Micigliano: l’abbazia, le castagne e “il corridoio verde tra Salaria e Terminillo”

Nuovo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]

(di Martina Grillotti) Un gioiellino: è Micigliano, tutta da scoprire grazie a questo nuovo appuntamento della rubrica di RietiLife.

DOVE SI TROVA? – Con i suoi 130 abitanti Micigliano è uno dei comuni più piccoli della provincia. È ubicato sul versante orientale del Terminillo, lungo le pendici del Monte Elefante, è posto ad un’altitudine di 925 metri s.l.m., nella parte bassa, e 1005 nella parte più alta: dalla sua posizione domina le sottostanti Gole del Velino. A presentare il comune è il sindaco Emiliano Salvati: “L’idea del comune è quella di realizzare una sorta di corridoio verde che colleghi la Salaria, dove il comune possiede un’abbazia benedettina, con il Terminillo, dove il comune è proprietario di diversi ettari e dove insistono i due rifugi Sebastiani e Rinaldi, il percorso che abbiamo in mente può essere effettuato a cavallo, a piedi o con mezzi attraverso sentieri ed una strada panoramica. Il tutto con al centro il borgo di Micigliano caratterizzato da una natura stupenda, ambiente incontaminato e chiaramente ottimo cibo (a tal proposito da oggi fino a domenica ci sono tre giorni di festa che si chiuderanno con la 30a sagra della castagna, domenica 3 Novembre, e che verranno celebrati da una birra alla castagna del birrificio Alta quota). Importante è il mulino ad acqua antico, ristrutturato da poco dove sono state riposizionate le antiche pietre per la macina insieme al vecchio forno comunale che si trova al centro del paese. Poi abbiamo uno stupendo museo delle arti e tradizioni popolari che purtroppo è per ora inagibile”.

QUANDO NASCE? – Il toponimo, di origine latina, deriva dal personale MECILIUS, con l’aggiunta del suffisso aggettivale -ANUS, che designa il possesso. La data e le circostanze della sua origine rimangono ignote a causa della mancanza di fonti documentarie. Il territorio miciglianese è menzionato per la prima volta nella metà del X secolo in un documento che ricorda come nel 943 l’Abbazia di Farfa avesse acquisito dei terreni “in locus qui nominatur Micilianus. Le sole informazioni che si hanno sull’origine del comune sono tramandate oralmente e attribuiscono la sua fondazione agli abitanti del castello di Vischiata. Questi abitanti, essendosi rifiutati di partecipare al popolamento della città dell’Aquila, dovettero subire la distruzione delle loro case per la rappresaglia dalle forze militari aquilane. Successivamente Micigliano entrò a far parte dei possedimenti dell’abbazia dei Santi Quirico e Giuditta e per molto tempo ne seguì le vicende storiche. Nel 1229 Federico II di Svevia occupa i territori abbaziali. Di certo già nel XIV secolo Micigliano esisteva come centro abitato fortificato nel cui interno era stata insediata una chiesa parrocchiale. Successivamente il borgo seguì le stesse sorti dei paesi limitrofi finendo nell’orbita delle famiglie Orsini e Colonna fino a quando fu incluso nel Regno di Napoli. Il feudo ecclesiastico fu abolito all’inizio del XIX secolo. Durante i nove anni della dominazione francese, dal 1806 al 1815, Micigliano divenne libero comune nell’ambito della provincia del Secondo Abruzzo Ulteriore, distretto di Cittaducale; con la Restaurazione la città tornò sotto il dominio borbonico. Nel 1860, con l’Unità d’Italia, il paese fu compreso nella provincia dell’Aquila dove rimase fino al 1927, anno in cui passò alla neoistituita provincia di Rieti. Il 28 marzo 1928 il Comune di Micigliano, insieme a quello di Borgo Velino, venne aggregato al comune di Antrodoco, ma venne ricostituito ente autonomo dopo la II guerra mondiale, nel 1947.

COSA VEDERE? – Il paese è costituito di stradine strette in cui si può respirare un’aria senza tempo. Micigliano possiede un centro storico stupendo in cui è possibile ammirare la piazza centrale, sulla quale si affaccia la chiesa parrocchiale di San Biagio. Qui sono conservate opere di notevole pregio. Importante per gli abitanti e anche per la curiosa storia che la avvolge è la chiesa di San Lorenzo che si trova a monte del paese, in una posizione di dominio sul paese e su tutta la gola miciglianese. La tradizione vuole che un violentissimo nubifragio stesse impietosamente distruggendo tutte le coltivazioni di grano di Micigliano. Gli abitanti invocarono l’aiuto di San Lorenzo visto che era imminente la ricorrenza della sua festa e miracolosamente, in un’altura al di sopra del paese il raccolto fu risparmiato e ritrovato integro. La comunità elesse San Lorenzo patrono di Micigliano e in suo onore eresse una chiesa nel punto dove il grano fu ritrovato integro. La chiesetta, molto suggestiva, è un piccolo edificio a navata unica con portico antistante. Dietro l’altare un affresco rappresenta il diacono Lorenzo con in mano la graticola, simbolo del martirio, affiancato da S. Stefano. L’incantevole Abbazia dei Santi Quirico e Giulitta, questa si affaccia tra la via Salaria e il fiume Velino. Questo monastero pare essere stato fondato nella prima metà del X secolo dai Benedettini anche se, a causa della perdita del suo archivio le notizie sono limitate e vengono alla luce solo nell’XI e nel XII secolo. Le prime notizie certe attestanti la sua esistenza risalgono al 984. La struttura presenta ancora l’antico impianto fortificato: tutto il complesso è cinto da mura e il possente campanile fu usato anche come torre di avvistamento. Sul territorio comunale vi è inoltre il museo civico delle arti e delle tradizioni popolari, che come ha già ricordato il sindaco è momentaneamente inagibile. Il museo fu inaugurato nel 1997, nasce a testimonianza della tradizione agricola e pastorale di questo territorio. Il museo è organizzato attraverso un percorso espositivo che, gradualmente, procede passando dall’ambiente esterno dei monti, dei boschi e del faticoso lavoro dei campi, all’ambiente urbano, fino a trasportarci nel nucleo stesso delle mura domestiche. 

QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – Oggi e domani c’è l’evento Micigliano beer festival e domenica 3 novembre l’imperdibile spettacolo “Autunno” che si svolge tra le vie del centro storico. Lo stesso giorno ci sarà anche l’imperdibile 30a edizione della sagra della castagna con stand gastronomici e mercatini con prodotti locali. Altri appuntamenti importanti nel comune sono la Sagra del Tartufo a luglio, le celebrazioni in onore del Patrono San Lorenzo (10 agosto), di Sant’Antonio (11 agosto) e della Madonna (14 agosto), che si conclude con la Festa della Montagna il 15 agosto.

Foto: RietiLife ©

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