Da oggi sarà attiva, anche a Rieti, YouPol, la nuova App della Polizia di Stato, scaricabile direttamente sullo smartphone da Apple Store e Play Store, che consente di inviare segnalazioni alla sala operativa della Questura, anche in via anonima, se si è testimone o si è venuto a conoscenza di episodi di bullismo o traffico di stupefacenti. YouPol nasce per consentire ad ogni cittadino, giovane e meno giovane, di concorrere al miglioramento della vivibilità del territorio e della qualità della vita, perché abbiamo bisogno di cittadini sempre più consapevoli e che si facciano partecipi del sistema sicurezza.
La Polizia di Stato, da sempre impegnata nella formazione civica dei ragazzi, con YouPol desidera coinvolgere gli adolescenti e responsabilizzarli sul rifiuto del consumo della droga e di ogni forma di violenza, realtà che troppo spesso restano sommerse e che sono fonte di emarginazione e grande sofferenza. L’utente avrà anche la possibilità di effettuare una chiamata di emergenza, utilizzando un pulsante ben visibile di colore rosso, alla sala operativa della provincia nella quale si trova.
I NUMERI – Dati alla mano, dall’avvio del progetto ad oggi, i download effettuati sono stati più di 118.000 mentre le segnalazioni attraverso l’uso di YouPol per casi di bullismo sono state 1152, per uso di sostanze stupefacenti 2132, per un totale di circa 3283 segnalazioni giunte nelle Questure dove il progetto è già stato avviato da tempo.
A RIETI – Nella mattinata odierna, il Questore di Rieti Antonio Mannoni ha ufficialmente presentato la nuova App illustrandone il funzionamento ed invitando i cittadini all’utilizzo, responsabile e necessario, per facilitare la comunicazione con la Polizia di Stato. Sin da oggi e nei prossimi giorni, personale qualificato della Questura farà visita agli istituti scolastici della provincia di Rieti per illustrare ai giovani, veri fruitori di tali importanti app, la funzionalità dell’applicazione che potrebbe rivelarsi un efficace strumento per il contrasto agli episodi di bullismo o di “spaccio” che, sovente, restano ignoti alle Forze dell’Ordine.
Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©