Posta, un crocevia tra 4 regioni tra storia e ricostruzione | ‘Paese che vai’

Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Un crocevia tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, tanta storia ma anche altrettanta forza di ricostruzione, un paesaggio mozzafiato con la Valle Scura e monumenti tutti da scoprire. Questo e tanto altro è il comune di Posta.

DOVE SI TROVA? – A 721 metri sul livello del mare si trova il comune di Posta, composto di 649 abitanti, questo dista 38km dal capoluogo di provincia, Rieti, e sorge all’estremità nord delle Gole del Velino. A presentare Posta il suo sindaco Achille Pacifici: “Facendo un discorso storico dopo la distruzione del castello di Machilone da parte degli aquilani, gli abitanti del castello stesso chiesero al Re la possibilità di ricostruire il paese a valle del castello e si ricostruì nell’inizio del 1300. Posta nasce in quel luogo perché è un crocevia tra Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. Da vedere c’è sicuramente il convento di San Francesco, la storia narra che il Santo nel suo peregrinare sia stato artefice di questo convento, la struttura è degli inizi del 1300. Un ritrovamento importante è quello che è stato fatto un paio di anni fa, attraverso il recupero dell’ex caserma dei carabinieri: nella porta d’ingresso dell’antico paese medievale fu riscoperta la porta della Gabella, importante perché Posta era in quel momento un punto di confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, e fu scoperto così che qui vi era una frontiera, una dogana. Sulla porta vi è infatti la rappresentazione dei prodotti e la sua gabella che andava pagata. La porta nel fine settimana è sempre aperta, durante i giorni feriali nel periodo invernale non è sempre aperta mentre nel periodo estivo sempre.  L’aspetto naturalistico è da tener presente perché ci sono bellissime passeggiate, abbiamo la Valle Scura che porta a Terminillo ed è uno spettacolo interessante che soprattutto i camminatori appassionati di passeggiate nella natura apprezzano molto. Poi ovviamente ci sono le peculiarità delle nostre zone, salumi e formaggi molto buoni da poter degustare largamente nei nostri agriturismi e ristoranti. Stiamo cercando come amministrazione un percorso di recupero e conoscenza attraverso la valorizzazione dei nostri scritti, ad esempio è stato presentato uno scritto su Padre Baldinuccio, che racconta la storia di questo Padre che ha lavorato molto sul territorio di Posta dopo il sisma del 1703. Cerchiamo sempre di creare eventi culturali per rilanciare il nostro bel territorio affinché ci sia la possibilità di conoscerlo e la voglia di venirlo a visitare”.

