Borbona, non solo fagioli. Un ‘piccolo-grande’ comune tutto da scoprire con ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

 

(di Martina Grillotti) Oggi alla scoperta di un comune conosciuto in tutta la provincia per il suo famosissimo fagiolo, ma Borbona è anche molto di più…

DOVE SI TROVA? – Borbona sorge a 760 metri sul livello del mare e si estende per circa 12 km quadrati, il territorio di Borbona dista da Rieti 44 km e conta poco meno di 600 abitanti. A presentarci il comune è il sindaco, Maria Antonietta Di Gaspare: “Borbona è un piccolo grande Comune. Piccolo perché i suoi abitanti sono poco numerosi, ma grande perché rimane nel cuore di tante persone che abitano in altre città ma che tornano ogni festività ed ogni vacanza estiva o invernale a far parte di questa bella comunità, forse un po’ introversa ma fiera e orgogliosa delle proprie origini. Il paese non è attraversato da strade importanti come la Salaria che lo lambisce a 4 km di distanza, e dista solo 7 km dal confine con un’altra Regione l’Abruzzo, che sente vicina per carattere e storia. Si distende in una ampia conca formata dal fiume Ratto, la cui valle si apre sulla sinistra dell’alto corso del Velino, circondato dalle grandi catene del Terminillo, della Laga, del Gran Sasso e dai loro contrafforti collinari. Il suo territorio non è stato interessato da industrie e manifatture che potevano portare si maggior benessere economico ma che per questo motivo è riuscito a mantenere un ambiente integro e incontaminato che lo fa apprezzare ed amare. Circondato da boschi di faggete, querce, pinete promette magnifiche passeggiate, con panorami che arrivano alle cime più alte degli Appennini e da dove si possono scorgere i voli dei grifoni. Tanti pascoli, piccoli casali e pure sorgenti si incontrano sui percorsi, accompagnati da cerbiatti, volpi e tante farfalle. Nella stagione primaverile ed estiva offre la vista di una variegata flora e fragole, lamponi e more. Ha un centro storico ‘La Lama’ che comprende un Convento del ‘600 e bei palazzi. Molte sono le chiese che custodiscono opere di artisti importanti e vestigia antiche. Cielo terso e aria pulita sono le sue più notevoli qualità unite ad una gastronomia semplice ma curata e genuina, venite a trovarci e potrete facilmente provarle”.

QUANDO NASCE? –  Il toponimo è di origine incerta. Potrebbe derivare da un nome personale oppure dalla voce prelatina “bordo” (fango) con terminazione in “-ona”. La tradizione locale vuole che il nome derivi o dal nome di un colle Borbona sopra il quale sarebbe stato costruito il paese, oppure dal nome del condottiero dei Macchialonesi, i quali fondarono un castello presso il quale si sarebbe sviluppato l’attuale paese. Già nel 1906 nel territorio comunale sono stati identificati i resti di insediamenti di epoca romana che fanno pensare che Borbona fosse già abitata in quel tempo, nonostante sia menzionata per la prima volta in una bolla emanata nel 1153 dal pontefice Anastasio IV.

Borbona fu inserita inizialmente nel ducato longobardo di Spoleto e solo in seguito entrò a far parte del regno di Napoli fino a quando, per concessione del re Carlo II d’Angiò, nel XIV secolo, fu annessa alla contea di L’Aquila, della quale condivise le vicende storiche fino all’inizio del XVI secolo. Da quel momento diventò feudo e sottostò al potere del capitano spagnolo Pedro de Yicis, quindi, nel 1570, fu acquistata dalla figlia dell’imperatore Carlo V, Margherita d’Austria.

