È morto Mario Sciarra. Il cordoglio di Studentesca, Meeting e Cai

Rieti piange un grande amico dello sport. È morto a 80 anni Mario Sciarra, anima del Meeting di Atletica Leggera, amico della Studentesca Milardi ed alpinista, socio del Cai.

Sciarra è morto ieri mattina, 2 aprile, lasciando un vuoto incolmabile, dopo una lunga malattia. Grande il cordoglio espresso dalla Studentesca, che ha pubblicato la sua foto su facebook. E dal Cai è arrivato un ricordo commosso

“Mario Sciarra era socio della sezione reatina del Club alpino italiano dal 1979 ed è stato uno dei protagonisti della generazione di alpinisti in attività dai primi anni Settanta del secolo scorso. Uno dei suscitatori del nuovo alpinismo reatino, capace di elaborare e proporre impegnative sfide d’arrampicata, sia estive che invernali, ideando itinerari di alto livello” scrive il Cai.

“A lui si deve la prima salita della parete Nord della vetta del Terminillo, insieme ad Alberto Bianchetti; a lui si devono altri itinerari nuovi, alla Nord del Monte Elefante in inverno; allo Spigolo dello Sperone centrale ancora sulla Vetta del Terminillo; e tante altre imprese difficili da elencare, di grande impegno, anche sul piano sci alpinistico, di cui era Istruttore Cai, al Gran Sasso d’Italia, su tante cime delle Alpi, su quelle delle Ande; alle Isole Svalbard e al Polo Nord” aggiunge il Cai.

“È stato tra i fondatori del Gruppo alpinisti reatini, negli anni Settanta, in opposizione alla politica ambientale del Cai reatino di quel momento; ed uno dei promotori del ritorno dei soci del Gar in seno al Cai di cui è stato uno dei principali animatori di tutte le attività sezionali. Tra i fondatori della stazione reatina del Soccorso alpino e speleologico, nel 1978, di cui è stato il capo nei primi anni novanta per due mandati, contribuendo in maniera decisiva alla sua organizzazione complessiva, ottenendo risultati più che lusinghieri e riconoscimenti a livello nazionale. Nemico dichiarato di ogni enfasi retorica, non solo alpinistica, i soci e gli amici del Club alpino italiano lo ricorderanno anche per lo spirito goliardico con cui affrontava e narrava ogni avventura, vissuta sempre con il massimo impegno, e con la leggerezza sostenibile dell’essere e del fare, capace di coinvolgere gli altri nella realizzazione pratica di ogni impresa” conclude il Cai Rieti.

Foto: Studentesca Milardi ©

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