Ultimo giorno di scuola: niente gavettoni e festa. Brindisi davanti al pc aspettando maturità e settembre

(di Christian Diociaiuti) Stamattina vi avremmo proposto foto di volti sorridenti, cancelli spalancati, gavettoni, libri in aria. Non sarà così a Rieti e in tutta Italia. Oggi, ultimo giorno di scuola – complice anche il tempo, ma non solo quello – non vedremo le scorribande di scolari festosi in viale Maraini o in centro, davanti ai loro istituti. L’anno scolastico “horribilis” 2019-2020 si chiude davanti al computer. Un brindisi tutti collegati su Zoom, un invito su ClassRoom. E via.

È l’emblematica deadline di tre mesi di pandemia. La scuola si è salvata. La scuola ci ha salvati. Almeno dal canto suo. Dodici milioni di persone in tutta Italia, migliaia nel Reatino, tra studentesse e studenti di ogni età, docenti e prof, genitori e nonni, tecnici, assistenti, personale vario, sono restati a casa per il bene loro e di tutti. Il loro è stato un sacrificio, a scapito della conoscenza e anche un po’ del diritto di studiare. Perché parliamoci chiaro: la classe è la classe, col suo rumore di fondo, le risate, i silenzi, i confronti, i litigi. Gli sguardi. Non è sostituibile da un computer, da una linea che traballa e non sostiene una videochiamata, dagli esercizi da fare scritti in pochi KB.

Prof e studenti si sono ritrovati a lavorare il doppio, il triplo del tempo. Forse con risultati minori. Ma non per loro demerito. Ma perché la classe è classe. È stata una telescuola, non una smart scuola. E se ne sono accorti tutti.

Col nuovo decreto è stato tracciato il futuro, virus permettendo. Almeno della ripresa, non si può dire dei contenuti. Si torna tra i banchi a settembre, distanziati, con le mascherine e speriamo senza plexiglass. Viene da dire “come ci siamo ridotti”: dobbiamo pazientare ed abituarci, dalla scuola alla movida, dalla spesa alla fila dal medico.

Intanto gli studenti dovranno costruire il loro futuro dopo l’anno orribile della pandemia. Qualcuno, però, la sfida non l’ha ancora conclusa: sono i maturandi col loro esame “Abarth”, un esame speciale, modificato, per aprire le porte al lavoro o all’università. Tutto in un’oretta. Niente prima, seconda, terza prova. Orale. Sarà un esame Abarth e dunque rombante? Non lo sappiamo. Aspettiamo e auguriamo a ragazze e ragazzi di goderselo comunque. Anche se non sarà da “chitarra e pianoforte sulla spalla” ma quasi in solitudine. Davanti ai prof con la mascherina.

Nella foto, un abbraccio tra compagni di classe: è la maturità 2019

Foto (archivio): RietiLife ©

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