I bambini di Vazia e l’acero piantato a scuola

Festa dell’albero alla scuola dell’infanzia Sestili Matteucci di Vazia. La richiesta dei bambini rivolta al primo cittadino Antonio Cicchetti, per creare una zona d’ombra nel cortile, è stata accolta. Così, proprio il 30 gennaio, è stato messo a dimora un acero in una manifestazione che i bambini hanno preparato con gioia. Già dallo scorso autunno l’acero, una pianta elegante dalle foglie palmate che spaziano dal verde brillante all’oro, dall’albicocca al porpora, è stato argomento di osservazione e di conversazione; la struttura stessa dell’albero ha suscitato interesse nei piccoli che si sono confrontati e paragonati con esso. La canzone “Io sono come un albero” li ha aiutati a comprendere meglio le varie parti della pianta. Diversi lavori sono stati realizzati e tutti hanno partecipato con interesse.

In continuità con il progetto sulle emozioni, avviato all’inizio dell’anno, i bambini hanno appreso che gli antichi Greci e Romani, per colpa delle varie colorazioni che l’acero assumeva in autunno, avevano dedicato questo albero a Fobos, dio della paura, figlio di Ares dio della guerra e fratello di Deimos, dio del panico. I piccoli si sono talmente entusiasmati al racconto che hanno chiesto altre storie sull’acero.

La ricerca di notizie sull’acero ha consentito agli insegnanti di constatare che nonostante la complessità dell’argomento, la maggior parte dei bimbi ha mantenuto alta l’attenzione e la curiosità. Sorprendente è stata la loro capacità di rielaborare le informazioni senza tralasciare i termini nuovi che hanno incontrato.

In una regione della Francia, l’acero era considerato prezioso per allontanare i pipistrelli perché si credeva che non facessero aprire le uova delle cicogne e succhiassero il sangue dei bambini. Per questo mettevano sopra i nidi dei loro uccelli portafortuna e sopra le porte delle case qualche foglia di acero perché scacciasse i pipistrelli.

“Un acero era nato sul terreno dove era stata sepolta una principessa dal suo assassino. Un pastore con un ramo di quell’albero costruì un flauto che cominciò a parlare e permise al re di trovare il colpevole.

Con il legno dell’acero vengono costruite canne da biliardo, mobili, pavimenti e strumenti musicali, dai manici delle chitarre elettriche ai tamburi, al fondo e fianco di chitarre e violini, e forse questa fiaba ungherese è nata per questo.

In Canada, dove sono sconfinate foreste, quest’albero è considerato il re dei boschi. E’ un importante simbolo nazionale, il simbolo del popolo canadese ed infatti la sua foglia stilizzata è sulla bandiera. Molte compagnie e società locali, dalla squadra calcistica Toronto Fc alla compagnia aerea, utilizzano come logo la foglia rossa che compare sulla bandiera.

In Giappone, gli aristocratici si ritrovavano in autunno sotto gli aceri screziati di rosso per suonare, recitare poesie e cantare. Oggi questa usanza è divenuta popolare.

Dall’acero da zucchero si ricava l’omonimo sciroppo, depurativo e remineralizzante, utile ai diabetici, ha proprietà antiossidanti ed è utile in caso di gastrite.

In aprile tutti gli aceri fioriscono: i mazzetti giallo- verdastri dei suoi fiori spuntano prima delle foglie. I suoi frutti, le samare, somigliano alle ali della libellula e lo scorso anno, nell’ambito del progetto ambiente i bambini più grandi avevano realizzato questo insetto utilizzando proprio questi semi. Cresce rapidamente fino a 30 anni; vive 200 anni; si taglia dopo 60 anni.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email