Angelucci scrive al Ministro dell’Istruzione: “La nostra scuola in sofferenza: i numeri”

Il consigliere della Provincia, Alessio Angelucci, ha scritto una lettera al Ministro dell’Istruzione di Lorenzo Fioramonti, toccando il tema della situazione attuale dell’anagrafe scolastica, molto sofferente nel territorio reatino.

“Illustrissimo signor Ministro, sono a rappresentarle la complicatissima situazione della rete scolastica della nostra provincia. Mi permetto di inviarle questa missiva, pur consapevole che i numeri relativi all’anagrafe scolastica sono ovunque sofferenti, perché ritengo che il nostro territorio abbia difficoltà maggiori che la rendono un unicum a livello nazionale. In primo luogo Le cito i dati di partenza sui quali a breve dovremo lavorare per la strutturazione dell’ipotesi di dimensionamento scolastico per l’a.s. 2020/2021″ ha detto Angelucci.

“I.C. Petrella Salto 234 scolari (-166 alla soglia 400); I.O. Amatrice 239 scolari (-161 alla soglia 400); I.C. Leonessa 172 scolari (-228 alla soglia 400); I.C. Antrodoco 352 scolari (-48 alla soglia 400); I.C. Cittaducale 511 scolari (-89 alla soglia 600); I.C. Cantalice 320 scolari (-80 alla soglia 400); I.C. Torricella in Sabina 326 scolari (-74 alla soglia 400); I.I.S. M.T.Varrone 521 scolari (-79 alla soglia 600)” scrive Angelucci.

Per continuare: “Come potrà notare, ci troviamo dinanzi 8 istituti sottodimensionati su 29 totali, ma, anche i restanti non godono di buona salute, infatti sono tutti di poco superiori la soglia fisiologica per la sopravvivenza. Le motivazioni di questa complessa anagrafe scolastica sono riconducibili almeno a due grandi temi: l’inesistenza di collegamenti stradali adeguati e il recente sisma del 2016. Molti degli istituti che Le ho elencato sono situati in zone montane, assolutamente scollegate dal Capoluogo o dai centri maggiormente forniti, risultando cosi poco attrattivi per chi eventualmente volesse andare ad abitarvi e poco efficienti per chi vi risiede, dinamica che inevitabilmente si ripercuote sulle iscrizioni. L’assenza di collegamenti è un tema antico per la nostra provincia e mai adeguatamente trattato, molti proclami ma nessun atto meritevole di attenzione e soprattutto di fiducia da parte della nostra popolazione”.

“Il sisma del 2016 ha determinato un ulteriore e drammatico spopolamento delle zone del cratere; i ritardi nella ricostruzione e le lungaggini burocratiche che fanno giustamente ipotizzare un’impossibilità di imprimere un’accelerazione, rischiano di determinare una sentenza di morte per molti istituti.  La nostra provincia vive e si compone maggiormente di piccoli borghi, risorsa dell’Italia centrale, i quali senza la presenza dell’istituzione scolastica sono destinati a scomparire per sempre, ipotesi che dobbiamo in tutti modi scongiurare” ha continuato Angelucci.

“Vi è poi un dato paradossale, cioè la costruzione di alcuni nuovi plessi antisismici, in alcuni paesi dove le scuole sono a rischio chiusura, occorre quindi non disperdere anche il dispiego di soldi pubblici utilizzato. Tenendo conto dell’orografia che ci appartiene, Le chiedo di valutare l’ipotesi di dichiarare la provincia di Rieti come area altamente disagiata per la popolazione scolastica e di abrogare per il decennio 2020/2030 le soglie minime di autonomia fissate a 400 iscritti per le zone montane e a 600 per tutte le altre. Un decennio che dovrà servire a buona parte della provincia di Rieti per essere ricostruita, allo Stato per adeguare i collegamenti, ai Comuni per poter rivedere tutte le politiche scolastiche post-sisma e alle scuole per poter riprogrammare la propria offerta formativa. Solo cosi, a mio avviso, potremo lavorare con la necessaria serenità a una nuova stagione di investimenti scolastici che non sono fatti solo di capitale economico ma soprattutto di capitale umano, solo così potremo dire di far onore alla salvaguardia della scuola pubblica. Chiudo facendoLe presente che le ipotesi attualmente in campo di dimensionamento scolastico, sono tutte volte a limitare quanto più possibile i danni, ma nessun danno potrà essere realmente evitato se non ci sarà concesso almeno un decennio di respiro” ha concluso il consigliere della Provincia.

Foto: RietiLife ©

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