Fara Sabina, uno scrigno tra olio e… silenzio: “Qui è nato uno dei sette Re di Roma”. | ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) È il più grande comune della nostra provincia, un gioiello dalla storia antichissima, luoghi di culto imperdibili, panorami mozzafiato e tanti eventi, tutto questo e tanto altro è Fara Sabina.

DOVE SI TROVA? – Sulla sommità del colle Buzio, a 482 metri s.l.m., tra i monti sabini e la valle del Tevere, si trova Fara Sabina, il comune più grande della provincia reatina per numero di abitanti, che sono 13904. Il comune dista da Rieti 44 km e si estende per circa 55km quadrati. A presentare il territorio comunale è il sindaco, Davide Basilicata: “La nostra città è definibile una città tra passato e futuro. Abbiamo una storia e un arricchimento culturale che affondano le radici in epoca preromana, con la cures sabina. Il nostro territorio ha dato i natali a due dei sette re di Roma. La città rappresenta uno scrigno a 360 gradi tra territorio, tradizione e bellezze architettoniche. Con l’amministrazione attuale abbiamo avviato l’iter per ottenere il riconoscimento di patrimonio dell’umanità per l’Abbazia di Farfa e ci troviamo già in uno stato avanzato della procedura. Di aspetti culturali, sul territorio comunale, ne abbiamo diversi, è importante sottolineare il museo civico archeologico con una delle più grandi collezioni esistente sui sabini. C’è inoltre il museo del silenzio, importante centro spirituale, infatti possiamo definire Fara una città della spiritualità perché vi sono anche tanti punti religiosi. Si ha nel territorio comunale un perfetto connubio tra paesaggio, cultura, arte e la tipicità e l’eccellenza dei prodotti, di particolare e fondamentale importanza è l’olio, infatti il consorzio Sabina dop ha sede proprio a Fara ma non meno importanti sono le tante eccellenze della cucina sabina. L’invito che vorrei rivolgere al turista è di visitare questo nostro gioiello che ha tanta storia ma che ha anche tanta tecnologia che proietta il tutto verso il futuro”.

QUANDO NASCE? – Nell’area comunale sono stati rinvenuti tantissimi resti dell’età del bronzo, segno che il luogo fosse già allora popolato, ma il termine “Fara” è di origine longobarda ed indicava la famiglia che si muoveva in blocco durante gli spostamenti bellicosi, in riferimento proprio al suo nome si può dunque ipotizzare che le origini dell’abitato risalgano al VI secolo. Il castello di Fara Sabina fu costruito successivamente, intorno all’XI secolo, e le sue vicende rimasero per molto tempo divergenti rispetto a quelle di Farfa. Solo intorno al 1050 il castello fu posto sotto il controllo dell’Abbazia, per merito dell’Abate Bernardo I. L’importanza di Fara crebbe durante il tardo Medioevo tanto che il suo territorio si espanse e andò ad inglobare i castelli abbandonati nelle zone limitrofe. Nel corso del Duecento il polo unificatore diventò la Chiesa di S. Antonino poiché con la crescita demografica e lo sviluppo territoriale, la piccola chiesa di S. Maria in Castello non poteva bastare per tutti i credenti, infatti oltre a questa, oggi conosciuta come Duomo, fu costruita, quasi un secolo più tardi, anche la Chiesa di San Giacomo. Nel 1817 Fara Sabina, che era già diventata molto popolosa, divenne sede di governatorato e insieme ai piccoli comuni che all’epoca gli erano sottoposti, si trovò a gestire una popolazione complessiva di più di 5000 abitanti. Cinquant’anni più tardi, nel 1867 Fara Sabina fu toccata con la frazione di Coltodino dalla Campagna garibaldina dell’Agro Romano per la liberazione di Roma. Giuseppe Garibaldi dopo la sconfitta di Mentana raggiunse con i suoi Volontari la stazione ferroviaria di Passo Corese dove partì in direzione del nord. Il 10 dicembre 1920 la frazione di Canneto Sabino fu teatro di un eccidio, il più cruento, quanto a numero di morti, del cosiddetto biennio rosso. Durante una manifestazione organizzata dai braccianti nel tentativo di ottenere migliori condizioni di lavoro un gruppo di Carabinieri ne uccise 11 in località Colle San Lorenzo.

