“Mi meraviglio come sindaci navigati di questo territorio non comprendano che difendere lo sviluppo è ben altra cosa che spostare un ‘ospedale di zona disagiata’. All’amico Trancassini dico che, se rischia di chiudere il nostro piccolo ospedale con pronto soccorso in una area – distrutta si, ma nella quale vi saranno nei prossimi anni via vai di migliaia di lavoratori e persone – allora rischierebbe ancora di più se lo stesso fosse posto nel deserto, lontano dai cantieri della ricostruzione. La mia posizione è chiara: se il Grifoni rimane ‘ospedale di zona disagiata’ così come classificato ad oggi, e con i servizi e le dotazioni autorizzate dalla Regione ad oggi, si faccia dove era e prima possibile. Se le Istituzioni, con delibere attuative, lo elevassero a ospedale di area vasta e si impegnassero ad investire sul progetto i finanziamenti adeguati, allora Amatrice si siederebbe a qualsiasi tavolo”, conclude.
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