“La città non può più stare senza Officine Varrone, la Fondazione ci crede e ne tornerà presto in possesso”

(di Chiara Pallocci) Un vociare allegro in tante lingue diverse: “Come to Largo San Giorgio!”. Trampolieri ed una vera e propria “cordata umana” di perfomer hanno salutato il ritorno della Fondazione Varrone a Largo San Giorgio. Lo spettacolo, itinerante e partito dagli archi del vescovado, ha introdotto la riapertura della Chiesa di San Giorgio, ristrutturata recentemente. Un “bentornati” dopo 5 anni – e qualche grana legale – alla programmazione culturale estiva nel cuore del centro storico di Rieti.

“Siamo qui per il ritorno a San Giorgio” è stato il saluto del Teatrum Mundi: tanti attori, di 16 paesi diversi, si sono avvicendati, nella piazzetta antistante l’ei fu Biblioteca, in esibizioni musicali e teatrali: Boogie Woogie, note indiane e percussioni. E ancora aria canti della Groenlandia, Polonia e le mani che battono il tempo sulla performance della Spagna e molto altro.

Il pomeriggio è proseguito con il concerto d’organo del maestro Simone Stella: Una chiamata ideale alla città all’insegna della cultura e dell’internazionalità alla presenza dell’assessore regionale  Bernardino, del vescovo Pompili, dell’assessore alla cultura del Comune di Rieti Gianfranco Formichetti e, ovviamente, del Presidente della Fondazione Varrone Antonio D’Onofrio. “Riapriamo questa chiesa acquistata dalla Fondazione nel 2012 – ha commentato il presidente D’Onofrio – sotto l’organo di ispirazione tedesca, ideato e progettato, nel 2010,  da Claudio Pinchi.

“Torniamo a San Giorgio. Una vera e propria smania, la nostra, di rimettere in piedi l’entusiasmo che creato gli scorsi anni – prosegue D’Onofrio – Crediamo pervicacemente e siamo sicuri che tutto San Giorgio tornerà in nostro possesso. Già nei primi mesi del prossimo anno o che, almeno, ci venga dato in uso. La città non può rimanere senza un luogo come questo”.

Si chiameranno ancora Officine: “La parola andava bene prima ed andrà bene dopo – conclude il presidente della Fondazione Varrone – perché, qui, prima c’era lavoro e adesso ci sarà cultura grazie ad una serie di concerti e di attività che si svolgeranno di venerdì fino alla fine dell’estate”. All’interno della rinnovata chiesa di San Giorgio anche la collezione di opere del Calcagnadoro.

LA NOTA DELLA FONDAZIONE VARRONE

“Oggi riapriamo l’ex Chiesa, presto speriamo di riavere, almeno in uso, tutto San Giorgio: è un patrimonio enorme e bellissimo che sarebbe un peccato mortale non mettere a disposizione della città. Si chiameranno ancora Officine Varrone perché Officine è un termine che evoca il lavoro che qui veniva svolto. Ma per produrre cosa? Cosa serve oggi alla città?”. E’ la sfida lanciata dal presidente della Fondazione Varrone Antonio D’Onofrio nel dare il benvenuto al pubblico che sabato pomeriggio è tornato ad affollare largo San Giorgio, dopo un silenzio durato più di cinque anni. A richiamare la gente è stato prima il serpentone multiculturale diretto da Pino Di Buduo, del Teatro Potlach, che dalla piazza del Comune è scivolato verso Largo San Giorgio dove gli artisti di 16 diversi Paesi del mondo hanno dato vita ad uno spettacolo con le danze e i canti popolari ciascuno della sua terra. Poi l’applauditissimo concerto d’organo del maestro Simone Stella, un omaggio ai grandi della musica classica europea.

“Con la riapertura dell’ex Chiesa intanto diamo il segnale che questo posto è ancora vivo – ha detto D’Onofrio dopo la benedizione impartita dal vescovo Domenico Pompili – con l’organo di nuovo in uso, con i quadri di Calcagnadoro e Ferrari della collezione d’arte della Fondazione esposti qui in maniera permanente, una sala attrezzata con 100 posti a sedere, la città ha di nuovo a disposizione un centro culturale di rara bellezza che mettiamo a disposizione per concerti, convegni, conferenze. Rimane aperta la questione del riuso complessivo di San Giorgio, quando le circostanze lo permetteranno, perché sicuramente alcune delle cose che si facevano prima non si potranno più fare”, ha detto D’Onofrio davanti all’assessore regionale Claudio Di Berardino e al sindaco di Rieti Antonio Cicchetti.

E qui è partito l’appello non solo alla città ma anche alle imprese: “La sfida che abbiamo di fronte è cosa produrre in queste Officine. Nella nostra idea di Fondazione ciò che serve per spingere avanti la crescita di questo territorio è sicuramente cultura ma anche formazione e innovazione. La Fondazione ha ricchezza e ha anche poteri ma da soli non si va lontano. Per questo invitiamo la città, in tutte le sue articolazioni culturali e sociali, le grandi multinazionali come Amazon, Takeda, Ibm e le imprese di Rieti che con i loro prodotti di precisione si sono affermate in tutto il mondo perché nel loro investimento sul territorio considerino anche queste Officine. Officine che possono diventare l’antenna capace di aggregare attori pubblici e privati che hanno a cuore la crescita delle comunità secondo i valori della solidarietà e del bene comune. Officine che possono ospitare direttamente o in partnership processi di formazione e innovazione che dalle imprese possono riverberarsi sulle comunità locali. Questo è il progetto, questa sarà la casa”.

L’ex Chiesa San Giorgio, il cui riallestimento è stato curato dal consigliere Giuseppe Balloni, resterà aperta per tutto il mese giugno, dalle 18 alle 22. Dal 5 luglio al primo agosto Largo San Giorgio ospiterà una rassegna teatrale e musicale a cura di Raffaello Simeoni e Paolo Fosso che prevede spettacoli tutti i venerdì sera, quale contributo della Fondazione alle iniziative già in atto di animazione del centro storico.

Foto: Gianluca VANNICELLI ©

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