Sogni da… Re: “Olimpiade e una sfida con Fiasconaro. A Doha voglio un gran tempo”

Il primato italiano sui 400 e sotto i 45 secondi nel giro di pista, gli allenamenti a Rieti e, proprio ieri, il terzo posto nella sfida Usa-Europa a Minsk, ma soprattutto lo sguardo ai Mondiali di Doha. Davide Re è forse l’uomo del momento nell’atletica italiana assieme a Filippo Tortu (grande protagonista a maggio a Rieti col 9.97 ventoso). a pochi giorni dalla rassegna iridata, Davide Re si è raccontato a Francesco Ceniti sulla Gazzetta dello Sport, cartacea e online. Vi riproponiamo la chiacchierata del velocista ligure “adottato” da Rieti e allenato da Maria Chiara Milardi.

(dalla Gazzetta dello Sport) La gara dei sogni di Davide Re non è il prossimo Mondiale o l’Olimpiade. E neppure quella di Minsk, sui 400 nella sfida tra Europa e Usa che il ligure ha chiuso al 3° posto, dietro agli americani Cherry e London, con un tempo non da lui (“pensavo di fare meglio di 46”05, di almeno due o tre decimi. A Doha sarà molto diverso, promesso”). E allora meglio lasciarsi alle spalle la serata bielorussa e parlare della gara sognata dal primo italiano capace di sfondare il muro dei 45”00. La butta lì all’improvviso, come un cambio di passo in uscita dell’ultima curva. “Sa cosa farei se avessi dei superpoteri? Riportare in pista Marcello Fiasconaro, gli starei a fianco per capire come faceva a essere forte sia sui 400, sia sugli 800. Andando contro natura, perché non aveva il fisico adatto. Ecco, organizzerei questa gara, magari all’Arena di Milano. Solo noi due. E metterei il traguardo ai 600. Sarebbe bellissimo”.

Fiasconaro a sorpresa fece il record del mondo, ma pure lei ha riscritto un po’ di storia con quel 44”77…
“Arrivato dopo un percorso preciso. In progressione: stagione dopo stagione ho abbassato i tempi alzando l’asticella degli obiettivi”.

Quindi i prossimi passi sono entrare nel club dei 43’’ e puntare a medaglie importanti?
“Calma. Non ci spingiamo troppo in avanti. Anche perché più si scende e più diventa complicato limare anche un solo centesimo. Detto questo, porsi limiti sarebbe sbagliato”.

Anche per i Mondiali?
“Bisogna essere realisti, ci sono tre o quattro atleti di un altro pianeta. Poi c’è un secondo gruppo e qui entro in ballo. La finale è un obiettivo, un tempo importante anche”.

Tra meno di un anno c’è l’Olimpiade…
“Il massimo per chi fa sport: spero di godermela”.

I 400 sono definiti il giro della morte. Quanta fatica fate?
“Ho fatto tanto sport da ragazzino, pallavolo e soprattutto sci. Ero bravo, papà ha sperato fino all’ultimo che scegliessi la neve e in ogni caso sono maestro di sci. A 16 anni c’è stata la svolta, andavo più veloce sulle piste d’atletica. Poco alla volta ho scoperto che i 400 erano la distanza giusta. All’inizio fanno un po’ paura e sì, anche ora gli ultimi 50 metri sono spesso di pura sofferenza. E allora mi dico “Dai accelera, altri 5” ed è finita”. Così scovo le ultime energie per la volata”.

A chi gli chiese perché andava così forte in salita, Marco Pantani rispose: “Così abbrevio l’agonia”. Sembra simile a quello che ha appena descritto.
“Non conoscevo questa frase di Pantani, mi ci trovo in pieno”.

Detto di Fiasconaro: se potesse vivere un giorno di un altro campione, chi sarebbe?
“Mi affascina Federer, pur non avendo mai preso in mano una racchetta. Eppure lo guardo in tv: ferma il tempo, nonostante l’età è vicino alla perfezione, mettendo in riga giocatori molto più giovani. Un esempio. E comunque, da slalomista mancato, dico Bode Miller: andava clonato, solo lui poteva concludere con un solo sci una gara mondiale e poi scherzarci”.

Chi è quando non fa l’atleta?“Uno tranquillo, forse troppo perché pur di non discutere accetto che altri decidono per me. Mi piacciono i fumetti Manga, i film come Venom, poi il rock che mi dà l’adrenalina e se fosse permesso l’ascolterei fino a un attimo prima del via. Studio medicina, vorrei diventare ortopedico o medico del soccorso alpino, così riprendo a sciare. Sto insieme a Francesca da tempo e l’idea di famiglia con figli mi piace, ma non ora”.

È goloso?
“Sì e mi piace sperimentare. In Asia ho assaggiato una zuppa con zampe di gallina, anche no. Alla fine voto la pasta al pesto o coi funghi che raccoglie papà”.

Tifoso di calcio?
“Tiepido, per la Juve. E la Nazionale”.

Che Italia sarà a Doha?
“Eravamo indietro, ma stiamo recuperando nonostante una concorrenza sempre più agguerrita. Già piazzare diversi atleti in finale sarebbe un ottimo segnale e porterebbe come conseguenza a future medaglie. Sono ottimista”.

Il sogno impossibile è il 600 con Fiasconaro, quello possibile è provare a fare gli 800?
“Non ci penso. Però come ho già detto, mai porsi dei limiti”.

Foto: RietiLife ©

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