COSA VEDERE? Fara Sabina conserva un delizioso centro storico che sembra essersi fermato nel tempo, è tra queste vie che si trova un interessante Museo Archeologico Fondato nel 1981 presso l’Abbazia di Farfa, e trasferito nel 2001 al Palazzo Brancaleoni, un edificio rinascimentale di gran pregio che è situato in Piazza del Duomo. Nel museo sono esposti i reperti provenienti dagli scavi archeologici effettuati sul territorio comunale a partire dal 1970, che hanno permesso di ricostruire un ritratto della società che vi si era insediata dall’VIII secolo a.C. fino al III secolo a.C. Proprio accanto al Museo si trova il Duomo, la Collegiata di Sant’Antonino, che risale al XVI secolo, questa fu edificata sui resti di una chiesa più piccola, quella di Santa Maria in Castello, che prima faceva parte della cinta muraria difensiva della città. L’esterno della Chiesa è caratterizzato da un portale in stile classico sovrastato da una magnifica, quanto maestosa, torre campanaria. All’interno sono conservate pregevoli opere d’arte, tra cui la tela di Sant’Anna di Manetti, il Gesù crocefisso tra la Vergine e San Giovanni, ma anche il Crocefisso rivestito da pelle umana risalente al XVI secolo. Fondata nel 1619, e molto simile, almeno al suo interno, al Duomo è la Chiesa di San Giacomo, l’ingresso della chiesa è preceduto da una bussola, al di sopra della quale vi era la “cantoria” del XVIII secolo, luogo che ospitava un organo. Sicuramente immancabile è inoltre la visita alla celeberrima Abbazia di Santa Maria di Farfa, un vero e proprio tesoro monumentale sia dal punto di vista religioso ma anche da quello storico, archeologico e artistico. Fondata nel VI secolo, divenne fra l’XI ed il XIII secolo uno dei centri monastici più potenti dell’Italia centrale. L’inizio della sua prosperità si ebbe nel 775, quando Carlo Magno concesse il privilegio dell’autonomia da ogni potere religioso e civile. L’abbazia conserva tuttora alcune testimonianze di architettura carolingia, uniche in Italia, che si possono distinguere nella base dell’unico campanile a noi giunto e nel muro perimetrale alla base dello stesso, dove sono perfettamente conservate le caratteristiche lesene. All’interno dell’abbazia sono ospitati un cofanetto d’oro donato da Carlo Magno, due croci che conservano reliquie della Croce di Cristo, una croce adornata da preziose gemme e quattro sigilli sempre in oro. Le distruzioni ed i rimaneggiamenti che si sono succeduti nei secoli, però, hanno modificato molto l’originario assetto di questo grande complesso, la cui decadenza iniziò quando, dopo lo splendore legato alla sua autonomia e al rapporto privilegiato con il potere imperiale, finì sotto la diretta giurisdizione papale. Fara Sabina conserva inoltre dei magnifici siti archeologici, tra questi è importante segnalare i ruderi di San Martino e i resti della città preromana di Cures Sabini. I primi, sono i resti di un’imponente abbazia risalente all’XI secolo e mai conclusa; i secondi sono invece i resti della città sabina e preromana di maggiore importanza citata anche da Cicerone, Virgilio, Stazio e Plutarco.

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – I principali appuntamenti a Fara Sabina si svolgono nel periodo estivo e si concentrano su musica teatro e cinema ma non meno importanti sono gli eventi enogastronomici volti alla conoscenza dei sapori tradizionali. “Di grande importanza – ci racconta il Sindaco – è il “Fara Music Festival”, uno dei più importanti festival Jazz in Italia, con una rete di rapporti internazionali incredibile: ogni anno, infatti, viene invitata un’ambasciata di un paese europeo a dimostrazione proprio dell’internazionalità del festival stesso.” Il festival si svolge ogni anno a fine luglio ed è ormai diventato un appuntamento fisso della tradizione musicale reatina. Un altro grandissimo appuntamento è l’evento “Castrum Pharae” che ripercorre i fasti del periodo medievale, è una rievocazione storica che nasce per valorizzare i due borghi medievali di Fara Sabina e Farfa ricostruendo scenari e situazioni quotidiane dell’epoca, per favorire la crescita culturale del territorio attraverso il linguaggio dell’arte e dello spettacolo. Ci suggerisce il Sindaco inoltre, quanto sia imperdibile partecipare all’evento organizzato nella seconda metà di giugno dal teatro Potlach, “Festival laboratorio culturale di pratiche teatrali”, l’evento è di carattere internazionale, quest’anno hanno partecipato 150 artisti di alto livello internazionale. Ricorda ancora il Sindaco: “Sicuramente non trascurabili, direi imperdibili, sono due grandi eventi sportivi: “Gran fondo città Fara in Sabina”, una gara ciclistica amatoriale alla quale partecipano ogni anno dai 1000 ai 1500 ciclisti, ma di ancor maggiore importanza è la “Colli in Sabina”, una cicloturistica di mountain bike che è ad oggi la più grande d’Italia”. Infine, i primi di dicembre, non si può certo mancare alla “Fiera di Farfa”, una fiera enogastronomica che vuole valorizzare i prodotti del territorio e in particolare l’olio sabino.

Foto: RietiLife ©

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