Venti anni di Convenzione sui diritti dell’infanzia, Pitoni: “La società si adoperi per la tutela dei minori”

Oggi, 20 novembre, ricorrono 28 anni dall’approvazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e del Bambino da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Quella Convenzione fu ratificata dall’Italia con legge n. 176 del 1991. In occasione della celebrazione di questa importante ricorrenza la Prof.ssa Maria Rita Pitoni, che giusto recentemente è stata nominata Presidente Provinciale dell’Unicef, intende ribadire e rammentare i valori portanti della Convenzione.

“Quasi tutti i paesi del mondo si sono impegnati, al pari del nostro Stato, a far rispettare e a rispettare all’interno del proprio territorio i diritti fondamentali contenuti nella Convenzione per la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – esordisce la Pitoni – una volta di più conveniamo, oggi, che queste fasi evolutive non sono biologiche, ma sociali. Ne consegue che tutte le società devono adoperarsi per la loro esistenza e per la loro tutela ed in ogni contesto sociale. I grandi mutamenti ai quali abbiamo assistito negli ultimi tempi hanno enormemente inciso sulle relazioni adulto/adolescente/bambino. Ciò conferma, una volta di più, che una società ed una cultura umana non possono esistere senza un’idea sociale e condivisa di bimbo e di adolescente. La Convenzione – prosegue la Pitoni, recentemente insignita dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, di una onorificenza per i particolari meriti testimoniati nella drammatica esperienza post-sisma ad Amatrice, nella qualità di Dirigente Scolastico di quel plesso – indica col termine “children” una classe speciale di individui, compresi tra 0 e 18 anni, bisognosi di cure specifiche e di protezione; individui ritenuti qualitativamente differenti dagli adulti”. La Pitoni conclude il proprio pensiero con una frase cara a Maria Montessori e della quale ciascuno di noi è chiamato a fare tesoro: “L’adulto deve farsi umile e imparare dal bambino ad essere grande”.

Foto: RietiLife ©

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