Collalto Sabino, un luogo dell’anima da scoprire in una visita virtuale con ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina GrillottiUn “luogo dell’anima” in cui rimanere in pace con se stessi, riscoprire la storia, percorrere le stradine in selciato sentendosi in armonia con l’intero paese, questo e tanto altro è Collalto Sabino, la visita virtuale che faremo oggi.

DOVE SI TROVA? – Collalto Sabino si trova arroccato su un colle a 1000 metri di altezza, e a circa 40 minuti da Rieti. Il comune si estende per poco più di 22km quadrati ed è confinante con la Riserva dei monti Cervia e Navegna, i monti Lucretili e Simbruini e con la Valle del Turano, per questo è (normalmente) meta tutto l’anno di diverse escursioni. A presentare il comune di Collalto, a nome dei suoi 396 cittadini, è il sindaco, Maria Pia Mercuri: “Collalto, il paese di cui mi onoro di essere primo cittadino, è un luogo dell’anima. Il borgo antico, su cui svetta il maestoso castello, è situato in una posizione che consente la vista della valle sottostante e rappresenta un ponte tra la Valle del Turano e la Piana del Cavaliere. Il castello nasce intorno all’anno mille e arriva, ben conservato, fino ai giorni nostri. Il paese è costruito in pietra tufacea e conserva intatta la sua cinta muraria. Ho parlato di luogo dell’anima perché chiunque viene a visitare il paese ne resta incantato: vicoli silenziosi si snodano in un piccolo labirinto che conduce il visitatore in un viaggio a ritroso nel tempo. Il silenzio, il verde dei boschi, l’aria pulita, i colori intensi, rappresentano la nostra ricchezza. Abbiamo la fortuna di vivere in un luogo bello, ricco di storia e di cultura, un luogo in cui i ritmi sono quelli giusti per coltivare i rapporti umani. Un luogo dove gli anziani hanno il loro posto e riescono a riversare la propria esperienza e la propria memoria sui più giovani, in un continuo temporale che dà il senso dell’armonia. Nonostante l’esiguo numero di abitanti, il paese è molto attivo e numerosi sono gli eventi organizzati dalla locale Pro Loco. Durante il periodo natalizio, le antiche e affascinati cantine del borgo vengono aperte per ospitare i manufatti di artigiani provenienti da tutto il centro Italia. Siamo innamorati del nostro paese e siamo impegnati in una strenua resistenza perché esso continui a vivere e continui a regalare a chi ci vive e a chi viene a visitarlo intense e forti emozioni”.

QUANDO NASCE? – Il paese di Collalto Sabino affonda le radici in un’epoca antica, pre-romana, ma si è sviluppato per lo più durante il periodo longobardo, la cui popolazione nell’Italia meridionale detenevano i ducati di Spoleto e Benevento. Fu infatti a quell’epoca che risale la distruzione del villaggio di Carseoli che sorgeva ove attualmente si trova Collalto. A questa distruzione si aggiunsero poi delle scorrerie portate avanti dai Saraceni, che indussero i pochi abitanti rimasti nel luogo a costruire una primitiva torre di difesa attorno alla quale si costruì poi il moderno abitato.
Più tardi, intorno al X secolo l’area comunale divenne un castaldato che passò nel secolo successivo all’Abbazia di Farfa che la cedette successivamente alla famiglia dei Marsi ma con l’obbligo di corrispondere un canone annuo alla comunità religiosa locale. La particolare posizione del Borgo, posto al confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno normanno di Napoli, lo rese un punto strategico a tal punto che venne visitato dall’Imperatore Federico II di Svevia durante un suo viaggio verso Rieti. Proprio in questi anni il Borgo godette di particolare autonomia, tanto che gli fu concesso il diritto di battere moneta e di costruire un castello: così venne costruita la prima cinta muraria della città. Nel 1297 il borgo viene ceduto da Carlo D’Angiò nuovo re di Napoli. Il Borgo fu successivamente feudo baronale di diverse famiglie nobili italiane. Il 3 febbraio 1861 il castello e l’abitato di Collalto Sabino subirono un cruento assalto da parte di una folta banda di briganti formata da soldati borbonici sconfitti alla guida di Francesco Luvarà, reparti dell’esercito pontificio e delinquenti comuni alla guida del famoso brigante Chiavone. L’assalto era stato realizzato in opposizione al plebiscito del 1860 che annetteva il Regno delle due Sicilie al neonato Regno d’Italia, dopo che l’orda venne placata, il Borgo venne annesso al Regno d’Italia inseguendo dall’ora le orme della storia patria.

