L’editoriale di Format – “Disintossicazione”

Pubblichiamo l’editoriale di Format a firma di Stefania Santoprete.

E’ la parola d’ordine dell’uomo moderno. Mangiamo cibi sani, beviamo litri d’acqua, preferiamo la bici all’automobile, facciamo lunghe camminate, frequentiamo la palestra, qualche volta meditiamo, siamo a caccia di cosmetici e detergenti ecologici completamente biodegradabili, insomma… ci depuriamo. Sappiamo che è utile farlo perché quando il nostro corpo è troppo intossicato finisce per ammalarsi.

Ma ciò che dimentichiamo è che stress, tensione, ansia, tristezza, rabbia, alla lunga, portano allo stesso risultato di intossicazione dal punto di vista mentale. Il loro effetto cumulativo può avere gravi ripercussioni sulla nostra psiche. Quindi, a che vale dopo una bella dormita, affrontare la giornata con una sana colazione se già al 13° minuto del nostro risveglio qualcuno sta rovesciando sulla nostra testa un orinale bello colmo di deiezioni? Ovviamente uso una metafora ma corrisponde a quanto i social riversano addosso ai propri ‘amici’ in una giornata standard.

Fatte salve le anime buone capaci di offrire un buongiorno ed un caffè virtuale (grazie Sandra!), quelle che colorano la nostra vita con un pizzico di ironia (grazie Anna Simona!) ed una riflessione profonda (grazie Lucio!), arrivano coloro che sulla tastiera sfogano tutti i loro più biechi istinti trasformandosi di volta in volta in Ministri dell’Economia, Leader Politici, Allenatori Internazionali, Rappresentanti dell’Esercito della Salvezza, Ambasciatori del Mondo Animale, Addetti alle Relazioni con l’Universo, Curatori delle Memorie Altrui, Statisti Extragalattici.

Coloro, si fiondano su una semplice, timida parola, quale potrebbe essere un ‘Ciao’, per declinarla in tutte le possibili incomprensioni interpretative!

E andiamo dritti al punto: la Campagna Elettorale appena terminata è stata la più bassa degli ultimi anni, con rigurgiti di faziosità per schieramenti, che credevamo di avere dimenticato. Responsabilità primaria va ai social, soprattutto a Facebook. Avrebbe mai creduto Zucherberg che proprio il mezzo nato per rimettere in contatto vecchi amici di scuola nostalgici potesse trasformarsi in un’arma d’assedio permanente? Qualunque cosa, ‘qualunque’ è stata strumentalizzata, qualsiasi immagine commentata a favore o contro qualcuno. Sistematicamente alcune persone si precipitano a dare una zampata artigliata anche al post più ‘neutro’, capita così di ritrovarsi ad accendere lo smartphone con la curiosità tipica dei navigatori e ritrovarsi a spegnerlo con stizza dopo aver letto tre o quattro commenti. E ti ritrovi ad uscire di casa con la luna storta senza avere avuto ancora alcun tipo di contatto con la ‘realtà’. Se aggiungi varie ed eventuali dovute a fake news, profili falsi, appelli bufala… comprenderai come l’istinto ti porti ad odiare quel punto d’incontro virtuale che conserva in sé un potenziale enorme e che solo l’essere umano trasforma in negativo.

Sempre più spesso sento dire ‘Sto pensando di uscirne’ da persone che lo usano correttamente ma che, probabilmente, non riescono più a sostenerne il peso ‘emotivo’.

Mi dispiace: io sono innamorata della Rete, delle molteplici possibilità che offre di entrare in contatto immediato con chi altrimenti non riusciresti mai ad avvicinare, della velocità di connessione che offre a territori e culture distanti, oltre ad essere per me un indispensabile mezzo di lavoro. Eppure credo che questa ‘vacanza depurativa’ diventi ormai necessaria. Un tempo si diceva ‘staccare la spina’ oggi si tratta di ‘disconnettersi’. Se tutta l’energia, il tempo investito, fosse impiegato nella vita reale, metà dei nostri problemi sarebbero risolti. Se tutte le persone che hanno fatto delle battaglie personali in occasione delle elezioni, lasciassero la tastiera e tornassero a popolare le sedi politiche, il dibattito che ne scaturirebbe darebbe linfa vitale al nostro futuro; se coloro che da casa sanno già chi schierare per vincere una partita scendessero realmente in campo combatteremo quel 39,2% di sedentari che rischiano diverse patologie; se tutti quelli che fotografano, analizzano, commentano i problemi della Città, si riunissero in comitati di quartieri sedendosi intorno ad un tavolo ‘vero’, sicuramente si otterrebbero migliori risultati nell’interesse di tutti. Pensateci la prossima volta che con astio, rabbia o rancore vi precipiterete a commentare il post di qualcuno: il benessere psicologico del prossimo, dipende anche da voi! Vogliatevi bene!

Foto: RietiLife ©

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