‘Paese che vai’: scopriamo Longone, la ‘piccola Svizzera del Reatino’. Che natura!

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Tocca a Longone Sabino oggi essere protagonista di “Paese che vai”.

DOVE SI TROVA? – Longone Sabino è un comune di 570 abitanti che si erge a circa 800 metri sul livello del mare collocato tra i fiumi Velino e Turano, di fronte al Monte Terminillo. Questa valle è tra le più suggestive dell’Alta Sabina, non a caso da molti definita ‘piccola Svizzera’, proprio per i suoi particolari scenari naturalistici. A presentare il comune è il sindaco Mauro Novelli: “Quello di Longone Sabino è un comune dell’Alto Lazio situato a circa 800 m s.l.m. tra il Lago del Salto e il Lago del Turano, in un ambiente naturale incontaminato, in mezzo a boschi e prati. Il comune è composto da quattro caratteristici borghi (Longone Sabino, Roccaranieri, Fassinoro, San Silvestro) nati in epoca longobarda e tutti gravitanti nell’orbita dell’Abbazia di Farfa e della vicina Abbazia di San Salvatore Maggiore. Il Comune si onora di aver dato i natali all’Eroe Attilio Verdirosi (cui è intitolata la omonima Caserma Militare di Rieti) nato nel capoluogo di Longone il 1o luglio 1873 e morto a Losson della Battaglia, Frazione di Meolo, il 19 giugno 1918. Tra le due Comunità di Meolo e di Longone esiste una tradizionale amicizia con scambi di visite. La Commemorazione dei Caduti di Longone viene celebrata il 28 settembre, giorno successivo alla Festa dei Patroni, Santi Martiri Cosma e Damiano. Nel giugno del 2018, ricorrenza del centenario della Vittoria della Grande Guerra è stato inaugurato il monumento all’Eroe Attilio Verdirosi, opera dello scultore longonese Luca Rampazzi, oggi vicesindaco. Nonostante sia costituito da piccole realtà, sul territorio comunale esistono diverse associazioni quali la Banda Musicale di Longone Sabino, la Banda Musicale di Roccaranieri, la Pro Loco e i comitati festeggiamenti, che si occupano di mantenere in vita le tradizioni popolari. Dal punto di vista religioso, meritano un cenno la Chiesa della Madonna dei Cinghiali, immersa nel verde delle colline di Fassinoro e la Chiesa di San Giovanni collocata all’interno del cimitero di Roccaranieri, molto suggestiva per gli affreschi al suo interno. Infine, per degustare le ricette della tradizione sono presenti due agriturismi. Non si possono, inoltre, non citare la farina di castagne e lo zafferano di Roccaranieri, prodotti da aziende locali”.

QUANDO NASCE? –  Il toponimo del comune, che è stato semplicemente Longone fino al 1863, deriva dall’aggettivo latino LUNGUS, ‘lungo’, forse utilizzato come soprannome.

Il comune è di origine Longobarda, sorto probabilmente alla fine del X secolo. Fece parte dei possedimenti dell’abbazia di Farfa, che la cedette in seguito all’abbazia di San Salvatore Maggiore. Sotto la giurisdizione prosperò e si ampliò, grazie anche all’affluenza degli abitanti dei territori circostanti, che vi si rifugiarono per sottrarsi alle incursioni dei predoni. Nel 1282, spinta dalla vicina Rieti, che nutriva mire espansionistiche sui territori dell’abbazia, partecipò insieme ad altre comunità della zona al saccheggio della potente casa monastica.

In seguito, la zona, fece parte dei feudi reatini fino al 1310, quando il pontefice Clemente V ordinò che i territori acquisiti illegalmente dai reatini fossero restituiti ai monaci. Da allora seguì sempre le vicende storiche dell’abbazia di San Salvatore Maggiore, la quale, dopo essere stata trasformata in commenda agli inizi del Quattrocento, perse definitivamente la sua autonomia nel Seicento, quando il pontefice Urbano VIII decise di unirla all’Abbazia di Farfa. Dell’antico complesso monastico di San Salvatore Maggiore, devastato dai terremoti e dall’incuria, rimangono oggi solo austere e solitarie rovine.

COSA VEDERE? –  Da visitare la chiesa dei SS. Cosma e Damiano, situata all’interno del cimitero comunale, la pianta quadrata e le forme architettoniche dell’edificio, come il tetto a capanna, ricalcano lo stile ed i canoni benedettini, riscontrati in altre strutture del territorio reatino, risalenti al VI-VII secolo.

Non si può certo mancare alla visita della chiesa di Sant’Antonio costruita nel XVII sec, questa contiene al suo interno una tela raffigurante il Santo.

Imperdibile è poi l’Abbazia di S. Salvatore Maggiore, fondata dai farfensi nell’VIII secolo, questa venne distrutta successivamente dall’invasione dei Saraceni e ricostruita intorno al X secolo. L’Abbazia fu poi rimaneggiata nel XVII secolo e al suo interno fu messo un bellissimo pavimento cosmatesco e vi furono rinvenuti i resti di affreschi medievali.

Passeggiando poi nel meraviglioso centro del paese si incontra anche la Chiesa Parrocchiale “Immacolata Concezione”, di grande rilievo soprattutto per gli abitanti del posto che vi sono molto legati. La chiesa presenta una pianta a croce latina irregolare sulla sinistra di chi guarda. Il presbiterio con l’altare sobrio e lineare, si trova su un piano rialzato da tre gradini rispetto all’unica navata, mentre la linea del transetto lo separa dall’abside di recente affrescata con l’episodio dell’Annunziazione. Come pala d’altare, troneggia incastonata in una cornice murale color oro, una tela raffigurante l’Immacolata che schiaccia la testa del serpente. Rispettivamente, a destra e a sinistra dell’osservatore della tela, ma sul transetto, ci sono le statue di S. Anna con Maria Bambina e del Sacro Cuore. Nella nicchia sopra all’altare sulla sinistra son conservate le statue di Santi Cosma e Damiano e a quello a destra la statua dell’Immacolata Concezione.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? –  Il Sindaco ci suggerisce che “sono rilevanti, durante il periodo estivo, varie festività dalla sagra della braciola di pecora (arrivata ormai alla 41esima edizione) ai “foconi longonesi” mentre, durante il periodo invernale, è importante la “Pasquarella”, tradizionale canto che si svolge per le vie delle frazioni”.

Longone Sabino festeggia inoltre i Santi Cosma e Damiano, il 26 settembre, con un antico e suggestivo rito: con il calare del sole tutte le luci vengono spente e dalla chiesa dedicata ai due santi s’incammina, lungo le vie del borgo, una processione illuminata solo dalla luce delle candele. Nello stesso momento, su un colle poco distante, vengono accese grandi fascine di ginestre essiccate, dette “foconi”. Questo rituale molto suggestivo, a ricordo del fuoco dal quale uscirono indenni i Santi Martiri Cosma e Damiano condannati poi alla decapitazione. Non si conosce con precisione a quando risalga l’istituzione della festa, secondo le fonti sarebbe stata portata dai monaci greci nel Medioevo, perché i due Santi Cosma e Damiano furono forse ospiti dell’Abbazia di San Salvatore, perla del patrimonio monumentale dell’intera provincia.

Foto: Web ©

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