Gli infermieri reatini che lottano contro il coronavirus a Stoccarda: “Qui siamo sempre eroi, non solo in pandemia…”

(r.l.) Combattono il coronavirus lontani da casa. Da sei anni mancano da Rieti. Sono reatini, sono Valentina Allegri e suo marito, Damian  Kwarcinski (nato in Polonia ma che ha vissuto a Rieti da quando aveva 3 anni). Ci scrivono da Stoccarda dove vivono (con la loro piccola Emma) e lavorano e sono in primissima linea in un altro dei paesi europei fortemente colpiti dalla pandemia. Sono infermieri.

“Io e mio marito – spiega Valentina, reatina doc – lavoriamo a Stoccarda al Robert Bosch Krankenhause, un ospedale tra i più rinomati di Stoccarda perché oltre ad avere tutti i reparti è specializzato nelle operazioni al cuore. Io lavoro nel reparto di cardiochirurgia mentre mio marito nella terapia intensiva. Abbiamo una figlia di 3 anni. Lei va in un asilo tedesco pubblico. In quanto tutte e due infermieri, quando è scoppiata la pandemia – spiega ancora l’infermiera reatina – avevamo diritto all’asilo privato dell’ospedale, ma io ho scelto di non lavorare perché era inutile mandare mia figlia all’asilo, a rischio contagio. Vado a lavoro a chiamata: quando mio marito è libero do la mia disponibilità. Naturalmente mio marito invece è disponibile al 100% visto anche il reparto in cui lavora”.

“L’ospedale è circondato da polizia e si entra solo con il tesserino da lavoratore. Appena entri ti forniscono una mascherina chirurgica con la quale arrivi agli spogliatoi. Una volta indossata la divisa puoi arrivare al reparto con la mascherina chirurgica ma una volta in reparto devi indossare la maschera FFP3, quella con il filtro, e rimani così per tutto il turno. Se hai un paziente con il coronavirus naturalmente da lui ci devi andare con tutto l’equipaggiamento adatto”.

“L’ospedale è fornito di tutto – aggiunge Valentina – mascherine, guanti, disinfettanti, non manca niente. Finito il turno con la mascherina chirurgica torni negli spogliatoi e hai la possibilità di farti la doccia e poi com la mascherina chirurgica torni a casa. Qui devo die che non c’è tutto l’allarmismo che c’è in Italia, sono tutti tranquilli. Anche noi siamo tranquilli perché abbiamo tutti i presidi. Ora proprio l’ospedale sta producendo le visiere e la Mercedes ci farà le tute. Ci sono 90 respiratori solo nel nostro ospedale e i turni degli infermieri sono normali di 8 ore e non di 12. Al momento abbiamo pochi pazienti intubati e solo 3 pazienti con Ecmo (ossigenazione extracorporea, ndr). Il resto dei pazienti li abbiamo nei reparti normali, in quarantena”.

“Tutte le operazioni al cuore – aggiunge Valentina – ovviamente sono state cancellate e i reparti come il mio, di cardiochirurgia sono a disposizione dei pazienti coronavirus che non richiedono intubazione. Qui nella nostra regione ci sono più di 20mila infettati e solo 200 morti. I morti sono per lo più persone giovani dai 40 anni ai 60 anni. Da non dimenticare – dice ancora l’infermiera reatina che lavora in Germania – la differenza di stipendio e di ferie che non guasta. Qui c’è il rispetto del lavoratore. L’infermiere è un eroe sempre, non solo in questi casi. Sono anche queste mentalità di pensiero che fanno bene. Anche qui – continua – c’è il motto ‘stai a casa’ abbiamo solo la possibilità di andare a fare spesa con mascherina e guanti e un’ora al giorno per il fitness. Sì, la chiamano ora fitness: una persona può uscire di casa solo per fare sport oppure chi ha bimbi minori farli uscire per fare sport. I giardini sono chiusi. Le persone rimangono distanti le une dalle altre. Ma questo era così anche prima, proprio per carattere dei tedeschi”.

E per chiudere: “Io ho tutta la mia famiglia a Rieti e ci sentiamo via whatsapp e videochiamate. Mando un saluto a loro e ai reatini. Ringraziamo tantissimo la Germania per l’opportunità e i vantaggi che ci ha dato ma il nostro cuore èreatino e siamo vicini ai nostri colleghi infermieri reatini… andrà tutto bene”.

Foto: Allegri ©

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