L’autoscuola Margiotta compie 90 anni, è la più antica d’Italia | LE FOTO STORICHE

I semafori non si immaginava neppure cosa fossero come pure gli incidenti stradali costituivano, se non una rarità, certamente un fatto inusuale. Nell’aprile del 1928 erano davvero poche le auto in circolazione a Rieti quando l’Autoscuola Margiotta aprì i battenti in via Garibaldi dove il fondatore, Gustavo Margiotta, iniziò a insegnare ai reatini come si governava un volante e si cambiavano le marce.

Da allora sono trascorsi 90 anni e oggi quell’Autoscuola è rimasta in Italia la più antica in attività, capace di reggere a tutte le mutazioni di un mondo che ormai va sempre più in fretta, e non solo quando sale in auto. Intere generazioni di automobilisti reatini si sono formati alla guida salendo sulle auto di Margiotta. La prima fu una Scat seguita da una Fiat 509, quindi fu il turno di una Balilla a tre marce e così via.

Insegnare agli aspiranti Nuvolari a guidare non era certo una cosa stressante come lo è oggi. Gli automobilisti non sono più tolleranti con chi sta imparando, dimenticano che anche a loro si è spenta l’auto al semaforo o non sono riusciti a parcheggiare nel modo giusto. Davvero ci vuole un pazienza infinita, ammette Fabrizio Rossi, nipote del fondatore Gustavo che ha ereditato la guida dell’attività insieme alla moglie e alla figlia. A lui il mestiere lo ha trasmesso suo zio Antonio, uno all’antica che era quasi un dittatore nel lavoro ma anche dotato di una grande umanità.

Adesso vive per questo lavoro con entusiasmo, perché gli consente di stare sempre a fianco dei giovani. Le prime lezioni di guida, quelle non se le può dimenticare: “Andavamo nella piana reatina su strade che non erano asfaltate oppure in città dove non c’erano semafori, nè code agli incroci”. Non si dimentica neppure “la sfilata del 6 gennaio” in occasione dell’Epifania, quando il titolare e i dipendenti dell’Autoscuola consegnavano a vigili del fuoco, polizia stradale e vigili urbani presso i punti di ritrovo di Porta D’Arce e Porta Cintia la “Befana del Vigile”. “Era un modo simpatico per ringraziarli della collaborazione che offrivano lungo le strade, tradizione durata fino a circa il 1970”.

Un’altra tradizione scomparsa, a ricordarla ci sono quelle foto in bianco e nero e una certezza: quelli di Margiotta sono solo i primi novant’anni.

 

Foto: Margiotta©

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