Biogas Vazia, Enersi: “Interesse di pochi? Macché, è esempio di economia circolare”

“Leggo con notevole sorpresa sulla stampa locale le dichiarazioni di rappresentanti politici locali e mi viene da pensare che forse hanno confuso l’iniziativa di Rieti con quanto i loro compagni di movimento e amministratori pubblici stanno facendo o non facendo a Roma“: lo scrive il cofondatore di Enersi Luca Acquaroli, sulle recenti polemiche dell’impianto biometano di Vazia (leggi leggi).

“Non è accettabile che affermino che sia una iniziativa nell’interesse di pochi e non della collettività quando invece si tratta di uno dei pochi esempi di economia circolare dove si concilia il sacrosanto diritto a fare impresa con riduzione di oltre il 50% dei costi di trattamento per i comuni del comprensorio reatino e di conseguenza miglior servizio e a prezzi inferiori per i cittadini.Lo stesso servizio si rende in forma gratuita alle aziende agricole e agli allevatori – continua Acquaroli – sempre più costretti a ottimizzare i costi in chiave di sostenibilità e occupazione”.

“Il recente aumento delle tariffe di smaltimento riconosciuto con sentenza Tar Lazio e trasferito dalla Regione ai comuni, dovrebbe far capire che è arrivato il momento di gestire sul territorio la frazione organica e i sottoprodotti agricoli; quello cioè che consente ad un paese come la Germania, paese d’origine degli autentici verdi, e degli altri paesi del Nord Europa di arricchirsi a scapito delle tasche degli Italiani che sono incapaci autonomamente di risolvere il problema dei ”rifiuti” in salvaguardia dell’ambiente. L’impianto produrrà – afferma Acquaroli – un concime organico che verrà utilizzato nella piana reatina in sostituzione dei fertilizzanti chimici, questi ultimi dannosi per l’ambiente; produrrà bio metano in assenza di combustione e recupererà la CO2. È vero che non ci arroghiamo il ruolo di educare alla buona politica ma ci piacerebbe ricevere critiche fondate almeno dalla lettura integrale del progetto”.

“Considerate che la tecnologia proposta è stata pubblicata sia in Gazzetta europea che in quella italiana, come miglior pratica per trattare scarti organici in forma compatibile con il rispetto dell’ambiente, e che in uno studio, da noi commissionato, alla London School of Economics nel 2011 è emerso che in Europa ci saranno 30.000 impianti simili a quello ipotizzato a Rieti a servizio delle comunità nei prossimi anni. In conclusione anche a questi ultimi detrattori, come ai precedenti che non hanno ad oggi accettato alcun confronto, offriamo la disponibilità ad un incontro pubblico volto a illustrare il funzionamento dell’impianto e la bontà dell’iniziativa” conclude Acquaroli.

Foto: dal web ©

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