“L’Alcli ha rischiarato il buio della malattia. Diciamo grazie” | LA LETTERA

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice dedicata all’Alci Giorgio e Silvia.

All’associazione ALCLI “Giorgia e Silvia”

Chi a Rieti non conosce l’associazione ALCLI “Giorgio e Silvia”? Da tutti e da sempre è sinonimo di serietà, trasparenza ed efficienza. Ma chi ha avuto la necessità di conoscere personalmente la presidente ed i volontari di questa associazione, può raccontare anche un’altra storia.

Una storia fatta di sorrisi che riscaldano il cuore, di parole di conforto che leniscono qualsiasi dolore, di mani protese verso ogni bisogno.

Oltre alla profonda umanità che contraddistingue tutti i volontari dell’associazione, è importante sottolinearne anche la solida efficacia organizzativa che, con tempi e modalità straordinariamente rapidi (soprattutto per chi è rassegnato alle lungaggini burocratiche) riesce a dare una risposta alle situazioni più difficili.

Personalmente da più di vent’anni gestisco, con numerose difficoltà, la malattia di mio padre che, nonostante sia un malato cronico e segua la stessa terapia da anni, era costretto ad innumerevoli ricoveri ospedalieri e ad estenuanti attese al pronto soccorso.

Ora grazie all’intervento dell’ALCLI c’è stato risparmiato questo aspetto così faticoso e, al limite della sopportazione, per un uomo di novant’anni in precarie condizioni di salute.

Il buio in cui ci trovavamo si è rischiarato da un raggio di luce e di speranza quando abbiamo incontrato lo sguardo luminoso e rassicurante di Santina Proietti: le sue parole di conforto, la sua dolcezza, l’inusuale capacità di comprendere la sofferenza, ci ha fatto conoscere ciò che di più bello ci può essere in un essere umano: l’empatia e la solidarietà.

Empatia e solidarietà che caratterizzano anche l’operato dei volontari dell’associazione.

Nello specifico abbiamo avuto il piacere di conoscere la dottoressa Patrizia Santilli e l’infermiera Ivana che ci aiutano quando necessario con competenza e tanto, tanto amore. Dal momento in cui entrano in casa ci si sente immediatamente in ottime mani: la professionalità e l’umanità che caratterizzano il loro operato sono una garanzia di efficienza e consentono a mio padre di curarsi in un ambiente familiare, circondato da volti amici e mani amorevoli.

Quella che prima era un’emergenza vissuta con angoscia si è trasformata in una prassi tranquilla e, per alcuni aspetti, persino piacevole. Tutto questo grazie a loro, persone capaci di comprendere profondamente le sofferenze e le difficoltà di chi combatte contro il male e di portare un sorriso proprio dove ce n’è più bisogno.

Grazie di cuore quindi a tutti i volontari che dedicano il proprio tempo libero a chi soffre, alleviando per quanto possibile, le sofferenze quotidiane.

Con stima e gratitudine, Elvira Petrongari

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