Belmonte, il turchetto e la natura: “Ecco cosa offriamo | ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Un territorio da vivere a 360 gradi quello di Belmonte in Sabina, comune ricco di storia e tradizioni, dalle mura ciclopiche alla famosissima sagra del Turchetto.

DOVE SI TROVA? – Belmonte in Sabina è un comune di 640 abitanti che dista da Rieti 17km, questo si erge ad un’altitudine di 756 metri s.l.m. e si trova su un costone dei monti Sabini. A presentare Belmonte e le sue bellezze è il Sindaco Danilo Imperatori: “Siamo una piccola realtà di 640 abitanti a circa 20 km da Rieti, che riesce a coniugale le bellezze storiche come la Parrocchia del Santissimo Salvatore, Chiesa di Sant’Elena Antica matrice del territorio (not. sec. VIII), Chiesa del convento di San Nicola. Sec. XVII, Chiesa della Madonnella, con la natura. Nel nostro territorio vede la presenza di diversi percorsi naturalistici tra collina e montagna, ma anche lo sport con la presenza di un centro sportivo e una splendida piscina all’aperto. È indubbio poi ricordare la famosa sagra del Turchetto che si tiene durante il mese di Agosto. Un territorio, il nostro, da vivere a 360 gradi, dove oltre la storia e la natura non manca la tecnologia, considerando che sono presenti 10 punti di wifi libero e un sistema di video sorveglianza per la sicurezza che copre l’intero territorio. Il nostro obiettivo è quello di creare le condizioni migliori per residenti e Turisti”.

QUANDO NASCE? – Alcune testimonianze fanno risalire la nascita di questo paese ai tempi romani, individuandolo in una città dal nome Vatia o Batia, ma i primi documenti che ne attestano effettivamente l’esistenza risalgono al 1353, con tutta probabilità dunque la cittadina sarebbe nata all’incirca un secolo prima. Il piccolo nucleo di quel tempo si incrementò rapidamente tanto che i signori di Belmonte intorno al 1450 possedevano diverse case anche nei territori vicini, anche a Rieti. Nel 1483, passato il territorio ai Cesarini, il castello di Belmonte dovette subire l’assedio dei reatini accorsi in aiuto dei massari locali che si ribellarono al signore, ma nel 1501 Cesarini ottenne l’appoggio del Papa, Alessandro VI e tornò in possesso del territorio. Il 18 luglio del 1600 i Cesarini allinearono Belmonte a Roccasinibanda alla famiglia Mattei che potè insediarsi sino all’anno 1676 quando i due feudi vennero ceduti per la somma di 82.500 scudi a Ippolito Lante della Rovere.  Pochi anni più tardi Belmonte divenne un marchesato per mano del Papa Innocenzo XI, come tale il paese si ingrandisce e iniziano a sorgere fabbricati anche fuori delle mura. Nel 1781 il paese venne di nuovo venduto passando così al marchese Amanzio Lepri, pochi anni più tardi il Papa Pio VII unisce i possedimenti della Chiesa di S. Elena a quelli di S. Salvatore.  Fino al 1853 Belmonte conosce un grande incremento demografico, un periodo d’oro per le nascite e per l’espansione del territorio, ma nel 1858 una violenta epidemia di tifo uccise il 10% della popolazione, di lì in avanti iniziarono i primi fenomeni di emigrazione che proseguono fino al secondo dopoguerra, nel decennio che va dal ‘51 al ‘61 la popolazione scese da 1132 individui a 864.

COSA VEDERE? – Belmonte ha tante bellezze che ci fanno immergere nella storia, testimonianze delle sue radici e della sua nascita. Di grande importanza come testimonianza del passato del paese sono sicuramente le Mura Ciclopiche, in località Colle Corionaro, conosciute meglio come “il muro del del diavolo”, perché secondo la tradizione solo il diavolo poteva aver costruito un’opera di tale portata. Su quello che queste mura potessero essere si avanzano tre diverse ipotesi, secondo la soprintendenza archeologica a cura della dottoressa Alvino. La prima ipotesi sarebbe quella di un muro di contenimento di una vecchia villa romana, il che è anche dimostrato dai ritrovamenti di cocci romani da parte dei contadini nella zona antistante. La seconda ipotesi è che queste fossero state costruite per sorvegliare la vallata sottostante, in particolare la via del sale. La terza ipotesi riguarda invece la possibile presenza di un cimitero al di sotto delle stesse, quest’ultima dimostrata dalla diversa colorazione che assumeva, secondo i contadini, il grano nella zona sottostante il muro del diavolo. Attualmente il “muro del diavolo” non si trova nelle migliori condizioni, la gran parte dello stesso è quasi completamente crollata, quel che è ancora intatto sono circa trenta metri.

