Il ricordo dei caduti in Russia: ecco il libro “Ci Resta il Nome”

Domani, mercoledì 22 novembre alle ore 17 nell’Aula Magna “Sabina Universitas” di Palazzo Dosi, piazza Vittorio Emanuele II, n. 17, verrà presentato il libro Ci Resta il Nome di Pietro Vitelli per la Herald Editore, in memoria dello zio Pacifico Vitelli e dei suoi compagni di avventura dispersi e caduti in Russia.

L’incontro, organizzato dal Lions Club Micigliano Terminillo, con il patrocinio del Comune di Rieti e della Sabina Unversitas, verrà introdotto dal Presidente prof. Gianni Turina ed il volume si avvarrà della presentazione del prof. Gianfranco Formichetti, assessore alla cultura del Comune di Rieti. Sarà presente l’autore con delle testimonianze dirette.

Il libro “Ci resta il nome” ricorda i caduti e dispersi in Russia durante la seconda guerra mondiale ma anche di quelli che ebbero la fortuna di tornare.   L’opera ricorda un giovane a cento anni dalla nascita, Pacifico Vitelli, partito da Cori nel 1941 per la campagna di Russia.

Di lui si sono perse le tracce il 17 gennaio 1943 come è accaduto a decine di migliaia di altri giovani che dalla Russia non fecero più ritorno. Con Pacifico partirono da Cori altri dieci suoi compagni che pure furono dispersi e almeno altri trenta giovani che riuscirono a tornare pur profondamente segnati nell’anima e nel corpo.

Anche di loro si parla nel libro che contemporaneamente incrocia la grande storia – le vicende della 52° Divisione fanteria ‘Torino’, la tragedia della ritirata – e, ancora, racconta di un viaggio nei luoghi dove quei giovani hanno combattuto e sofferto e dove hanno vissuto la prigionia per ricercarne le tracce, vivendo emozioni profonde e incontri di incredibile umanità.

Lo stesso autore ha infatti ripetuto nel 2016, nella regione del Don un viaggio nei luoghi dove visse e sparì suo zio e i suoi compagni di sventura (dei 230.000 partiti circa la metà non tornarono), chiedendosi durante il viaggio, una sorta di pellegrinaggio della memoria, se qualcosa di loro si fosse conservato, visitando molti luoghi e incontrando molte persone che là vissero o hanno memoria di eventi terribili.

Alcuni effetti personali di altri soldati (un piastrino, una gavetta e un orologio) sono stati in realtà ritrovati, su terreni non bonificati o presso privati, e si è persino riusciti a riconsegnarli alle famiglie. Ma soprattutto durante il viaggio si è arricchita la memoria, rivissuta quell’esperienza con forti sentimenti.

Quella esperienza è stata la più tragica vissuta dall’esercito italiano. Ne sono nate domande forti e un desiderio sconfinato di solidarietà e di pace tra tutti i popoli del mondo. Il libro è quasi un romanzo per come procede la narrazione dei fatti e nello stesso tempo un saggio storico per l’esattezza e oggettività dei fatti narrati e la ricchezza della documentazione che contiene, per le numerose fotografie che ricordano quegli eventi, per il racconto di un viaggio compiuto da un gruppo di familiari alla ricerca di un esercito perduto.

Nel libro vengono ricordati non solo giovani partiti da Cori (Lt) ma anche di altri paesi come ad esempio Armando Turina di Rieti, tra i fortunati che riuscirono a tornare in Italia, e contiene dolorose testimonianze di alcuni familiari. Il volume è accompagnato da un cd audio contenente “Memories”, colonna sonora composta da Aldina Vitelli, musicista e musicoterapista, pronipote di Pacifico Vitelli, e “L’ultima notte” (parole di Carlo Geminiani e musica di Giuseppe De Marzi scritta per coro), arrangiata da Aldina per voce solista ed eseguita dal cantante Roberto Bernardi, figlio di un reduce di Russia.

Foto: LIONS ©

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