Stimigliano, “La Porta della Sabina” dove si celebrano i dolci e la storia è regina | ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Dalla tradizione dolciaria che si tramanda da generazioni alla villa romana dei Septimi, da Piazza Roma alla chiesa di San Valentino, questo è il “Dolce Paese” di Stimigliano.

DOVE SI TROVA? – Stimigliano è un comune reatino di 2321 abitanti che dista da Rieti circa 55km, conosciuto come la porta della Sabina, sorge sulla sommità di una collina a 207 metri s.l.m. sulle sponde settentrionali del Tevere. Esso si trova di fronte al Monte Soratte e alla sua riserva naturale. Il sindaco, Franco Gilardi, fa il suo invito, a nome dei cittadini, ai turisti: “Vi aspettiamo a Stimigliano ‘La Porta Della Sabina’, arrivarci è semplicissimo siamo a mezz’ora da Roma, basta uscire al casello autostradale Soratte o scendere dal treno nella nostra stazione sulla linea Orte-Fiumicino e sei arrivato nel Dolce Paese dove potrai degustare i dolci tipici locali tra cui il Pangiallo Stimiglianese particolare per le feste natalizie”.

QUANDO NASCE?  – Attraverso molte testimonianza scritte, è nota la presenza sul territorio di una villa romana nel periodo tra il I e il II secolo d.C., questa apparteneva alla gens septimia, è proprio da questa famiglia che deriva il toponimo attuale, per la precisione da septimilianus che in latino significa di proprietà dei septimi. Durante tutto l’alto medioevo l’intera sabina fu messa a ferro e fuoco da parte dei barbari e dei signorotti locali, così che gli abitanti del centro abitato sorto nei pressi della villa romana si rifugiarono su un colle per difendersi meglio, dando origine al “castrum stimiliani”. Il paese si stabilisce già nel pieno medioevo sotto il controllo e l’influenza dello Stato Pontificio, nello specifico all’inizio del decimo secolo diventa uno dei possedimenti del monastero di S. Andrea in fulmine, per poi passare, a partire dal 1049, sotto il controllo dell’abbazia di Farfa. Nel 1347 il paese sentiva ormai stretto il dominio dello Stato della Chiesa e fu in questo anno che si schierò attivamente con Cola di Rienzo per rivoltarsi a tale dominio, per 10 anni, quindi fino alla primavera del 1357 Stimigliano riuscì a resistere alla forza dell’esercito del Papa. Nel 1357 però, a seguito della capitolazione ghibellina, le mura del castello furono abbattute ed insieme ad esse anche le case di tutti i rivoltosi. Dal 1368 il comune entra, per ordine dell’allora Papa Urbano V, sotto il controllo della famiglia degli Orsini, si quali si deve la costruzione dell’omonimo palazzo, così come la successiva stesura del codice legislativo del comune, il codice fu stilato nel XVI secolo ed è a tutt’oggi uno dei manufatti legislativi meglio conservati. Alla morte di Enrico Orsini, il paese torna di nuovo sotto il controllo della Chiesa con la quale almeno fino alla discesa napoleonica si ebbe una pace duratura, a seguito di questa però Stimigliano si aggrega alle vicissitudini storiche dell’alto Lazio, quindi parteciperà alle guerre napoleoniche, sarà annesso al Regno d’Italia e parteciperà attivamente alla lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

COSA VEDERE? – Il centro storico del comune di Stimigliano merita una visita e una passeggiata al suo interno, i suoi vicoletti sono molto particolari e si sviluppano ai lati di un’unica via principale, Corso Umberto I, la strada finisce nella piccola e suggestiva piazza centrale del paese, denominata Piazza Roma, qui ha sede il municipio e si ha una splendida vista sul Monte Soratte ma anche sulla Valle del Tevere. Sicuramente imperdibile è la visita alla chiesa dei SS. Cosma e Damiano, questa venne edificata fuori della porta del paese in quanto la vecchia parrocchiale era ormai divenuta fatiscente. Nella chiesa vennero erette quattro cappelle dedicate, la prima nell’altare di S. Sebastiano, la seconda nell’altare di S. Michele Arcangelo ed eretta da Francesco Bartoli; la terza costruita nell’altare di S. Bernardino da Serafino Salucci, la quarta infine eretta sull’altare di S.Antonio da Padova da Gian Paolo Faventini. Nella chiesa è conservata una tempera su tavola, datata intorno al 1520, raffigurante il Redentore Benedicente la cui esecuzione è stata attribuita alla scuola di Antoniazzo Romano. Alcune pregevoli tele si trovano ancora nella chiesa, tra queste vi è un Gesù deriso attribuito ad un ignoto caravaggesco.

Sul territorio del comune sono inoltre presenti importanti tracce di quel passato romano da cui Stimigliano deriva, ne sono un esempio le numerose iscrizioni conservate nel paese ma anche l’acquedotto che alimentava con tutta probabilità la villa. Sono presenti inoltre i resti di una chiesa risalente all’alto medioevo, probabilmente databile intorno al IV secolo d.C. Che fu costruita dalla figlia del consigliere di Teodorico, allora re dei Goti: si tratta della chiesa di San Valentino, che si trova appena fuori dal centro abitato. La chiesa aveva probabilmente una funzione cimiteriale, tanto che nella sagrestia è stata trovata la “tomba dei fanciulli” mentre fuori dalla chiesa la “tomba degli affogati”, ovvero dei suicidi che si erano buttati nel Tevere e che non potevano avere sepoltura cristiana.

Altra importante opera è la Chiesa di San Giovanni Bosco che si trova nei pressi della stazione ferroviaria del comune, questa era originariamente un fienile, poi convertita in una chiesa dall’aspetto semplice, una chiesa di campagna.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Se il comune è conosciuto come il “dolce paese” lo si deve sicuramente all’evento principale che si svolge ormai da tradizione la seconda domenica di Ottobre, una festa per grandi e piccini che è diventata una delle rassegne culinarie più attese della zona, questo perché vengono portati in scena i dolci della tradizione, tramandati in paese di generazione in generazione: si potranno assaggiare i ciambellini di magro, le paste tedesche e le deliziose, il tutto rigorosamente fatto a mano e cotto nel forno comunale del paese, ristrutturato di recente e riaperto a fine 2017. In agosto si svolge poi la “festa dei giovani”, una manifestazione in tre giornate di cui l’ultima dedicata alla sagra del fallone stimiglianese: un rustico preparato secondo una antica ricetta con pasta di pane, ripiena di erbe aromatiche, condita con olio di oliva della Sabina e cotta nel forno a legna. Spesso il ripieno viene anche arricchito con della gustosissima salsiccia sbriciolata. Infine, l’ultima domenica di giugno, vi sono i festeggiamenti in onore di San Giovanni Bosco con la sagra della ciambella stimiglianese, prodotto tipico della tradizione locale, dal sapore genuino e rustico. Questa viene preparata con ingredienti semplici: farina, olio, sale, vino, anice e ciò che la distingue dalle altre ciambelle che si preparano in Sabina è la mancanza dell’uovo. La ricorrenza del Santo è in realtà il 31 gennaio ma, per tradizione consolidata, si festeggia l’ultima domenica di giugno, facendo coincidere il periodo con il termine della mietitura, alla fine della quale i contadini del tempo venivano gratificati dai signori con una grande festa.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email