QUANDO NASCE? – Nel comune sono state ritrovate testimonianze risalenti all’epoca romana, il territorio comunale si sviluppò infatti su quell’antica via Salaria che permetteva il collegamento tra mar Tirreno e mare Adriatico passando per Roma ed Ascoli Piceno. Posta, trovandosi a metà strada tra questi due importanti centri, divenne nell’epoca romana un luogo particolarmente favorevole per lo scambio commerciale. Con la caduta dell’impero romano questo centro commerciale subì un grave declino ma la sua perdita fu compensata dalla nascita del foro, o mercato, di Machilone. Durante il medioevo i signori di Machilone arrivarono a dominare l’intera Alta Valle del Velino a causa del fatto che il loro feudo, facente parte del Regno di Napoli, si trovava in un importante crocevia tra Rieti e Roma ma anche nel passaggio verso L’Aquila e Spoleto. Il castello del feudo si trovava allora nel monte antistante all’attuale abitato di Posta e di questo si hanno notizie che risalgono già al 1150. Alla soglia del 1300 e precisamente nel 1294 il castello e conseguentemente il suo feudo, vennero presi d’assedio dagli aquilani, i quali erano preoccupati e intimoriti da questo feudo per la possibile crescita della città. Gli aquilani rasero al suolo il castello come i villaggi che facevano parte del feudo. Il re Carlo II diede il privilegio ai sopravvissuti di erigere un nuovo centro abitato, purché i territori rasi al suolo fossero rimasti per sempre disabitati, e così è ancora oggi. La fondazione del nuovo centro abitato risale al 1298 sul colle di fronte all’antico castello e intorno al già esistente convento francescano. Il luogo era detto “l’Apposta” ovvero il luogo in cui si pagavano i pedaggi, di qui deriva l’origine del nome del comune. Durante il XIV secolo Posta subì anche le lotte tra guelfi e ghibellini patteggiando per i primi contro il Regno di Napoli. Agli inizi del XVI secolo fu inoltre coinvolto nella guerra tra Luigi XII di Francia e Carlo V di Spagna, la figlia naturale di quest’ultimo, Margherita d’Austria, acquisì il feudo nel 1572 portando nel comune un periodo di pace. A scuotere la lunga tranquillità del comune fu il terremoto del 1703 che rase completamente al suolo il paese, che dopo lunghi periodi di crisi venne ricostruito ancora. Con l’avvento dei Borboni, Posta divenne feudo della corte napoletana ed in tale “status” restò fino all’abrogazione dell’istituto feudale. E di nuovo dal 1817, con la restaurazione fino al 1860, data d’ingresso del comune al Regno d’Italia. Fino al 1927 Posta rimase sotto la giurisdizione della provincia dell’Aquila, passò a quella di Rieti in questa data.

COSA VEDERE? – Per la sua importanza nella storia di Posta, non si può di certo mancare, una visita ai resti del castello di Machilone di cui rimangono oggi solo pochi muri a malapena affiorati dal terreno, la maggior parte della sua struttura è però interrata. Queste rovine furono individuate grazie ad un’opera della fine degli anni Sessanta a cura dell’allora parroco di Posta Don Giulio Mosca. Continuando in un ipotetico tragitto lungo la storia altrettanto importante sarà visitare l’antica Porta della Gabella, proprio a questo luogo il comune deve il suo nome, infatti è qui che si pagavano le tasse, sulle merci trasportate, questa porta rappresentava per questo motivo l’ingresso più importante al paese. L’opera risale al 1577 e fu commissionata da una famiglia del Regno di Napoli, è stata proprio quest’anno restaurata e riportata al suo antico splendore. Sulla lunetta è riapparso un affresco che raffigura i due santi patroni di posta San Felice e Santa Rufina. Sull’arco antistante sono riportate le somme da versare come pedaggio per ogni merce trasportata. Nel comune vi sono anche importanti monumenti religiosi, il più antico è la chiesa di Santa Rufina (vecchia), considerata la chiesa madre del paese e si trova sulla strada verso Bacugno. Sembra che la chiesa sia stata costruita sui ruderi di un tempio della dea Vacunea. Questa chiesa risale al XII secolo tanto da essere già citata nella Bolla pontificia del 1153. La costruzione attuale non è quella originaria ma il rifacimento integrale di una precedente, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1137 e terminarono nel 1184 con la consacrazione dell’altare. All’interno è possibile ammirare elementi di prestigio artistico e architettonico come ad esempio le tracce di un affresco databile tra il XVI e il XVII secolo. La chiesa conserva due lapidi che riportano l’anno di costruzione e l’anno di consacrazione di due altari, quello per Santa Rufina e quello per San Tommaso. Altra chiesa imperdibile è quella del secondo Santo patrono di Posta ovvero San Felice, questa costruzione risale al 1300 e fu ricostruita dopo il terribile terremoto che rase al suolo l’intero paese, gli abitanti nel ricostruire il centro abitato, e prima ancora di finirlo decisero di iniziare a ricostruire la chiesa per la forte devozione che provavano nei confronti del Santo. La chiesa fu ricostruita molto velocemente perché nell’anno del primo giubileo, sotto Papa Bonifacio VIII, questa doveva servire da ristoro per i pellegrini che si mettevano in cammino verso Roma attraverso la via Salaria. All’interno è visibile un quadro che dipinge San Felice in difesa di Posta contro il demonio. La chiesa ha subito ulteriori danni nel sisma del 1997 ma nel 2014 è stata riportata al suo antico splendore. Uno dei posti più significativi per il Paese è la Chiesa “di Sant’Antonio” risalente al XIV secolo insieme al convento che ospitava le monache devote a S. Maria Maddalena. Nel corso del ‘500 entrambe passarono ai frati Eremitani Agostiniani fino al XIX secolo. Nota particolare è che la Chiesa è però formata da elementi risalenti ad epoche diverse:  i più antichi sono stati recuperati dalle macerie del castello di Machialone. Al XIV-XV sec risale la statua presente sulla facciata, questa raffigurante Sant’Agostino, con la mitra dorata e la veste di colori differenti mentre, quella presente all’interno, invece, raffigura San Nicola. Nel XIX secolo, alla confraternita di Sant’ Agostino subentrò quella di Sant’Antonio. Il culto si diffuse così tanto da aggiungere  alle due statue anche un maialino; la stessa chiesa prese il nome di Sant’Antonio. A causa del terremoto del 1997 la struttura non è ancora agibile ma sono in corso lavori di ristrutturazione. Per i più appassionati di trekking e passeggiate nella natura è sicuramente da segnalare Valle Scura, una delle valli più belle e selvagge del reatino. Il percorso prevede paesaggi molto suggestivi, in cui ci si può imbattere anche in rare specie vegetali ed animali. Caratteristiche le suggestive cascate a fondovalle. La Valle Scura inizia nella frazione di Sigillo e prosegue fino al Terminillo, con un dislivello di 1300.

