare la diffusione del virus a livello territoriale;
  • Creare un canale DIRETTO E CONTINUO preferenziale con il SISP Aziendale attraverso un canale telefonico e via email con la possibilità di prescrivere direttamente il tampone secondo le linee guida condivise;
  • Potenziare l’ADI e l’ADP, aumentare la disponibilità territoriale delle varie branche specialistiche;
  • Sviluppare la telesorveglianza attiva per i pazienti fragili e cronici domiciliati attraverso la telemedicina e l’APP e la distribuzione di pulsossimetri (vera integrazione tra il MMG, personale ADI, il CAD, con la creazione di commissioni coordinate dal MMG con la collaborazione del MEDICO SPECIALISTA TERRITORIALE e dell’INFERMIERE-ADI).
  • E’ necessario che il Medico di Famiglia entri nella dinamicità della rete ospedaliera. Abbiamo fatto tante riunioni per lo sviluppo dei PDTA secondo le linee guida del DCA del 2017 (BPCO, Diabete, Scompenso cardiaco, Artrite Reumatoide), però senza un seguito.
  • Il MMG deve riacquistare la centralità all’interno delle case alloggio, delle RSA, mettendoci nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro nella gestione delle patologie acute e croniche secondo la miglior pratica clinica anche in forma integrata con l’assistenza specialistica, infermieristica e riabilitativa, in collegamento se necessario con l’assistenza sociale. Necessario anche l’accesso del medico di famiglia presso gli ambienti di ricovero nelle sue varie fasi.

CRITICITA’:

La reperibilità telefonica, la telemedicina con i costi a carico del MMG, il decreto legge “rilancio” che introduce le USCA (nella nostra Azienda mai prese in considerazione se non con delle riunioni informali ma mai operative), le API, l’infermiere di famiglia  e di comunità e la  farmacia scelta dal paziente,  la mancanza cronica del Consiglio dei Sanitari decaduto da tempo e mai rinnovato,  sono tutte realtà che stanno mettendo a dura prova e in pericolo la figura del MMG, il rapporto medico paziente, diventeranno pericolose per la nostra figura soprattutto nella fase due, se non viene fuori un nuovo Accordo Regionale che regoli la fase vaccinale, con la presenza dell’infermiere all’interno delle UCP, ed istituisca delle procedure (test sierologici) che ci permettano di fare diagnosi differenziale tra infezione covid ed influenza.

Il Direttivo FIMMG ha deliberato l’eventuale chiusura degli ambulatori della Medicina Generale, come segno di protesta, se persiste questo stato di indifferenza e di trascuratezza del Territorio, guardando con preoccupazione anche la seconda fase della pandemia ricordando che circa il 60% dei medici deceduti sono stati medici di famiglia!

Foto: RietiLife ©

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