Avvisare sui social di un posto di blocco? È reato. E quel gruppo (segreto) su Rieti è illegale

(r.l.) La segretezza del gruppo Facebook non è bastata. Come riportato da RietiLife (leggi), un 37enne è stato denunciato dalla Polizia di Rieti per aver postato la foto su Facebook di un posto di blocco in città e contestualmente offeso un poliziotto.

Il 37enne lo ha fatto su un gruppo Facebook. Un gruppo segreto che si chiama “Posti di blocco in tempo reale a Rieti“, introvabile nella barra di ricerca Facebook e a cui si accede solo su invito. Una segretezza che, però, non è bastata a evitare la denuncia all’uomo, convocato in Questura per rispondere di quanto fatto sui social.

Due messaggi vengono lanciati da questo episodio di cronaca: il primo è che i social non sono una giungla, uno schermo dietro il quale rifugiarsi impuniti; il secondo è che segnalare un posto di blocco è reato. In questo caso il 37enne dovrà rispondere di diffamazione (per aver insultato il poliziotto davanti a terzi, gli utenti di quel gruppo); avvisare altri automobilisti – via Facebook o Whatsapp (la cui dimostrazione, a onor del vero, è un po’ più complicata per chi deve vigilare) di un punto di controllo configura un reato inquadrabile nell’articolo 340 del codice penale.

Cosa dice questo articolo e cosa si rischia? Risponde la legge: “Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge [330331431432433](1), cagiona una interruzione o turba la regolarità(2) di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a un anno. Quando la condotta di cui al primo comma è posta in essere nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, si applica la reclusione fino a due anni(3). I capipromotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni”.

Insomma: quel gruppo “reatino” su Facebook è illegale. E scriverci sopra di posti di blocco, controlli e qualsiasi cose simili, lo è allo stesso modo. Rieti non è ovviamente l’unica città che dispone di tali gruppi Facebook ed episodi simili a quello odierno si sono già verificati in diverse parti del Paese. Continuo l’impegno di Polizia Postale e gestori dei social a segnalare, rimuovere e chiudere gruppi, pagine e profili simili, segnalando anche gli amministratori.

Foto: RietiLife ©

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