Costini: “Cicchetti non ‘svenda’ la Segre alla sinistra che fino ad ora non sapeva neanche chi fosse”

“Mi auguro che il sindaco Cicchetti e la maggioranza del comune di Rieti non si facciano influenzare, e salvino la senatrice Segre dalla squallida strumentalizzazione, che sta trasformando una coraggiosa signora, sopravissuta ai drammatici avvenimenti del secolo scorso, nell’icona di una sedicente sinistra, che dopo aver svenduto la propria idealità sull’altare del mercato, cerca ora di ricostruirsi una verginità sulla pelle di chi ha pagato in prima persona la disumanità della storia recente”: lo scrive Chicco Costini, di Area Rieti.

“Farebbe sorridere, se non fosse vergognoso, che a proporre la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita, nel tentativo di conquistare un minimo di visibilità, siano due esponenti della sinistra reatina che fino a qualche anno fa ricoprivano ruoli centrali nell’amministrazione. Come mai l’ex assessore Alessandro Mezzetti e l’ex presidente del consiglio comunale Giampiero Marroni, non sentirono la necessità di conferire tale onorificenza alla Signora Segre quando avevano loro ruoli primari nell’amministrazione? Forse perché due anni fa non sapevano neanche chi fosse la senatrice Segre? O perché il problema dell’antisemitismo due anni fa non esisteva? O semplicemente oggi si trasforma un tema così importante, che dovrebbe essere affrontato in profondità, con la finalità di superare, dopo un secolo, una guerra civile che ha spaccato profondamente il tessuto della nostra comunità nazionale, in una strumentale battaglia mediatica, necessaria a recuperare qualche voto a sinistra?” dice Costini.

“Come mai i due esponenti, oggi così sensibili alle tematiche del ricordo della storia, nulla ebbero a dire ad un sindaco, Petrangeli, che per 5 anni ha ignorato, colpevolmente, la ricorrenza della giornata del ricordo dei martiri delle Foibe? Fanno tenerezza questi novelli partigiani, che dimentichi dei valori di quanti con coraggio si scontrarono in nome di grandi battaglie ideali, oggi pensano di trasformare quel sangue e quel sacrificio in comunicati stampi da appuntarsi al petto come medaglie. Personaggi in cerca d’autore, che se minimamente avessero studiato la storia di quei movimenti, a cui oggi affermano di rifarsi, scoprirebbero che l’aver svenduto i diritti sociali dei lavoratori alle logiche del mercato, l’aver sostituito l’internazionalismo proletario con il globalismo, sarebbe considerato dai quei partigiani un crimine gravissimo.  Lo studio della storia, soprattutto della storia recente, è cosa seria, che andrebbe fatto al di sopra della contingenza politica; l’Italia dopo un secolo non ha ancora risolto e superato un conflitto che vide il fratello sparare al fratello, il padre combattere il figlio, ed invece di studiare, cercare di comprendere e ricostruire un comune tessuto di confronto, qualcuno tenta di alimentare ulteriormente quello scontro, senza tra l’altro il coraggio di chi sfidò realmente la morte, e non qualche tweet scemo” dice ancora Costini.

“Io mi auguro, anzi sono convinto che Antonio Cicchetti, che questo lavoro di ricomposizione civile ha sempre portato avanti, con coraggio ed atti concreti, eviterà di cadere nello squallore di cedere ad una provocazione costruita ad arte da personaggi politici, privi di idealità ed animati solo dall’ansia del consenso. Ed al giornalista reatino, epigono dei suoi colleghi nazionali, dico che prima di dare dell’ignorante a qualcuno, abbia il coraggio di confrontarsi non sugli slogan, ma sulla preparazione reale. Quando vuole sono disponibile a farmi una chiacchierata con lui sulla storia del 900, sulle idee che mossero il mondo. Basta che eviti di mettersi rolex e polo firmata. Nonostante tutto lo stimo, ed il suo atteggiarsi a sosia di personaggi come Gad Lerdner e Saviano mi deluderebbe profondamente” conclude Cicchetti.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email