QUALI SONO I PROSSIMI APPUNTAMENTI? – Il periodo Natalizio è un periodo di rinascita per il paese che porta avanti tante delle sue antiche tradizioni. Ad aprire le festività c’è il 7 Dicembre la realizzazione del Presepe del Paese alla Porta della Gabella, l’invito si rivolge soprattutto ai bambini. Il giorno seguente, l’8 Dicembre la festa continua con due eventi importanti, il primo è l’accensione dell’albero in Piazza degli Eroi, il secondo è la XII edizione della sagra, nella frazione di Sigillo, della “Polentata dell’Immacolata”, legata a questa c’è anche l’esposizione dei mercatini di Natale, lo stesso giorno, questi mercatini si tengono però contemporaneamente anche a Borbona, e sono un suggestivo insieme di luci e spirito del Natale. La domenica successiva, il 15 Dicembre, si tiene la fiera di Santa Lucia, nella sua XVIII edizione, la peculiarità che la caratterizza è la presenza di stand di prodotti tipici e artigianato del luogo. Il 26 Dicembre si tiene nella Chiesa delle Anime Sante il Concerto di Natale. Ad accogliere l’anno nuovo il 5 Gennaio il comune organizza una manifestazione, sopratutto per i bambini, dal nome “Aspettando la Befana”, si tratta di uno spettacolo teatrale e una tombolata di beneficenza aspettando le calze della Befana. Nel corso di tutto il periodo c’è anche da sottolineare il concorso “Illumina il tuo paese” che premierà l’angolo natalizio più bello del comune di Posta. Non meno importante è il festeggiamento della tradizione più forte del comune, ovvero quello in onore di Sant’Antonio Abate che si svolge dal 17 al 19 Gennaio, questa tradizione nasce nel 1800 e il momento più caratteristico della festa è “la sfilata delle stanghe” ovvero il passaggio di animali, un tempo soprattutto buoi, oggi principalmente cavalli che trascinano i tronchi di alberi destinati alla vendita. Gli animali sono accompagnati dalla banda musicale. Una tradizione sicuramente imperdibile che invita turisti e compaesani a partecipare numerosi.

Foto: RietiLife ©

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