La lotta di Ivano Panitti con il coronavirus: “Ossigeno e prelievi dolorosi. Fate attenzione in fase 2. Battuta la paura della solitudine con tanti messaggi”

(r.l.) “State attenti: voglio dare questo messaggio per far sì che la gente sia responsabile. Colgo l’occasione per ringraziare tutto il personale medico, infermieri, e oss per la professionalità e il comportamento amichevole. Mi avete ridato la vita. vi voglio bene, un abbraccio a tutti”. Sono le parole di un reatino, Ivano Panitti, che affida a RietiLife il suo grazie a chi lo ha salvato. Sì, Ivano ha avuto il coronavirus e dopo una bella lotta, è guarito. Si trova a casa, tra i suoi affetti. È uno dei quasi 400 positivi del Reatino. Appassionatissimo di basket, anima del gruppo social “Amici per la Sebastiani“, Ivano ha 62 anni appena compiuti.

Ha raccontato il suo calvario via social, mentre ancora non ha capito come ha contratto il virus. “Il 30 marzo mi ammalo e penso sia solo influenza: 37,5°C la mia temperatura. Il giorno dopo 38, poi 39 la sera e 38 la mattina. Il medico chiama il covid e mi viene a prendere il 118. La sera del 3 aprile sono in ospedale: passo 3 giorni al pronto soccorso per poi essere trasferito al reparto malattie infettive dove iniziamo con la terapia dell’ossigeno (ho leggeri problemi respiratori). Mi curano con protezione allo stomaco, flebo di soluzione fisiologica e di vitamina C, antibiotico, prelievi del sangue tutte le mattine e il pomeriggio controllo saturazione sangue prelevando sangue dall’arteria per l’emogas (dolorosissima). Dopo 3 giorni a malattie infettive, causa lieve peggioramento per la respirazione, vengo trasferito al covid 2: è il 9 aprile” scrive Panitti.

“Dal 9 al 12 aprile vengo assalito dalla paura e dalla depressione. Paura di non farcela. L’aiuto dell’ossigeno aumenta ogni giorno. Da 4 volumi sale fino a 15 volumi: non reagisco, mi sento debole, la paura aumenta, ma proprio a Pasqua ricevo tantissimi messaggi per gli auguri. La notizia che sto male inizia a diffondersi e la vicinanza di tutti quelli che mi conoscono è la scintilla per riaccendere in me la voglia di lottare. Lotto non solo per me ma anche per la donna che sta al mio fianco, Mariapia. Con lei abbiamo tante cose da fare. Poi perché un’amica speciale a maggio diventerà mamma e dopo di lei, a giugno, la mia amatissima figlia Arianna mi darà la gioia di diventare per la seconda volta nonno” dice Ivano.

“Reagisco, sopporto tutto il dolore degli aghi che ora odio, i miei polsi e le mie braccia sono pieni di buchi ed ematomi, ma la lotta inizia a dare i suoi frutti. Il livello dell’ossigeno di cui ho bisogno, smette di salire, giorno dopo giorno. Il 22 aprile e poi il 24 aprile mi fanno i due tamponi entrambi negativi (quindi sono guarito dal virus) ma non sono guarito dai danni ai polmoni. I medici dicono che la mia situazione è molto buona, ma nei polmoni i due versamenti – anche se si sono ridotti di molto – sono ancora presenti. Chiedo ‘Quanto tempo ci vuole ?’. Mi rispondono ‘diciamo che con 4/5 giorni dovrebbero sparire, intanto l’ossigeno non devo tenerlo per 24 ore ma posso gestirlo e non usarlo nell’arco della giornata. Ci sono voluti più giorni: oggi, 4 maggi,o sto tornando a casa sono felicissimo. Mi farò la barba, toglierò tutte le macchie lasciate dai cerotti, mi taglierò i capelli e poi una ricca, calda ed intensa doccia. Finalmente sono a casa e posso riabbracciare e vedere i loro sorrisi: tutti i miei familiari, la donna che amo, tutti i miei amici. La cosa più brutta di questa malattia è stata la solitudine che grazie a tutti coloro che mi vogliono bene ho superato. Grazie a tutti”.

Foto: PANITTI ©

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