La movida reatina si ferma contro il coronavirus. Riot e Be’er Sheva s’impongono lo stop. La Lira: “Rimanere aperti così non ha senso…”

(pa.cor.) Anche alcuni locali e pub reatini accolgono l’invito di evitare gli assembramenti e sui social annunciano la chiusura temporanea. “La grave situazione che si sta delineando in questi giorni impone una pausa. Per il vostro bene e la vostra salute; per il nostro bene e la nostra salute. Semplicemente fermarsi. Il Be’er Sheva, nel costatare le enormi difficoltà di rispettare a pieno titolo tutte le disposizioni introdotte dal decreto ministriale di ieri, ha deciso per una chiusura, temporanea, fino a nuovi aggiornamenti. Certi della comprensione di tutti i nostri clienti che sono, anche loro, la nostra famiglia, vi terremo aggiornati su eventuali sviluppi futuri. Uniti ce la facciamo. Se ti fermi, si ferma” scrivono i gestori del locale di via Dei Pozzi.

“Noi del Riot Concept Bar – scrivono i gestori del locale che si trova in fondo a via Roma, uno dei centri della movida cittadina – costatata la gravità del momento, le difficoltà di seguire le indicazioni del ministero e non credendo nella limitazione spontanea consigliata dal decreto stesso, abbiamo deciso di autoimporci una chiusura fino a nuovi sviluppi. Chiediamo comprensione ai nostri clienti ed amici, in un momento così particolare, per salvaguardare tutti noi e i nostri cari. Seguono nuove, in base alle decisioni ministeriali e al buonsenso. Speriamo che questo sia da monito per tutte le altre attività similari alla nostra. Vi invitiamo a seguire le indicazioni raccomandate ed in particolare di rimanere il più possibile nelle vostre abitazioni. Insieme ce la faremo! A presto”.

Andrea Zamporlini del Caffè La Lira di piazza Cavour dice: “Dobbiamo avere tutti buon senso uniamoci e confrontiamoci perché rimanere aperti così non ha senso visto che il numero dei clienti cala di giorno in giorno. Inoltre la decisione di fermarsi almeno per 15 giorni sarebbe una sicurezza in più sia per noi che per i nostri clienti”.

Nonostante non siamo nella zona rossa, abbiamo subito giustamente delle limitazioni ma lo stato non può lasciarci soli deve intervenire in tempo reale a tutelare la nostra categoria. Dobbiamo farci sentire. Lo Stato si deve assumere la responsabilità di farci chiudere e sostenere le spese primarie” dice Samuel Cacciamani, titolare del Planet Cafè di via Angelo Sacchetti Sassetti.

Nella foto il bar ICaffè099 di Campoloniano: divisori per prendere il caffè a distanza

Foto: RietiLife ©

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