Collalto senza castagne, chiesto lo stato di calamità

I pessimi risultati della passata stagione castanicola hanno indotto il Comune di Collalto Sabino a chiedere con apposita delibera di giunta alla Regione Lazio e al ministero delle politiche agricole e forestali la dichiarazione dello stato di calamità naturale.

Collalto, infatti, è uno dei municipi sabini ad alta vocazione castanicola, con grandi e secolari piante ad alto fusto, che ricoprono quella parte del territorio turanense che arriva fino ai confini di altri comuni che pure hanno una grande quantità di alberi da castagno quali Collegiove, Marcetelli e Pescorocchiano, zone anch’esse colpite dal fenomeno.

Una grande produzione, quella in argomento, che fino a qualche anno fa costituiva un vero e proprio tesoretto naturale a vantaggio dei residenti o proprietari ma che man mano si è drasticamente ridotto fino all’attuale annientamento della produzione, sia a causa dei cambiamenti climatici degli ultimi anni sia soprattutto per le due malattie presenti nella zona: il cinipide del castagno e il mal d’inchiostro.

L’azzeramento della produzione ha così indotto l’amministrazione comunale guidata da Maria Pia Mercuri ad adottare una delibera di giunta con la quale chiede la dichiarazione dello stato di calamità naturale agli organismi competenti, vale a dire Regione e Ministero, affinché le imprese operanti nel settore, duramente colpite da questa calamità, possano ottenere l’indennizzo della perdita del prodotto. Un intervento economico, questo, necessario per evitare l’ulteriore abbandono delle aree interessate a causa del deperimento delle piante, con pesanti conseguenze anche sulla conservazione e sulla tutela dei suoli e del patrimonio boschivo. (dal Corriere di Rieti) Foto: Corriere di Rieti ©

Print Friendly, PDF & Email