Posata la prima pietra per la ricostruzione di Collespada

Commozione, entusiasmo e un diffuso sentimento di speranza, questo lo stato d’animo delle tante persone presenti all’apertura del cantiere della ricostruzione di Collespada. È il primo risultato di tre anni di impegno degli abitanti in primo luogo, dello studio Arking e della CNA che ha svolto un ruolo di coordinamento tra i diversi soggetti e le Istituzioni, delle quali non è mai venuto meno l’impegno. l cantiere aperto oggi, realizzerà il primo stralcio delle opere di urbanizzazione. Un’opera indispensabile per procedere poi alla ricostruzione delle case, raggruppate il 12 aggregati.

L’eccezionalità del progetto, che stiamo portando avanti, riguarda la fase successiva che prevede la ricostruzione dell’intera frazione con un unico cantiere e il coinvolgimento nei lavori delle imprese del territorio. Si tratta di un’azione esemplare di ricostruzione partecipata che speriamo possa essere emulata per accelerare il processo della ricostruzione. Condivisione, collaborazione, fiducia, sono i valori ai quali i soggetti protagonisti di questo grande progetto si sono costantemente ispirati.

Questa mattina a condividere il momento emozionante dell’apertura del cantiere, con gli abitanti e i loro portavoce, Roberta Giacobetti e Giovanni Coletti, la Sindaca di Accumoli Franca D’Angeli, l’Assessore Regionale Claudio Di Berardino, il Vescovo Domenico Pompili, la Direttrice dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione Wanda D’Ercole, David Gori a rappresentare lo studio Arking, Arnaldo Cesarini e Vincenza Bufacchi la CNA di Rieti.

“Il cantiere di Collespada – ha spiegato l’assessore regionale Di Berardino – è un esempio di ricostruzione basato sul positivo rapporto tra pubblico e privato, tra la Regione Lazio, il comune di Accumoli, l’Ufficio speciale ricostruzione regionale, cittadini e la CNA, importante associazione datoriale che nella predisposizione del progetto ha saputo far sintesi tra le istanze dei residenti e le esigenze tecniche. Tale modello di ricostruzione, basato sulla partecipazione e sulla condivisione, può essere da esempio in altre realtà e altri contesti dove anche altre associazioni datoriali potrebbero contribuire a stimolare e facilitare soluzioni in altre frazioni dell’area del cratere reatino.

Foto: RietiLife ©

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