Il 5°E del liceo linguistico ‘Elena Principessa di Napoli’ dona al De Lellis i soldi del Pranzo dei 100 giorni

Era il 5 marzo quando arrivò la notizia che il famoso pranzo dei 100 giorni a cui tutti i maturandi partecipavano da anni non si sarebbe fatto causa Covid-19. Un mix di emozioni albergavano dentro di noi: inizialmente rabbia,vedevamo un sogno infrangersi,molte erano le domande che ci ponevamo,perché proprio quest’anno e proprio a noi? Finito tutto,riusciremo a festeggiare come fanno tutti i maturandi ogni anno? Che significato ha la maturità senza il pranzo dei 100 giorni? Nel corso dell’ultimo anno del liceo accadranno cose bellissime. Vedrai , sarà il periodo più bello della tua vita e non potrai mai dimenticarlo. Così dicevano i nostri genitori ignari come noi di quello che il destino ci ha messo di fronte,a mano a mano la situazione nella nostra città e nel nostro Paese è peggiorata facendo sfumare i sogni di molte persone e per molti altri anche la vita stessa”: lo scrivono i ragazzi del 5° E del liceo linguistico Elena Principessa di Napoli.

“Noi studenti non avevamo grandi progetti per le mani se non un obiettivo comune: andare tutti insieme verso quella che doveva essere la nostra esperienza più bella e memorabile. A noi è stato tolto tutto ciò ma ovviamente non è paragonabile al dolore che il COVID-19 ha procurato al mondo intero. Abbiamo visto andare via quel piccolo pezzo di felicità , o meglio , l’unico che il virus non ci avesse già sottratto. Tutti insieme abbiamo convenuto che il denaro da noi raccolto non sarebbe mai stato utilizzato per quello che desideravamo e quindi abbiamo deciso che l’unico modo per cercare di donare la felicità era fare un gesto di solidarietà. Quella solidarietà che spinge i medici e gli infermieri e le forze dell’ordine a collaborare fino all’ultimo con lo stesso obiettivo: tornare alla vita di sempre sconfiggendo il nostro nemico comune. Per questo,noi studenti del 5 E del liceo linguistico, abbiamo deciso di donare l’intero importo ottenuto all’ospedale di Rieti e al personale sanitario addetto, convinti che solo con l’aiuto di tutti,si riuscirà a veder prima la luce della rinascita!” concludono gli studenti.

Foto: RietiLife ©

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