I ragazzi della scuola Merini ricordano Antonio Megalizzi con un’intervista speciale

Alcuni alunni del laboratorio di giornalismo della scuola Alda Merini hanno realizzato un’interessante intervista: hanno sentito Andrea Fioravanti, figlio di Federico, ex direttore del Corriere dell’Umbria, originario di Fiumata. Lui è uno dei migliori amici di Antonio Megalizzi, e ha parlato in nome dei suoi colleghi di EuroPhonica al suo funerale a Trento.

L’INTERVISTA

Oggi nel laboratorio giornalistico abbiamo intervistato un giornalista, collega e caro amico di Antonio Megalizzi, vittima a 29 anni, dell’attentato terroristico a Strasburgo del dicembre scorso. Il suo nome è Andrea Fioravanti, cronista di origini reatine (il padre Federico è nato a Fiumata) ora a linkiesta.it.

Come vi siete conosciuti con Antonio?

Online, quando è stata formata la redazione di EuroPhonica. Dopo tre mesi di conversazione telematica, ci siamo incontrati nel novembre del 2015, in un convegno a Strasburgo.  

Cosa aveva di speciale Antonio?

Aveva una voce molto radiofonica, matura per la sua età. Con quel suo tono graffiante e allo stesso tempo rassicurante, accompagnato da un approccio meticoloso al suo lavoro. Rendeva pop il linguaggio burocratico. Con la sua empatia metteva a loro agio gli eurodeputati che intervistava.

Quale eredità ha lasciato? Come portare avanti i suoi ideali e il suo grande impegno?

Per portare avanti il suo lavoro ed i suoi ideali, occorre non pensare alla sua morte: non è questo che Antonio avrebbe voluto. Noi suoi amici ci sentiamo come Forrest Gump quando inizia a correre senza mai fermarsi.

Perché dovremmo credere nell’Europa? Antonio cosa ci avrebbe detto su questo argomento?

Non posso parlare per Antonio, ma posso dirvi il mio pensiero che è molto simile al suo. Inanzitutto non si deve credere nell’Europa, perché l’Europa esiste. Bisogna ragionare sul contenuto e non sul contenitore.

Abbiamo fatto un sondaggio chiedendo a 20 persone se sapessero chi fosse Antonio Megalizzi. Solo 2 conoscevano la sua storia.

Io non spero che in 20 su 20 sappiano chi era Antonio ma che queste persone sappiano magari cosa sia l’Europa perché questo incide sulle loro scelte, sul loro futuro e su tanti aspetti della nostra vita anche se non ce ne rendiamo conto. È proprio questo che fa EuroPhonica.

Qual è il suo legame con il nostro territorio?

Io sono nato a Rimini, sono cresciuto a Perugia ed adesso vivo a Milano, però d’estate torno sempre nella vostra provincia, con cui ho mantenuto un bel legame.

Quale consiglio ci dà come aspiranti giornalisti?

Non bisogna essere superficiali, ma scettici al punto giusto. Occorre non fidarsi subito di una notizia, ma essere curiosi e ricercarla su più fonti. Non smettete mai di essere curiosi.

di Matteo Taddei Vittori, Beatrice Desideri, Aurora Mezzetti, Giulia Formignani e Samuele Baselli (III B)

Foto: A. MERINI ©

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