Terremoto, 3 anni da quella fortissima scossa delle 7.40: il sisma che ha cambiato molte vite

Sono passati esattamente 3 anni dal sisma del 30 ottobre 2016: una scossa di magnitudo 6.5 con epicentro in provincia di Perugia tra i paesi di Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera svegliò Rieti e tutto il Centro italia. Erano le 7.40 della domenica mattina.

Non ci sono state vittime per la scossa del 30 ottobre, ma i danni sono stati ingenti per quello che è stato l’evento sismico più forte dal sisma dell’Irpinia del 1980.

Nuovi crolli si registrarono nelle zone già devastate dal sisma e problemi strutturali sono stati poi individuati un po’ ovunque nella zona del cratere, inclusa la città di Rieti: palazzi e abitazioni hanno riportato danni seri, tali anche da esser abbandonati. Come nel caso dell’Edelbier (leggi) o della sede di RietiLife (leggi).

Tanti i reatini che decisero di passare diverse notti fuori casa (anche sulla scia delle scosse di pochi giorni prima), dormendo in auto (leggi) nei parcheggi attrezzati. Paura e danni anche a Leonessa.

Quella mattina l’ha ricordata anche Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice. Un 30 ottobre che ha cambiato molte vite, oltre al tragico sisma del 24 agosto. “Oggi è l’anniversario della terza scossa. – scrive Pirozzi – Quella della paura, quella in cui ci sentimmo tutti perseguitati dalla natura che non voleva lasciarci più in pace. Quella mattina, alle 7.40, ero in macchina. Stavo andando a verificare i lavori al Polo del Gusto, esempio di straordinaria solidarietà del popolo italiano, grazie al quale i ristoratori di Amatrice hanno salvato le proprie attività. Non potrò mai scordare quella sensazione di aver bucato una ruota, poi la paura per un lampione che mi è crollato davanti, l’asfalto che si alzava e la certezza che fosse ancora una volta il terremoto. Mi ricordo che tornai a casa di corsa, con il cuore devastato, pensando a Teresa e ai miei figli. Stavano bene e mi sembrò, in quel momento, di essere un uomo fortunato”.

“Il resto della giornata lo passai al Comune, a ricominciare da capo tutto quello che era stato fatto in quei mesi, cercando di tranquillizzare i miei concittadini che a quel punto, giustamente, avevano PAURA, erano smarriti. Quel giorno mi sono sentito per molte ore piccolo e impotente davanti a tutto questo. La voglia di andare avanti, non me lo scorderò mai, me la diedero gli occhi lucidi di un volontario che bussò alla porta: “Sindaco, l’aspettano per coordinare gli interventi”. Ci sto, arrivo, risposi e pensai che di mollare non se ne parlava. Né quel giorno, né mai!” continua Pirozzi.

Foto: RietiLife ©

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