Uil: “A Rieti 664 persone hanno aderito a Quota 100”

“Sono 664 a Rieti e provincia le domande presentate per aderire a quota cento, la misura pensionistica introdotta dal governo lo scorso anno e operativa fino al 2021 che consente di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro”. Lo fa sapere in una nota la Uil di Rieti e della Sabina romana.

“Dalla nostra elaborazione dei dati – spiega Alberto Paolucci, Segretario della Uil di Rieti e della Sabina romana – scopriamo che il nostro territorio è quello con meno domande. Escludendo Roma, che con le sue oltre 18mila richieste fa registrare il numero più altro in tutta Italia, la provincia laziale con il maggior numero di adesioni a Quota Cento è Frosinone che ne conta 2689. I numeri del reatino sono simili a quelli della provincia di Lodi che ha totalizzato 650 domande e quella di Vercelli che ne conta 642. Spostandoci invece nella vicina Umbria e nelle Marche, notiamo il dato di Terni con 787 adesioni e quello di Ascoli Piceno con 1031 richieste”.

“Sono quasi 228911 le domande per Quota Cento in tutto il Paese. A beneficiarne maggiormente sono i dipendenti pubblici (più di 78mila); molto meno i commercianti che raggiungono le ventimila unità; ancor meno i coltivatori diretti, i coloni e i mezzadri, circa cinquemila. Quota cento non parla al femminile, solo 64991 le domande presentate dalle donne,163920 invece gli uomini”.

Per concludere poi Paolucci ha detto: “La sperimentazione di questa misura pensionistica finirà fra un anno. Adesso si tratta di superarla con una flessibilità diffusa che ripristini sempre più elementi di equità e giustizia, che differenzi le tipologie dei lavori più usuranti. Ma non solo. La Uil si sta confrontando con il governo per affrontare il tema delle future pensioni dei giovani di oggi, dei loro buchi contributivi causati dal lavoro precario, e sta affrontando anche il tema della valorizzazione del lavoro di cura per le donne e della maternità ai fini previdenziali. Complessivamente il nostro obiettivo è dare un segnale di fiducia al Paese, perché i sistemi previdenziali per funzionare hanno bisogno di stabilità e certezze normative”.

Foto: RietiLife ©

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