Porte aperte ad Amazon: ecco come si lavora a Passo Corese | FOTO

(di Paolo Giomi) Porte aperte, per la prima volta dalla sua apertura, al Centro Distribuzione Amazon di Passo Corese, che dal 26 settembre ha iniziato a stoccare e distribuire articoli in tutta Italia. Ad accogliere la “mini troupe” di taccuini e macchine fotografiche c’è Tareq Rajjal, responsabile delle strutture e della logistica del colosso americano del commercio online in Italia. Con lui Elena Cottini, responsabile delle pubbliche relazioni del colosso americano per l’Italia, e Stefania di Mico, responsabile delle relazioni esterne del centro di Fara Sabina. Tutto intorno, al lavoro, i 400 dipendenti già assunti (“a tempo indeterminato da Amazon”, spiega Rajjal) del centro, che da qui al prossimo triennio triplicheranno di numero, raggiungendo la cifra di 1200 addetti.

I NUMERI Cifre in linea con la curva di sviluppo del centro di Passo Corese. “Contiamo di raggiungere la piena e totale operatività nei prossimi anni, con circa 1200 addetti impiegati nei tre turni giornalieri (già in essere, ndr) – dice Rajjal – i nostri operatori non solo sono addetti di magazzino, abbiamo esempi e testimonianze di ingegneri che sono stati assunti con zero giorni di esperienza lavorativa, e che oggi, a distanza di poco più di un mese, si trovano già a gestire team da 70-80 persone”. Perché la cosiddetta “manodopera” resta il cuore pulsante delle strutture logistiche di Amazon, ma le competenze sono quanto mai necessarie. Soprattutto in un centro come quello di Passo Corese, dove la componente “robotizzata” (unica in Italia) dona quel pizzico di “futurismo” all’ambiente. “Che non deve essere confuso con la fantascienza però”, continua ancora Tareq Rajjal, che questo aspetto ci tiene proprio a precisarlo: “Si pensa erroneamente che i nostri cosiddetti ‘robot’ vadano a sostituire il lavoro umano, e invece è l’esatto opposto. E’ proprio dove c’è più tecnologica che si richiede maggior lavoro dell’uomo, che resta al centro del nostro business”. Alle 400 persone attualmente impiegate e già assunte da Amazon si devono aggiungere i cosiddetti “stagionali”, ovvero i lavoratori che, ad oggi, sono ancora gestiti dalle agenzie interinali con contratti a tempo. Per loro, all’orizzonte, un percorso definito e chiaro. Perché niente, in Amazon, viene lasciato al caso: “Come già accaduto in altre strutture il percorso di inserimento per le nuove risorse è pressoché standardizzato – racconta Elena Cottini – si procede con una fase a tempo, che in genere si svolge nel periodo natalizio, che per noi rappresenta il periodo di picco; dopodiché, a gennaio, si valuterà l’andamento delle singole risorse, e si procederà con gli inserimenti, quasi sempre a tempo indeterminato. Ovviamente per chi lo vorrà”. Funzionerà così anche a Fara Sabina, per un numero “x” di persone che Amazon conosce ma che non divulga nel dettaglio, per logiche aziendali. Un numero comunque da considerare a “tre cifre”, vista la crescita degli ordini del colosso americano. 

LA STRUTTURA Come a Piacenza anche a Passo Corese tutto è organizzato al minimo dettaglio. Dall’ingresso delle merci nello stabilimento, la cosiddetta fase “inbound”, allo stoccaggio degli articoli, che si svolge nell’area “robotizzata”, interdetta al traffico umano ma comunque controllata da personale “in carne e ossa”. Da lì si scende nuovamente al piano terra, dove gli articoli stoccati e catalogati vengono preparati alla spedizione, per uscire poi dal magazzino di Passo Corese. A questo punto i tir e i grandi camion carichi di articoli si recano nei due centri paralleli di Fiano Romano e Pomezia, dove i cosiddetti “truck” scaricano nuovamente il materiale, che viene caricato dai “driver”, camioncini e furgoni piccoli e medi pronti ad addentrarsi per le vie di Roma e di tutti i centri abitati, dove gli autoarticolati non potrebbero transitare. Capillarità unita a puntualità ed efficienza, la mentalità-Amazon si riflette su Passo Corese come in ogni altra struttura, d’Italia e del mondo. Dove tutto è organizzato, indicizzato, catalogato, registrato. Un’operazione apparentemente tentacolare, ma che in realtà si svolge con assoluta semplicità.

ALL’INTERNO E anche con una relativa tranquillità, percepibile un po’ ovunque all’interno della struttura. Lo spauracchio del cosiddetto “Grande Fratello”, il controllo maniacale dell’azienda nei confronti degli addetti, i contapassi, le richieste per andare alla toilette. Non si vede nulla di tutto questo nei corridoi del magazzino di Passo Corese, dove gli addetti ai reparti svolgono il loro lavoro normalmente, all’apparenza senza alcun tipo di pressione da parte di un’azienda che, almeno fino ad ora, e dati alla mano, ha creato praticamente da zero 400 nuovi posti di lavoro.

Foto: GIOMI ©

 

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