Fara, il consiglio approva tra le proteste il maxi-piano di riequilibrio di quasi 8 milioni

(pa. gio.) Il consiglio comunale di Fara Sabina approva il doppio piano di riequilibrio straordinario per ripianare i debiti provenienti dal riaccertamento straordinario dei residui al 2015, per 4milioni e 600mila euro, e dal riaccertamento ordinario al 2016, per 3 milioni 100mila euro. Un provvedimento passato con i soli voti della maggioranza, durante una seduta infuocata, e destinata ad animare e non poco il prossimo futuro politico del secondo Comune della provincia.

Dure le proteste delle opposizioni, che condannano all’unisono le scelte operate dal sindaco Basilicata, additato come responsabile numero uno – dal 2011 al 2016 il sindaco ha ricoperto anche il ruolo di assessore al bilancio – del maxi-debito. Un debito che, secondo i piani dell’amministrazione, sarà ripianato attraverso due strade: la prima, quella del riequilibrio straordinario, che previa approvazione della Corte dei Conti consentirà al Municipio farense di spalmare su 30 anni la cifra di 4 milioni e 600mila euro; la seconda, procedura una volta nota come pre-dissesto, attraverso un piano decennale ammortizzerà i restanti 3 milioni 100mila euro. Ipotesi, quest’ultima, che passa per forza di cose attraverso l’approvazione della Corte dei Conti. In caso contrario, infatti, l’intero disavanzo sarà spalmato su 10 anni, portando l’importo dovuto dal Comune all’erario alla cifra imponente di 770mila euro all’anno, per il prossimo decennio.

Un’autentica mazzata per il futuro di Fara Sabina. Questo sostengono i consiglieri di minoranza, da Paolo Spaziani (Pd-Fara Bene Comune), che suggerisce all’amministrazione di andare a casa (“dimettetevi, fatelo per il bene di Fara” Ad Alessandro Bielli (Movimento 5 Stelle), che considera il passaggio del consiglio sul piano di rientro “la certificazione del fallimento di questa amministrazione comunale”.

Danilo Maestri (Fara Bene Comune) chiede “come sia possibile che non ci si sia accorti di nulla prima, nonostante già nel 2015 il revisore dei conti avesse segnalato una previsione di entrata sovrastimata rispetto al reale. Non vorrei – aggiunge – che si abbia agito in questo modo per aumentare il consenso elettorale in vista delle elezioni del 2016”. Va dritto al nocciolo della questione Gabriele Picchi (Pd-Fara Bene Comune), secondo cui “in questi anni si è aumentata senza controllo la spesa, senza tener conto di quanto stava realmente accadendo alle finanze del nostro Comune. E’ come se il capo di una famiglia si fosse permesso di fare una vita al di sopra delle sue possibilità. Senza contare che le avvisaglie non solo c’erano tutte, ma sono state anche messe nero su bianco dal revisore dei conti. Come è possibile allora che chi finora si è dichiarato sempre a conoscenza di tutto non avesse previsto che qualche conto sui riaccertamenti non tornava? Giorgio Giovannelli (Movimento per Fara) parla di “una situazione severa, che ricadrà anche sulle future generazioni”.

Critiche alle quali l’amministrazione non solo non risponde, ma anzi rilancia, difendendo le scelte portate in aula. A dire il vero è solo il sindaco Basilicata a prendere la parola, ribadendo come “la situazione che affrontiamo è puramente tecnica, e non esiste alcun buco o ammanco nelle casse del nostro Comune, che anzi ha tutte le potenzialità per continuare ad investire come fatto in questi anni”. Per il sindaco farense il disavanzo venuto fuori è la risultante di una serie di fattori, che vanno dal cambio delle normative vigenti sulla contabilità degli enti pubblici al continuo e progressivo taglio di risorse messo a disposizione dei Comuni dal Legislatore. Passando da quello che Basilicata chiama “un problema relativo alle entrate di questo Comune”. E che in sostanza si traduce in una montagna di imposte non pagate dai cittadini nel corso degli anni. Imposte che non solo hanno generato il disavanzo di oggi, ma che ora si cercherà di recuperare attraverso una nuova azione di recupero pronta ad essere avviata nei prossimi mesi. Altra situazione difficile, che si aggiunge a quella già difficile del piano di rientro approvato nell’ultimo consiglio comunale. Foto: GIOMI ©

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