Più recente è invece il Ponte Romano, opera risalente al I secolo d.C., si tratta di una traccia ancora integra della via Salaria che attraversava un torrente e che raggiungeva la lunghezza di 64 metri. Proseguendo il sentiero storico che porta dall’antichità fino a noi incontriamo la Chiesa di Sant’Elena, che si fa risalire all’ VIII secolo, questa fu costruita su un precedente edificio di epoca romana, probabilmente un altro luogo di culto, ed è di piccole dimensioni, di particolare interesse è al suo interno l’affresco che ripercorre la vita della Santa, situato nell’abside. La chiesa è famosa per la processione delle donne il 18 agosto, queste provenienti da tutta la Sabina, portano i loro omaggi alla Santa affinché questa possa ridonare loro il latte. Contiguo a Sant’Elena è Casale Toraniano, di epoca medievale, era una grande masseria di proprietà farfense del quale restano ampie tracce.

Importantissimo nella storia è anche il convento di San Nicola, del XII secolo, questo è collocato a Nord-ovest ed è rimasto indenne alla trasformazioni nonostante la sua storia millenaria, il convento si trova in un ambiente di bellezza singolare, ma l’attenzione del visitatore che entra al suo interno è richiamata soprattutto da due pannelli affrescati, opere di un unico autore che si possono far risalire al 1550. Il pannello sulla destra raffigura la Vergine col Bambino che sorregge un globo; quella a sinistra raffigura invece San Nicola. La chiesa è a navata unica e presenta quattro cappelle nelle pareti perimetrali, le prime due contengono statue della Vergine e di Sant’Antonio, mentre lungo il muro di destra si incontra una statua lignea di San Francesco del XVII secolo. Le opere più vicine a noi, precisamente del XVI secolo sono le due chiese di San Salvatore e Santa Rufina. La prima è situata nella meravigliosa piazza del paese e custodisce un affresco che rappresenta San Giovanni Battista ma anche una copia di ottima qualità del San Michele Arcangelo di Guido Reni. La seconda, anch’essa situata a Belmonte è una chiesetta in cui si conserva una tela d’arte consunta rappresentante la Vergine col Bambino che è ascrivibile ad un artista molto vicino ai modi di Anoniozzo Romano. Il territorio di Belmonte in Sabina, oltre tutto questo, offre anche dei meravigliosi paesaggi dovuti all’ambiente di alta collina, con fitti boschi di querce che coprono a perdita d’occhio i pendii, sormontati dalla maestosa bellezza del monte Terminillo a Nord. Si possono fare grandi passeggiate escursionistiche tra i boschi. Il paese è inoltre il punto di partenza della Strada del tartufo e della castagna, promossa dalla comunità montana, che collega i comuni della Valle del Turano al lago del Turano e a Collalto Sabino, il percorso è apprezzato soprattutto dai ciclisti per l’ampia prevalenza di discese e pianure rispetto alle salite. 

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Il principale appuntamento del paese riunisce ormai da anni grandi e piccini, si tratta di una sagra ormai famosissima in tutta la provincia: la sagra del Turchetto, un dolce tipico dei Belmonte e molto famoso ormai anche nella tradizione romana, esso consiste in una focaccina a base di farina e cioccolato. La sagra del Turchetto è una manifestazione enogastronomica ma anche folkloristica e culturale che punta a mantenere vive le tradizioni tipiche dei paesi della sabina. Gli abitanti tutti si mettono in moto per allestire la manifestazione che si articola in tre giorni tra spettacoli culturali, giochi e gare, il tutto accompagnato dall’inebriante odore della cottura del dolce. La manifestazione si svolge in agosto e richiama turisti da tutta la regione e non solo, infatti nello stesso periodo sono tanti i pellegrini che si trovano a transitare sulla via Francigena a ridosso dei confini comunali, anche a loro si rivolge ovviamente la manifestazione.

Foto: RietiLife ©

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