COSA VEDERE? – L’attenzione del visitatore viene certamente, sin da subito, colta dal Castello di Collalto, ancora in piedi, che è situato a 1000 metri e domina la Piana del Cavaliere: il castello fu rimaneggiato diverse volte ma la restaurazione del 1500, in particolare, lo trasformò in una vera e propria fortezza ottima per l’uso militare: infatti all’interno si trovano torrette di avvistamento e piazzette di controllo ma anche i luoghi adibiti al posizionamento dei cannoni. Tra le due scale di accesso al castello sono poste le epigrafi che ricordano i passati interventi di riattamento e miglioramento: del Cardinale Francesco Barberini del 1712, del Conte Corvin-Prendowski del 1895 e della famiglia Giorgi Monfort nel 1932/34. Imperdibile nella visita al castello gustarsi la visuale del Gran Sasso, del Terminillo e della Majella dai merli.
Visitare il paese significa però anche percorrere a piedi gli stretti vicoli in selciato e ammirare i portali in pietra delle abitazioni, percorrendole si arriva alla piazza principale, denominata Vittorio Emanuele II, nella quale si trova e si può ammirare la meravigliosa fontana ottagonale. All’interno del borgo meritano inoltre una visita il palazzo Latini del XVII sec., recentemente ristrutturato e nei pressi del cimitero la chiesa di Santa Lucia, risalente all’XI sec., dove è conservato uno splendido affresco del 1500.
Appena fuori dal centro abitato, uno splendido portale del XV secolo apre al Convento di Santa Maria di fronte al quale ci si sente catapultati in un glorioso passato, a causa del fatto che si trovano, proprio in questo luogo, le rovine dell’antico castello di Montagliano, anche denominato Montagliano sfondato. Il castello, fondato probabilmente intorno al IX sec., e successivamente ceduto all’abbazia di Farfa, fu occupato da piccoli nuclei della popolazione rurale. Nel 1268, la vittoria di  Carlo d’Angiò Su Corradino di Svevia a Scurcola provocò il declino di Montagliano, che era rimasto fedele alla Casata Sveva. Montagliano fu definitivamente abbandonato alla fine del 1600.
Infine percorrendo un sentiero turistico, ci si può inerpicare sul monte San Giovanni, sulla cui sommità si trovano i resti di una antica Abbazia edificata sul preesistente tempio romano.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Tra gli eventi più conosciuti (che salteranno quest’anno per la pandemia) c’è sicuramente la famosa festa che si svolge durante tutto il mese di agosto dal nome “Aestas”: le serate di festa iniziano il 1° agosto con spettacoli dal vivo e musica, ma anche teatro, buon cibo della tradizione e una calda accoglienza dei cittadini. Una lunghissima festa, insomma, che richiama ogni sera centinaia di persone dalle vicinanze, da Rieti, ma anche da Roma.

Nel periodo natalizio poi vengono aperte le cantine del borgo antico e ospitati, in questi spazi espositivi caratteristici, artigiani e piccoli produttori. I vicoli del borgo vengono invasi dalle note natalizie della musica in filodiffusione e viene allestita una cantina dove saranno accolti i bambini che vorranno incontrare Babbo Natale a cui lasciare la classica letterina. Durante questa manifestazione sarà possibile assistere a spettacoli di arte varia con speciale attenzione per artisti come zampognari, che si esibiscono negli angoli più caratteristici del borgo. In quei giorni i bambini potranno percorrere le vie del paese sul dorso di pony e piccoli asinelli.

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