I comitati del No: “Sottopasso in viale Maraini è scempio pericoloso. Vogliamo fare la fine di Genova?”

(r.l.) Il no al sottopasso dai social si sposta al confronto vero e proprio. Dopo la formazione dei gruppi ‘No sottopasso’ di Facebook e ‘Sottopasso viale Maraini’ di WhatsApp, questo pomeriggio nella Sala dei Cordari c’è stata una riunione pubblica con i promotori dei due gruppi, il Comitato Piana Reatina e tanti cittadini desiderosi di sentire le ragioni del no a un’opera che , per ora, è solo un’idea e non un vero progetto.

Gli organizzatori si sono detti contenti della partecipazione: “Evidentemente il tema è molto sentito” dicono. Presenti soprattutto commercianti e abitanti della zona a ridosso di viale Maraini. I gruppi social sono nati parallelamente a una raccolta firme di commercianti e cittadini vari per sensibilizzare l’opinione verso amministrazione comunale. “Abbiamo subito diversi attacchi perché qualcuno pensava che io volessi redigere il progetto – afferma l’ingegnere Luciani Pitoni, tra i promotori e relatori dell’incontro, che aggiunge – il gruppo non ha alcun colore politico, vogliamo solo contrastare l’idea dell’amministrazione”. Oltre a Luciano Pitoni, relatori del summit Piero D’Orazi, Manlio Dante e Alvise Casciani del Comitato Piana Reatina al quale il gruppo ha aderito visto che è già riconosciuto “per facilitare una dialettica istituzionale”. A moderare gli interventi, la giornalista Daniela Miniucchi.

“È come mettere le finestre al Colosseo – dice a RietiLife, Domenico Simonetti, membro del comitato e, soprattutto, residente di Viale Maraini – bisogna valutare proposte alternative. Esteticamente sarebbe uno scempio. È pericoloso. Vogliamo fare la fine di Genova?”. Per il progetto è previsto un investimento iniziale di 4milioni di euro: “Le istituzioni non ci accordano alcun incontro perché, dicono, il progetto non c’è – prosegue Simonetti – Va ripensata la viabilità ferroviaria. Non siamo contro il treno ma vorremmo un treno che sia funzionale”.

Piero D’Orazi, architetto a sostegno del no, interviene duro: “Di fronte ad una cosa del genere, a due mesi dall’inizio dei lavori, cadrebbe un’amministrazione. Ripensare quel tratto di strada vorrebbe dire anche ripensare anche il capolinea dei Cotral. Questo sottopasso è una iattura. Ma aggirarla è possibile.  Una proposta? Pannelli nei punti nevralgici della città, ad esempio alla fine di viale Matteucci, che segnalino la chiusura o meno del passaggio a livello, in modo da lasciare all’automobilista la possibilità di scegliere”.

Foto: Lucantoni ©

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