Alla morte della sovrana, che aveva governato con mitezza e saggezza, venne ereditata dalla famiglia Farnese e all’inizio del Settecento passò stabilmente sotto il dominio della dinastia borbonica. Il violento terremoto che devastò la zona nel 1703 ha pesantemente danneggiato il patrimonio storico-architettonico borbontino, distruggendo completamente la chiesa parrocchiale, ricostruita nel 1737: fino a qualche tempo fa vi si poteva ammirare una splendida croce processionale in argento dorato, lavorata a sbalzo e adorna di bellissimi smalti policromi, poi trasferita al nel museo diocesano di Rieti.

COSA VEDERE? – Visitando ‘La Lama’, troviamo la monumentale chiesa parrocchiale di S. Croce e la preziosa S. Anna. L’interno della parrocchiale è arricchito dall’altare barocco del 1700 che ospita una splendida immagine della santa patrona del paese, Santa Restituta. Oltre agli interessanti dipinti del 1500 e del 1600 la chiesa conserva un importante rilievo forse proveniente dall’antica chiesa medievale scomparsa. Nella facciata esterna della chiesa è murato un rilievo tardo cinquecentesco con Baubo, sicuramente proveniente da una fontana della rocca.

Di grande importanza è poi la chiesa di S. Anna, sopravvissuta integra con il suo raro insieme decorativo, al terremoto del Settecento. Questa chiesa fu edificata alla fine del 1400, è successivamente arredata nel 1600 con altari lignei e nello stesso periodo fu ornato anche il soffitto. Recentemente è tornato alla luce un affresco del primo periodo della chiesa, un S. Antonio da Padova che documenta la locale tradizione francescana con un San Rocco che allude alla peste così frequente nel reatino in quegli anni. Adiacente alla chiesa è ancora visibile quello che fu il convento seicentesco, ormai inagibile.

A valle, altre importanti memorie sono raccolte da altre due chiese di grande rilievo: S. Giuseppe e Santa Maria Assunta. Nel primo sono murati i suggestivi resti medioevali delle chiese scomparse, la chiesa inoltre conserva la Madonna in terracotta attribuita a Carlo dell’Aquila, dei primi anni del 1500, e l’Ecce Homo da Ludovico Carracci: questi testimoniano un passato importante ancora in gran parte da studiare.

In S. Maria Assunta, una chiesa cinquecentesca rielaborata nel 1800, è visibile sull’altare un dipinto che oggi è possibile attribuire a Vincenzo Manenti e bottega. Nella campagna che circonda il paese sopravvivono tre piccole chiese rurali, S. Croce alla pineta, S. Michele Arcangelo e Santa Restituta, un luogo caro alla devozione dei borbontini che nel 1637 ne permisero il restauro con una pubblica raccolta di fondi.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Le feste maggiormente conosciute a Borbona si esprimono nell’ambito di festività religiose ma si è determinata una coesistenza tra sacro e profano motivo per cui al mattino si festeggia il santo, con processione e messa, alla sera si canta e si balla

Le feste di questo genere sono essenzialmente due: quella di S. Maria del Monte che si svolge la quarta domenica di giugno e quella della Natività l’8 settembre. Il momento più particolare di queste feste è sicuramente rappresentato dal ballo della “Pupazza”, grottesco manichino di cartapesta, all’interno del quale una persona balla al suono della tarantella. Il manichino è ricoperto di fuochi d’artificio che bruciano durante tutta la durata della danza, al culmine della quale verranno accesi tutti insieme in una finzione di falò in cui arde la “Pupazza” stessa.

Nel periodo di Natale, una particolare tradizione di Borbona è quella della “Pasquarella” del 6 gennaio durante la quale la banda musicale fa il giro del paese, suonando il tipico repertorio natalizio e bussando a tutte le porte: in un cesto vengono raccolte le offerte che ogni famiglia fa.

Nel mese di ottobre, di solito la terza domenica del mese, si svolge la più frequentata e conosciuta delle feste borbontine, ovvero la “Sagra del Fagiolo Borbontino”. Qui tradizione, folclore e gastronomia si mescolano richiamando centinaia e centinaia di persone che affollano il tendone e le piazze e le vie di Borbona.

Foto: RietiLife ©

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